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Così gli acari scroccano dai colibrì un passaggio da un fiore all’altro

Gli acari dei fiori sfruttano i campi elettrici generati dai colibrì per "volare" su di loro e farsi trasportare da un fiore all'altro rimanendo aggrappati ai loro becchi come dei veri autostoppisti dell'aria.

30 Gennaio 2025
10:49
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Immaginate di essere grandi quanto un granello di polline, senza ali né zampe adatte per saltare o persino correre, ma con un disperato bisogno di spostarvi da un fiore all'altro per nutrirvi e riprodurvi. Come fareste? Gli acari dei fiori, minuscoli aracnidi che mangiano nettare e polline, hanno trovato una soluzione a dir poco sorprendente: sfruttano i campi elettrici generati dal battito d'ali dei colibrì per aggrapparsi a loro, salire a bordo e farsi trasportare da un fiore all'altro.

Un recente studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences e condotto da un team di biologi dell'Università del Connecticut, dell'Organizzazione per gli Studi Tropicali in Costa Rica e dell'Università di Bristol ha svelato per la prima volta il meccanismo di questo straordinario passaggio a scrocco. Questi piccoli acari non si limitano infatti a salire a bordo del primo colibrì che passa, ma vengono letteralmente attratti e sollevati in aria, come fossero particelle di polvere in un campo magnetico.

I colibrì, un "taxi elettrico" perfetto per gli acari dei fiori

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Un minuscolo acaro dei fiori. Sopra di lui uno degli elettrodi utilizzati nell’esperimento. Immagine da García–Robledo et al., 2025

I colibrì, con il loro frenetico battito d'ali – fino a 80 volte al secondo – generano intorno a sé un campo elettrico oscillante. Gli scienziati sospettavano che questo fenomeno potesse avere un ruolo nel trasporto degli acari (succede pure con le zecche e i peli dei mammiferi) e per verificarlo hanno condotto un curioso esperimento in laboratorio. Hanno sottoposto alcuni acari dei fior a diversi tipi di campi elettrici utilizzando elettrodi di rame, scoprendo che questi rispondevano solo a quelli modulati simili a quelli prodotti proprio dai colibrì.

Il passo successivo è stato capire come gli acari percepissero il campo elettrico. Questi minuscoli aracnidi si muovevano infatti attivamente verso le cariche positive, a dimostrazione della presenza di un senso specializzato nell'elettroricezione. Un'analisi più approfondita ha poi svelato l'esistenza di particolari peli sensoriali molto simili a quelli dei ragni (aracnidi anche loro), noti per la loro capacità di rilevare le cariche elettriche e sfruttarle per volare con una "mongolfiera" di seta, un comportamento noto come ballooning.

Un volo gratis per gli acari con atterraggio diretto da un fiore all'altro

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Ma come avviene il viaggio? Gli autori hanno notato che quando un elettrodo carico veniva avvicinava agli acari, questi venivano letteralmente sollevati in aria e attratti verso la sua superficie, proprio come avviene in natura con i colibrì. In pratica, gli acari che sono sui fiori si avvicinano alla loro "navetta" volante e quando il colibrì infila il becco per nutrirsi di nettare, il campo elettrico li solleva e li attira verso gli uccelli. Una volta "calamitati" sul becco di un colibrì, gli aracnidi si dirigono verso le narici, dove si aggrappano per affrontare il viaggio.

Quando il colibrì infila il becco in un altro fiore, gli acari si staccano e si trasferiscono sulla corolla per riprendere la loro vita tra nettare e polline. Il "volo" dal fiore al colibrì dura pochi millisecondi, quanto basta per rendere l'acaro – anche se un brevissimo istante – uno degli organismi più veloci della Terra, nonostante non abbia ali e non possa né correre né saltare. Gli acari dei fiori hanno trovato un modo ingegnoso per spostarsi senza sforzo: sfruttando l'elettricità naturale dei colibrì per farsi trasportare come minuscoli autostoppisti dell'aria.

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