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4 Febbraio 2025
16:41

Dopo l’inchiesta di Report si sgretola l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali: “Brambilla deve dimettersi, ma tace”

Dopo l'inchiesta di Report si frantuma la composizione dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali. Lascia Eleonora Evi del Pd e tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Chieste le dimissioni della Brambilla che per ora non ha fatto alcun passo.

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L'inchiesta di Report sugli interessi personali e legati al finanziamento del suo partito a carico dell'onorevole Michela Vittoria Brambilla ha causato un terremoto tra le fila dei parlamentari animalisti.

Dopo quanto emerso dal servizio di Giulia Innocenzi, la prima a reagire e a tirarsi fuori dall'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali è stata la deputata del Pd Eleonora Evi cheha spiegato la sua posizione anche attraverso i social.

«L’inchiesta mette in luce l’uso di fondi dell’associazione Leidaa di cui Brambilla è presidente, anche per iniziative elettorali, ma non solo, da cui la stessa ne ha tratto profitti e vantaggi personali e privati, che nulla avevano a che fare con la causa animalista e ambientalista, tra cui auto blu, alberghi di lusso, vini pregiati – sintetizza Evi – Una circostanza che, oltre a rappresentare un conflitto di interessi, rende del tutto inadeguata la sua figura per la guida di un organo, sebbene informale come un intergruppo, che dovrebbe lavorare libero da qualsiasi condizionamento personale».

La seconda ragione per cui la deputata ha deciso di uscire dall'Intergruppo è così spiegata: «In oltre due anni di lavoro non si è praticamente mai riunito, inefficace nel coordinamento di qualsiasi azione politica e nemmeno utile ad essere uno strumento di approfondimento e conoscenza delle tante tematiche da affrontare».

Tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle che fanno parte dell'Intergruppo hanno a loro volta oggi deciso di rinunciare alla loro partecipazione dopo che  ieri avevano chiesto pubblicamente alla Brambilla di presentare immediate dimissioni come Presidente ma quest'ultima non ha fatto alcun passo in tal senso.

Stefania Ascari, Dolores Bevilacqua, Dario Carotenuto, Sergio Costa, Susanna Cherchi, Alessandra Maiorino e Gisella Naturale hanno divulgato un comunicato congiunto in cui spiegano la loro posizione. “Abbiamo deciso di abbandonare l’intergruppo parlamentare sul benessere animale proprio perché vogliamo restare nel merito del lavoro e delle finalità che si pone l’intergruppo, cioè la tutela del benessere e dei diritti degli animali – precisano nella nota congiunta – Avevamo chiesto un passo indietro all’attuale presidente dell’intergruppo, l’On. Brambilla, alla luce di quanto emerso dall’inchiesta di Report andata in onda domenica 2 febbraio: anomalie e conflitti di interesse ‘a spese’ degli animali, sui quali l’on. Brambilla ha preferito non rispondere. Sarebbe stato invece importante sentire le sue ragioni e fare chiarezza in sede di servizio davanti ai telespettatori piuttosto che negarsi a un confronto. Riteniamo che non ci siano più le condizioni per portare avanti serenamente iniziative comuni e condivise, anche perché di fatto l’intergruppo non è stato amministrato per niente e non ha prodotto nulla di significativo".

Il caso sollevato da Report ha acceso i riflettori sulla Brambilla partendo dal suo ruolo come presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, un'associazione senza scopo di lucro finanziata da migliaia di persone che ora temono che i loro soldi siano andati in beneficenza non degli animali ma appunto utilizzati per scopi personali.

Il servizio di Innocenti gioco forza ha portato molte persone che in generale finanziano le associazioni – in questo caso animaliste – a preoccuparsi sulla vera destinazione dei soldi che vengono donati. A tal proposito Sara Turetta, fondatrice di Save The Dogs, ha chiarito a Fanpage alcuni aspetti importanti per capire come operano le onlus che davvero salvaguardano il benessere degli altri esseri viventi e a cosa stare attenti quando si decide di finanziare alcune realtà, da quelle piccole a quelle grandi, che devono operare in totale trasparenza.

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