I cervi in Inghilterra non sono mai stati così tanti. Le stime parlano di circa 2 milioni di cervi, mai così tanti nella storia del Paese. Vista l'assenza di predatori naturali, per il governo la popolazione va gestita e le associazioni di cacciatori si sono subito rese disponibili.
In queste ore infatti diversi enti venatori e di distribuzione alimentare hanno fatto cartello proponendo di uccidere i cervi per destinare la carne all'industria alimentare, come aveva già proposto nel 2023 il deputato Charles Walker.
Quanti cervi ci sono in Inghilterra oggi?
È difficile però stabilire con certezza quanti cervi ci siano davvero in Inghilterra, sia perché si parla di animali selvatici – e come tali non soggetti al diretto controllo dell'essere umano – sia perché solitamente si fa riferimento a più specie raggruppate all'interno della famiglia di cervidi, come cervo rosso, daino e capriolo. La stessa stima di 2 milioni viene citata dai media senza riportare la fonte esatta.
La British Deer Society, ong che si occupa della conservazione dei cervi, ha smentito l'esistenza stessa di un report che contenga questa cifra: «La cifra di 2 milioni di cervi è ampiamente citata, ma sembra avere origine da una fonte sconosciuta, che è stata poi ripresa dai media e da altri. La verità è che nessuno sa davvero quanti cervi ci siano nel Regno Unito. Le prove suggeriscono certamente che le popolazioni di cervi del Regno Unito si sono diffuse e sono aumentate negli ultimi decenni».
Non è la prima volta che vengono citati questi numeri: nel 2023 il deputato inglese Charles Walker durante una interrogazione relativa alla "Gestione dei cervi e alimentazione sostenibile" dichiarò: «Con circa 2 milioni di animali, si stima che la popolazione di cervi del Regno Unito sia ora al suo livello più alto da 1.000 anni; ci sono più cervi ora di quando arrivò Guglielmo il Conquistatore». Basandosi sul questa cifra Walker propose di «abbattere tra 500 mila e 750 mila cervi ogni anno, questo solo per mantenere le cose stabili». Aumentando in maniera significativa le quote di abbattimento che oggi riguardano circa 350 mila animali.
Il deputato non è però solo un politico del Partito conservatore, ma anche il presidente del The Country Food Trust, un'associazione benefica che nel Regno Unito distribuisce pasti per le persone in difficoltà economica. Proprio in queste ore, con il ritorno al centro del dibattito dei 2 milioni di cervi, dalla Fondazione è stato proposto nuovamente di «usare quella fantastica carne [di cervo] per sfamare le persone bisognose».
L'ente ha trovato immediatamente il sostegno delle associazioni dei cacciatori, in prima fila la British Association for Shooting and Conservation (Associazione di tiro e conservazione).
L'"insostenibile" proposta dei cacciatori
Oggi i cacciatori sono tornati a chiedere a gran voce di portare il surplus di cervi dalla foresta alla tavola, in un ottica di circolarità alimentare. Appare però come un cortocircuito che non ha nulla a che fare con la sostenibilità.
Gli sforzi di reintroduzione e conservazione attuati nel Regno Unito per alcuni popolazioni di cervidi, come il cervo rosso, hanno portato a un aumento che adesso le autorità governative non sanno come gestire senza fucili. In altri casi, invece alcuni cervidi come il daino sono stati introdotti a scopo venatorio.
Questi esempi dimostrano come la circolarità delle politiche di gestione basate sulla noncuranza e poi sugli abbattimenti è destinata a non terminare mai.