«Uccideva cuccioli senza necessità». È questa l'accusa formulata dalla Procura di Pescara nell'avviso di conclusione delle indagini nei confronti di Lucio Di Tommaso, direttore del canile sanitario dell'Asl di Pescara, e Franco Ruggeri, dirigente del Servizio veterinario della medesima Asl.
La relazione dei Carabinieri Forestali, insieme alla testimonianza del personale e dei volontari che frequentavano il canile sanitario gestito dall'Asl di Pescara a Città Sant'Angelo, è valsa agli indagati, a vario titolo, la richiesta di rinvio a giudizio per i reati di uccisione di animali, abuso d'ufficio e falso ideologico. Secondo il procuratore Giuseppe Bellelli e la sostituta Benedetta Salvatore, all'interno della struttura si sarebbero praticate uccisioni di cani senza che ve ne fosse reale necessità.
Il 23 gennaio 2025 si terrà l'udienza preliminare al termine della quale il giudice si pronuncerà sul possibile rinvio a giudizio per gli indagati. Intanto però Michele Pezone, avvocato della Lndc Animal Protection, l'associazione che attraverso i suoi volontari sul territorio ha portato all'emersione del caso, registra una prima vittoria morale: «Ci è voluto molto coraggio per far emergere queste condotte di cui sospettavamo già da tempo. Siamo orgogliosi, come Lndc, per il lavoro che è stato fatto dalla nostra sede pescarese».
Il caso del canile gestito dall'Asl di Pescara
Di Tommaso e Ruggeri sono indagati per avere ucciso almeno 10 cuccioli presenti nel canile sanitario usando farmaci per l'eutanasia. Il farmaco di cui si parla è il Tanax, molto usato in questi casi che agisce attraverso una puntura intracardiaca che causa la morte per arresto cardio-circolatorio. La somministrazione però deve sempre essere preceduta dall'anestesia per evitare di causare nell'animale inutili sofferenze.
Le uccisioni dei cuccioli però non sarebbero state un caso isolato, almeno secondo la testimonianza rilasciata ai Carabinieri da chi lavorava nella struttura: «Mi ero stufato e mi piangeva continuamente il cuore ad assistere a continue eutanasie a mio parere non dovute, mediante somministrazione di Tanax, a cani sani». Secondo lo stesso testimone, il motivo di tali azioni sarebbe da imputarsi al peso economico rappresentato dai cani vivi: «Come a me riferito di persona, tali pratiche vengono effettuate per liberare posti all'interno dei box, e per ridurre quindi, gli impegni gestionali e le spese di mantenimento degli animali».
In alcune delle foto che abbiamo visionato è possibile scorgere, all'interno di un cestino di rifiuti della struttura, un cane dal pelo biondo ormai senza vita.
Come è scoppiato il caso nel 2022: la vicenda del cane Lupo
Questa sistema però non sarebbe mai arrivato alla luce se non fosse stato per il cane Lupo e l'interesse della sezione pescarese della Lndc, precedentemente Lega Nazionale del Cane. Lupo inizialmente era seguito dallo studio veterinario privato di Ruggeri.
Tutto è partito dalla vicenda di un Cane Lupo Cecoslovacco di nome Lupo. Nel 2022 Lupo è arrivato al canile sanitario dell'Asl pescarese a seguito di alcuni episodi di aggressività, come si legge nella dichiarazione firmata inviata all'Asl, in cui si ripercorre la sua storia e si chiede di valutarne l'eutanasia.
Il nostro cane ha iniziato a manifestare comportamenti aggressivi a fine marzo 2021 […]. Il cane suddetto, ha iniziato a ringhiare senza alcun motivo a chiunque gli si avvicinasse, soprattutto a me […]. Abbiamo cercato, con l’aiuto di diversi educatori, di capire e sanare tale situazione, che in parte sembrava fosse migliorata; sembrava perché ad alcuni famigliari ha sempre continuato a ringhiare rispetto ad altri.
Pochi mesi dopo, a marzo 2021, subentrarono anche crisi epilettiche frequenti. Il caso che ha condotto la sua famiglia a bussare alla porta del canile sanitario si è verificato nel maggio di quell'anno:
Il nostro Lupo ha aggredito e azzannato mio cognato, persona con lui cresciuto e al quale non ha mai ringhiato. La fortuna ha voluto che io fossi presente, potendo così intervenire per cercare di evitare il peggio. Mio cognato è stato attaccato per ben tre volte, riportando ferite lacero-contuse multiple (avambraccio dx e sx, coscia sx con edema tessuti circostanti).
E infine la richiesta di procedere con la profilassi per la rabbia e di procedere con l'eutanasia:
Autorizziamo codesto ufficio a procedere con l'eutanasia del nostro cane in quanto, dopo il tremendo vissuto, non ci sentiamo più sicuri del nostro cane, dobbiamo tutelare noi, la nostra famiglia, il vicinato e chi frequenta la nostra casa.
L'eutanasia sarebbe stata eseguita se non fosse subentrata Paola Canonico, presidente della sezione pescarese della Lndc Animal Protection, che ha diffidato il canile sanitario dal procedere. Dalla diatriba che è nata tra l'associazione e la direzione sanitaria è emerso anche l'episodio dei cuccioli: «La decisione di sottoporlo all'eutanasia giudicandolo pericoloso e irrecuperabile era totalmente arbitraria. Ci risulta che Lupo non sia mai neanche stato visitato dato che la persona che avrebbe dovuto farlo si trovava in malattia. Una pratica illecita alla quale mi sono opposta sia con i familiari del cane sia con gli stessi dirigenti dell'Asl».
Ora, a due anni di distanza, Lupo sta bene, come conferma Canonico: «In pochi mesi si è riappropriato della sua vita, ha fatto un percorso con un esperto e con noi volontari non ha mai mostrato segni di aggressività, inoltre da quando prende i farmaci non ha più avuto crisi».
In Italia esiste un iter preciso per procedere con l'eutanasia di un animale. Non bastano neanche uno o più episodi di aggressività per procedere, ma è necessario rispettare un iter preciso.
Come e in quali casi è legale l'eutanasia sui cani in Italia
La legislazione italiana consente di sopprimere i cani, ma solo in casi particolarmente gravi e circoscritti. L'eutanasia non può essere eseguita a discrezione del veterinario, neanche se si tratta del direttore sanitario di una struttura pubblica, al contrario di quanto succedeva prima della legge 281 del 1991,
Prima del 1991, i cani accalappiati potevano essere soppressi automaticamente dopo aver trascorso un determinato lasso di tempo in canile. Con l'introduzione della legge quadro sul randagismo però l'orientamento nella gestione dei cani sul territorio è profondamente cambiato, stabilendo di limitarne il numero attraverso la prevenzione delle nascite, e non più l'uccisione.
Nonostante questo cambio d'indirizzo, è ancora possibile per legge sopprimere gli animali in due casi specifici:
- Se l'individuo è affetto da una malattia grave e incurabile;
- Se è accertata dall'autorità sanitaria la comprovata pericolosità.
Per procedere in quest'ultimo caso però bisogna seguire un ite specifico: dopo la segnalazione di cane mordace i Servizi veterinari locali fanno prima una valutazione dello stato dell'individuo. Se gli esperti rilevano una comprovata pericolosità allora sono chiamati ad attivare una procedura di recupero comportamentale. Solo nel caso del fallimento di quest'ultima si potrà procedere con la soppressione.