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17 Aprile 2025
13:28

Displasia dell’anca nel cane: cos’è, quali sono i sintomi e come si cura la patologia ereditaria che colpisce le articolazioni

La displasia dell’anca è una malattia ereditaria che colpisce le articolazioni del cane, causando zoppia e difficoltà nei movimenti. Colpisce soprattutto razze grandi e giganti e si riconosce in fase iniziale attraverso l'osservazione di specifici campanelli d'allarme, anche negli individui più giovani.

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La displasia dell'anca è una patologia ereditaria che coinvolge le articolazioni del cane, in particolare quella dell’anca, e colpisce con maggiore frequenza gli individui di taglia grande. Si tratta di un disturbo che compromette lo sviluppo corretto dell'articolazione nel punto in cui la testa del femore si inserisce nella cavità dell'anca, ma può colpire anche altri punti dello scheletro.

In un cane affetto da displasia, l'articolazione risulta instabile, malformata o mal allineata, provocando dolore, difficoltà nei movimenti e zoppia, specialmente dopo l'attività fisica o al risveglio. I sintomi non sempre si manifestano subito, ma spesso diventano evidenti con la crescita o in età adulta, peggiorando progressivamente se non trattati. Segnali come riluttanza a salire le scale, camminata anomala o scarso entusiasmo nel gioco sono i primi segnali a cui prestare attenzione.

Come riconoscere la displasia dell’anca nel cane: i sintomi più comuni

Individuare i segnali della displasia dell’anca può essere difficile nelle fasi iniziali, poiché alcuni cani riescono a compensare il disagio senza mostrare evidenti difficoltà. Tuttavia, con il progredire della patologia i sintomi diventano più chiari e influenzano in modo significativo la mobilità e il comportamento del cane. Alcuni sintomi possono comparire in modo graduale, quindi è importante prestare attenzione a ogni piccolo cambiamento nei movimenti o nel comportamento generale dell'animale.

Ecco i principali campanelli d'allarme a cui prestare attenzione:

  • Zoppia: soprattutto dopo l'attività fisica il cane può camminare in maniera irregolare, appoggiando male una zampa posteriore o entrambe. Questo sintomo è spesso più evidente dopo il gioco o una corsa, quando l'articolazione è soggetta a una maggiore pressione;
  • Rigidità: molti cani con displasia mostrano difficoltà ad alzarsi dopo essere stati sdraiati, specialmente al mattino o dopo un lungo riposo. I primi passi possono essere incerti e rigidi, ma migliorano con il movimento;
  • Riluttanza a correre: il cane può evitare situazioni che richiedono uno sforzo articolare, come entrare in auto o salire sul divano. Questo comportamento può essere scambiato per pigrizia, ma è spesso un segnale di dolore. Se correre, saltare o salire le scale diventano incubi per il cane è un chiaro segnale di displasia;
  • Andatura a coniglio: alcuni cani affetti da displasia usano entrambe le zampe posteriori contemporaneamente durante la corsa, come se saltellassero. Questo movimento serve a ridurre la pressione sull’articolazione dolorante e ricorda un po' il saltellare di un coniglio, da qui il nome della camminata;
  • Riduzione dell'attività fisica: il cane può sembrare più apatico e meno vivace, tende a giocare di meno o dormire di più, modificando le proprie abitudini quotidiane. Questi cambiamenti possono indicare uno stato di malessere legato al dolore cronico;
  • Perdita di massa muscolare nelle zampe posteriori: a causa del minor utilizzo degli arti colpiti, si può notare un assottigliamento della muscolatura in quella zona;
  • Irritabilità: in alcuni casi, il cane può mostrare segni di disagio se toccato nella zona dei fianchi o della schiena, reagendo con lamentele o cercando di allontanarsi.

I cani possono mostrare sintomi in qualsiasi fase dello sviluppo della malattia, sebbene molti soggetti con displasia dell’anca non presentino sintomi evidenti. Nei cuccioli il segnale più evidente è rappresentato dalle zampe posteriori ravvicinate e dalla frequenza di pause durante la passeggiata.

Quali sono le cure per la displasia dell'anca nel cane?

