Un grave disastro ambientale sta colpendo in questi giorni le coste del Mar Nero, dopo che una tempesta nello Stretto di Kerch ha provocato il naufragio di due petroliere russe lo scorso 15 dicembre. Più di 3.000 tonnellate di petrolio si sono riversate in mare, contaminando oltre 50 chilometri di coste e spiagge nella regione di Krasnodar, nella Russia meridionale.
Le conseguenze sono, e saranno anche nei prossimi anni, devastanti per l'ecosistema e gli animali: le prime vittime di questa catastrofe ambientale. A farne le spese sono soprattutto uccelli acquatici e delfini, con gli esperti e i volontari stanno lottando contro il tempo per ripulire e salvare quanti più animali è possibile.
Naufragio petroliere russe nel Mar Nero: le conseguenze per ecosistema e animali
Le autorità russe hanno dichiarato lo stato d'emergenza nei comuni di Anapa, Veselovka e Blagoveshchenskaya, dove le tracce di petrolio si estendono per ben 54 chilometri. Squadre di oltre 5.000 persone, tra cui volontari, militari e personale pubblico locale, stanno cercando di contenere i danni, rimuovendo il petrolio dalle spiagge con pale e mezzi pesanti. Fino ad ora, sono state raccolte oltre 860 tonnellate di terreno contaminato e nel frattempo le conseguenze per la fauna sono già drammatiche.
L'ecologo Yevgeny Vitishko ha raccontato ai media locali che il petrolio minaccia soprattutto gli uccelli acquatici come svassi, folaghe, anatre e cormorani, che trovano rifugio in queste zone durante l'inverno. Secondo le prime stime, tra i 2.000 e i 10.000 uccelli potrebbero essere colpiti, con un tasso di mortalità che potrebbe superare il 50%. Il petrolio, infatti, danneggia quasi irrimediabilmente il piumaggio, impedendo agli uccelli di volare, nuotare o conservare il calore corporeo.
I danni della catastrofe: anche i delfini tra le vittime
Nel frattempo, un centro di soccorso è stato istituito nella cittadina costiera di Vityazevo, dove volontari e veterinari stanno cercando di salvare gli animali colpiti, ripulendoli dal petrolio e valutando il loro stato di salute. Anche i delfini e le focene del Mar Nero, cetacei già minacciati, sono tra le vittime principali. L'area contaminata è infatti una zona critica per la loro sopravvivenza. Dmitry Glazov, dell'Istituto Severtsov di Ecologia ed Evoluzione, ha avvertito che l'ecosistema potrebbe risentire di questo disastro per almeno un decennio.
L'inquinamento da petrolio rappresenta purtroppo una tra le forme più gravi e comuni di contaminazione degli ecosistemi marini. Quando viene riversato in mare, il petrolio si estende sulla superficie del mare creando una macchia scura e oleosa che causa la morte di tantissimi animali. Le sostanze tossiche contenute nel petrolio, vengono in oltre assorbite dalla sabbia e dagli organismi marini, finendo poi nella catena alimentare e arrivando anche agli esseri umani. Ci vorranno molto anni prima che gli ecosistemi si riprenderanno da questo ennesimo disastro.