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18 Dicembre 2024
17:45

Cos’è il daspo cinofilo: la proposta lanciata dal Comune di Nichelino per chi maltratta gli animali

Nel Comune torinese di Nichelino arriva il daspo cinofilo, una diffida che impedirà a chi si rende colpevole di reati contro gli animali di detenerne altri. L'assessore che ha proposto la misura ci spiega in cosa consiste e quali effetti avrà sul territorio.

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Intervista a Fiodor Verzola
Assessore comunale di Nichelino con delega alle politiche sugli animali
Immagine
Fiodor Verzola

Nel Comune torinese di Nichelino arriva il daspo cinofilo, una diffida che impedirà a chi si rende colpevole di reati contro gli animali di detenerne altri, interrompendo così il ciclo della violenza. È questo il contenuto dell'ordine del giorno approvato il 13 dicembre 2024 dalla giunta comunale su proposta dell'assessore alle politiche sugli animali, Fiodor Verzola.

«L'obiettivo è quello di impedire a persone che si sono rese responsabili di crimini contro gli animali di continuare ad adottarli o acquistarli. Lo abbiamo chiamato "daspo cinofilo" perché il cane è l'animale più diffuso ma si tratta di un provvedimento estendibile a ogni caso di maltrattamento su animali», spiega Verzola.

Daspo cinofilo: cos'è e come funziona la proposta dell'assessore di Nichelino

Il daspo è una misura prevista dalla legge italiana nata per impedire l'ingresso alle manifestazioni sportive di persone coinvolte in aggressioni in circostanze analoghe. Negli anni però alcune amministrazioni hanno adottato anche il daspo urbano che implica il divieto di accedere a un determinato luogo per motivi di ordine pubblico.

Il daspo cinofilo non agisce impedendo l'ingresso in un luogo, ma è più simile a una sorta di blacklist sulla quale finiscono le persone giudicate colpevoli di crimini contro gli animali. Una idea opposta alla black list delle razze pericolose proposta dalla Lega in Lombardia lo scorso settembre.

«Le persone segnalate entrano nella blacklist – sottolinea l'assessore – però una punizione inibisce un comportamento errato ma non necessariamente insegna quello corretto. Quindi insieme al daspo, nello stesso ordine del giorno, abbiamo inserito anche la previsione di corsi di formazione pre-adozione utili a fornire degli strumenti base di etologia ed educazione cinofila».

Quando il daspo cinofilo entrerà in vigore

Il daspo cinofilo è stato approvato come ordine del giorno dal comune di Nichelino, questo però non significa che sia immediatamente attivo sul territorio. Nei fatti, l'approvazione impegna il sindaco Giampiero Tolardo e la sua giunta a promuovere davanti agli organi competenti a livello regionale e nazionale l’introduzione di questa misura. Una strategia che già ha avuto successo nella cittadina piemontese.

«Questa iniziativa serve proprio a fare in modo che altri enti e territori ci seguano – chiarisce Verzola – L'anno scorso Nichelino è stato il primo Comune ad aver introdotto il divieto di detenzione dei cani a catena e l'amministrazione regionale poco dopo ha adottato lo stesso provvedimento. L'obiettivo anche in questo è fare in modo che il Piemonte, ma anche la Lombardia e Milano, recepiscano il principio fondamentale del daspo cinofilo: colpire il soggetto umano multiproblematico».

Al momento, infatti, quando un animale è vittima di abusi viene sequestrato e deve attendere la fine del processo per poter essere adottato e ricominciare a vivere. In questo modo l'animale finisce in un limbo giudiziario che può durare anni, mentre il maltrattatore può reiterare il reato all'infinito. Un paradosso di cui l'assessore è ben consapevole: «Allo stato attuale il sequestro non colpisce il soggetto umano, il vero responsabile del maltrattamento, e infatti anche il giorno dopo paradossalmente può andare un canile o in allevamento e prendere un altro cane».

In attesa di vedere il daspo cinofilo entrare in vigore, l'amministrazione comunale di Nichelino ha lanciato una serie di iniziative per sensibilizzare la cittadinanza: «Sono i propri corsi di educazione cinofilia, teorica e pratica, rivolti ai cittadini e somministrati da un ente locale in maniera completamente gratuita. La risposta che abbiamo avuto ci ha fatto capire che siamo sulla buona strada: per il progetto pilota abbiamo messo a disposizione 60 posti, immediatamente tutti occupati. Le persone vogliono imparare a interagire in un contesto urbano rispettando sia l'etologia del cane, ma soprattutto le persone della città, gli spazi aperti e pubblici», conclude Verzola.

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