Il trattamento della displasia dell'anca varia in base alla gravità della condizione, all'età del cane e allo stato generale di salute. Non esiste una cura definitiva per questa malattia ereditaria, ma è possibile gestirla in modo efficace, migliorando la qualità della vita del cane e rallentando la progressione del problema.

"L'articolazione dell’anca permette la mobilità degli arti posteriori – spiega il veterinario e docente dell'Università Federico II di Napoli Giuseppe Borzacchiello – È costituita da una cavità ossea del bacino (acetabolo) che accoglie la parte superiore dell’osso della coscia (testa del femore). La presenza di un tessuto cartilagineo tra le due superfici e una capsula legamentosa permette il normale movimento degli arti posteriori. La lassità dell'articolazione dell'anca unita alla progressiva perdita di cartilagine con lo sviluppo di tessuto cicatriziale sono i fenomeni patologici progressivi che caratterizzano questa malattia".

Nelle forme più lievi o quando il cane è ancora giovane, si interviene spesso con un approccio conservativo. Questo può includere la somministrazione di farmaci antinfiammatori e analgesici per ridurre il dolore e l'infiammazione articolare. Anche il controllo del peso è fondamentale: un cane in sovrappeso sottopone le anche a uno sforzo maggiore, peggiorando i sintomi.

Lunghe passeggiate su terreni morbidi, il nuoto e gli esercizi mirati prescritti da un veterinario fisioterapista aiutano a mantenere la muscolatura tonica senza sovraccaricare le articolazioni. In alcuni casi, sono indicate anche sedute di fisioterapia soprattutto per quei soggetti che tendono a non muoversi per lungo tempo irrigidendo gli arti posteriori e la muscolatura. Questa terapia può rivelarsi utile anche per i cani sottoposti a intervento chirurgico, in quanto rafforza i muscoli e aumenta la velocità di recupero.

Quando i sintomi diventano severi e non rispondono più ai trattamenti conservativi, si può valutare l'intervento chirurgico. Esistono diverse tecniche, tra cui l'osteotomia pelvica, la sostituzione dell'anca con una protesi totale e l’escissione della testa del femore. La scelta dipende dall’età del cane, dal peso, dal grado di degenerazione articolare e dalle condizioni generali. Dopo l’operazione, è prevista una fase di riabilitazione fondamentale per recuperare il corretto uso della zampa.

Le razze più predisposte alla displasia dell'anca

La displasia dell’anca non colpisce tutti i cani allo stesso modo. Alcune razze sono maggiormente predisposte a sviluppare questa malattia a causa di fattori genetici, legati alla selezione e alla conformazione fisica. I cani di taglia grande e gigante sono i più vulnerabili, poiché il peso corporeo elevato sottopone le articolazioni a uno stress costante. Anche la crescita troppo rapida durante i primi mesi di vita può contribuire a un cattivo sviluppo dell’articolazione.

Tra le razze più colpite troviamo il Pastore Tedesco, che spesso manifesta la displasia già nei primi anni di vita. È una delle razze più studiate in relazione a questa patologia. Anche LabradorGolden Retriever sono frequentemente soggetti al problema, probabilmente per via della struttura ossea robusta e del rapido sviluppo muscolare. Il Rottweiler, noto per la sua potenza fisica, può soffrire di displasia se non viene gestito correttamente durante la crescita. Lo stesso vale per il San Bernardo, il Terranova e il Mastino Napoletano, razze giganti in cui il peso corporeo ha un ruolo determinante nello sviluppo della patologia.

Anche alcune razze di taglia media possono essere predisposte, come il Bulldog Inglese e il Carlino, nonostante la loro mole ridotta. In questi casi, la displasia può essere favorita da una struttura ossea particolare o da difetti genetici a livello scheletrico trasmessi durante la selezione e acuiti dalla brachicefalia.

La predisposizione genetica non significa però che un cane sviluppi automaticamente la patologia: uno stile di vita sano, un'alimentazione equilibrata, controlli veterinari regolari e un'attenta gestione della crescita possono fare una grande differenza nella prevenzione o nel rallentamento dell’insorgenza dei sintomi.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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