UN PROGETTO DI
video suggerito
video suggerito
5 Febbraio 2025
18:28

Cos’è questa proposta di istituire un veterinario di base gli animali domestici di cui si parla in Parlamento

Le cure veterinarie in Italia sono sempre più costose, gravate dall’IVA al 22% e dall’assenza di un sistema pubblico di assistenza. In Parlamento si sta discutendo dell’introduzione del “veterinario di base” per supportare le famiglie meno abbienti.

2 condivisioni
Immagine

Prendersi cura di cani e gatti è un dovere, ma per molti sta diventando un vero e proprio lusso. Le spese per farmaci e cure sono ormai alle stelle a causa dell'inflazione, del crescente monopolio esercitato dai grandi gruppi soprattutto nel Centro-Nord, e dell'assenza di misure di welfare da parte dello Stato.

In Parlamento però il ministro della Salute Orazio Schillaci ha recentemente aperto alla possibilità di rafforzare le misure in favore delle famiglie con animali, e soprattutto di "prendere in considerazione la proposta sul veterinario di base". Come una simile proposta potrà essere effettivamente realizzata è ancora tutto da vedere.

Quanto costano le cure veterinarie in Italia: iva al 22% come i beni di lusso

Il dibattito sul veterinario di base, e quindi su una possibile muta per gli animali familiari, non è secondario se si guarda ai numeri. Secondo l'ultimo rapporto Rapporto Assalco-Zoomark, l'indagine più importante sul mercato del pet food e del pet care, emerge che nelle case degli italiani ci sono quasi 20 milioni di cani e gatti. Questa presenza muove un giro d'affari di oltre 3 miliardi di euro.

In un bilancio familiare già fortemente condizionato dalla presenza di un animale, la malattia improvvisa di quest'ultimo, o anche il semplice emergere di patologie legate all'invecchiamento fisiologico, può determinare un impoverimento sostanziale, come ha raccontato l'ex attrice, oggi pensionata, Gabriella Giorgelli: "Spendo 500 euro al mese per curare la mia gatta con artrite e diabete, non vivo io o lascio morire lei?".

L'assenza di servizi veterinari pubblici si fa sentire soprattutto in situazioni di emergenza, quando un animale viene ferito o ha un malore improvviso durante la notte. In queste circostanze i suoi familiari sono costretti a procedere alla cieca, telefonando o recandosi di persona alle cliniche private che si spera possano essere aperte. Spesso però il risultato è drammatico. Lo sa bene l'attivista Claudia Cavallo che ha perso la sua cagnolina nel giro di una notte e dopo si è trovata a pagare oltre 100 euro per la sua ultima visita.

VUOI RACCONTARE LA TUA STORIA? INVIA LA TUA SEGNALAZIONE QUI

Da diversi anni, per alleggerire le famiglie del peso delle cure veterinarie, viene inserito in Legge di Bilancio uno specifico Bonus animali domestici con cui è possibile ottenere una detrazione fiscale del 19% per le spese veterinarie entro un limite massimo di 550 euro all’anno. Una goccia nel mare se si pensa che gli italiani che vivono con un cane in un anno spendono 341 euro per le spese mediche, se l'animale è in buona salute. Secondo un'indagine realizzata da Altroconsumo, gli intervistati pur essendo soddisfatti del proprio veterinario giudicano le tariffe troppo elevate.

Questo accade perché il peso delle cure ricade totalmente sulle persone. Basti pensare alla tassazione per tutto ciò che riguarda cani e gatti, spese veterinarie incluse, su cui grava un'Iva del 22%, la stessa dei beni di lusso. Come fa notare a Fanpage.it il presidente dell'Associazione dei Medici Veterinari Italiani, Marco Melosi, "le cure veterinarie sono tassate come i liquori", al contrario delle prestazioni sanitarie per gli esseri umani che non hanno affatto l'Iva.

Curare il proprio cane costa come una bottiglia del migliore Champagne in circolazione, ma secondo la legge non è un lusso bensì un obbligo. Nel 2019 la Corte di Cassazione Penale ha stabilito che non curare il proprio animale malato rappresenta un vero e proprio reato assimilabile al maltrattamento. Secondo i giudici, l’omessa cura di una malattia e il conseguente aggravamento delle sofferenze dell'animale può comportare una multa da 5 mila fino a 30 mila euro.

Anche il più recente monitoraggio della Ragioneria dello Stato indica che sta aumentando l'attenzione verso gli animali e la loro salute. Gli italiani nel 2023 hanno speso 1,13 miliardi di euro per curare il proprio animale, un trend in crescita di 114 milioni di euro rispetto all'anno precedente.

Numeri che il Parlamento non ha potuto ignorare.

Il dibattito in Parlamento sul veterinario di base

Il 29 gennaio 2025 in Parlamento è iniziato il dibattito volto a istituire il veterinario di base. Il sasso è stato lanciato da Noi Moderati attraverso un'interrogazione di Maurizio Lupi cofirmata da nove deputati del suo stesso gruppo, tra i quali figura anche Michela Vittoria Brambilla, al centro dell'ultima inchiesta di Report.

I deputati in un'interrogazione rivolta al ministro della Salute Schillaci hanno chiesto "quali ulteriori iniziative di competenza intenda assumere al fine di promuovere misure strutturali che garantiscano la cura degli animali da parte delle fasce meno abbienti della popolazione".

Il coordinatore di Noi Moderati, Francesco Saverio Romano, ha rincarato la dose chiedendo se il Governo intenda supportare le spese veterinarie "attraverso il cosiddetto veterinario di base, per consentire a chi non può di poter avere un veterinario, soprattutto alle famiglie poco abbienti".

La risposta di Schillaci ha accesso per la prima volta una speranza concreta in tal senso: "Nell'ottica di poter garantire i benefici per la salute che in alcuni casi porta l'interazione con gli animali da affezione, il Ministero della Salute avrà cura di continuare a verificare la possibilità di un futuro rafforzamento delle misure finalizzate in favore dei proprietari di animali non abbienti e a prendere in considerazione la proposta sul veterinario di base".

Attuare concretamente una simile proposta, in un momento di crisi profonda della sanità, non è facile. Secondo le rilevazioni della Corte dei Conti, la spesa sanitaria pubblica affrontata dall'Italia è di circa 131 miliardi, decisamente inferiore a quella di Germania e Francia che rispettivamente spendono in sanità 423 e 271 miliardi.

Il gruppo di Noi Moderati propone quindi di utilizzare per gli animali i presìdi che già esistono e che dispongono di spazi e competenze specifiche, in particolare gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (Izs) per "fornire un supporto di prime cure o di lunga degenza per quegli animali da compagnia che non trovano diversamente la possibilità di essere curati e di essere assistiti".

L'interrogazione però non è vincolante e il proposito di istituire il veterinario di base, almeno per il momento, rimane sulla carta.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views