1.300 euro al chilogrammo: a tanto è stata venduta il 12 dicembre 2024 la carne di balenottera comune per la prima volta in quasi 50 anni, dopo la ripresa della pesca al largo della costa settentrionale del Giappone.
Nel 2024 l'Agenzia giapponese per la pesca ha aggiunto questi animali nell'elenco delle tre specie di balene che possono essere legalmente cacciate, secondo un piano di espansione rivolto specificamente ai cetacei lungo le coste del Paese e iniziato con la fuoriuscita dalla Commissione baleniera internazionale nel 2019. Il tutto avvalorato da un report governativo in cui il Governo ha affermato che vi è stato «un sufficiente recupero delle popolazioni di balenottere comuni nel Pacifico settentrionale» tale da giustificare appunto la ripresa della caccia ai cetacei e a stabilire una quota di cattura che include anche altre tre specie di balene: balenottere minori, balenottere di Bryde e balenottere boreali.
La pesca in particolare sta avvenendo al largo di Hokkaido, isola situata nel Giappone settentrionale, dove sono stati uccisi animali che hanno portato a "raccogliere" circa 1,4 tonnellate di carne fresca che sono state messe all'asta al mercato ittico di Sapporo e al porto di Shimonoseki della Kangei Maru.
In particolare la parte più ambita è la carne della coda, "onomi", considerata una prelibatezza e venduta al prezzo record di 200.000 yen (circa 1300 euro) al chilogrammo.
La Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC) ha designato la balenottera comune come specie da proteggere dalla caccia eccessiva nel 1976.