Oggi, terzo lunedì di gennaio, come ogni anno cade il Blue Monday, il giorno più triste dell'anno. A calcolare il giorno esatto in cui l'umore della maggior parte delle persone è più basso in assoluto è stata l'emittente Sky Travel che nel 2005 individuò matematicamente in questa data il picco di tristezza collettivo con un'equazione.
In realtà si trattò di una vera bufala e quasi subito il Blue Monday venne bollato come pseudoscienza. Tuttavia questa credenza ha attecchito in poco tempo nell'immaginario comune perché è riuscita a sfruttare un disagio reale che molte persone provano quando finiscono le feste natalizie e a gennaio sono costrette a riprendere le normali attività quotidiane, con relative scadenze e impegni.
Non è una bufala però la capacità dei nostri animali di salvarci dalla tristezza e dal malumore della routine, al contrario, si tratta di una date confermata a più riprese da studi e ricerche provenienti da tutto il mondo.
Cos'è il Blue Monday
Il Blue Monday è nato ufficialmente nel 2005 come parte di una campagna pubblicitaria di Sky Travel che puntava a promuovere le vacanze invernali. A fare la fortuna di questa iniziativa è stata un'equazione che aveva individuato nel terzo lunedì di gennaio il giorno più triste dell'anno.
Nell'equazione W sta per "meteo"; D per "debito"; d per "stipendio"; T corrisponde a "tempo trascorso da Natale"; Q per "tempo trascorso dal fallimento dei buoni propositi"; M per "bassi livelli motivazionali"; Na per "sensazione di dover agire".
Da subito però è parso evidente che l’equazione non aveva alcun fondamento scientifico e che si trattava di una pure trovata di marketing. Nonostante ciò, il Blue Monday è diventato un fenomeno culturale, questo sia a causa dell'effetto Forere, lo stesso che ci fa credere all'oroscopo, sia perché sentirsi tristi a gennaio è abbastanza comune per molte persone.
Anche se la tristezza connessa alla piena ripresa delle attività quotidiane non ha fondamento matematico e non è possibile identificarla con un giorno specifico, non si può negare che trarre i bilanci dell'anno che sta per cominciare possa rendere tristi molti di noi. Al netto della depressione e di altre condizioni che vanno sempre approfondite con uno specialista, i nostri animali domestici possono aiutarci a vivere con più serenità questo momento di transizione tra quello che abbiamo fatto l'anno passato e le nostre speranze per il futuro.
Al contrario del Blue Monday, la capacità degli animali di sostenerci in questi momenti non è una bufala, ma una verità ormai ampiamente accreditata dalla scienza.
Come i nostri animali ci salvano dalla tristezza secondo la scienza
Il legame affettivo con un animale domestico può influire positivamente sia sul nostro umore che sulla nostra salute. L'esempio più noto è fornito da Erica Friedman che in un fortunatissimo studio ha rilevato che il supporto di un animale domestico è associato a una maggiore sopravvivenza alla malattia coronarica.
Da allora la ricerca scientifica ha continuato ad approfondire il rapporto tra noi e i nostri animali, definendone con sempre maggiore accuratezza gli effetti positivi, e con l'intensificarsi dell'attenzione rispetto alla salute mentale anche le ricerche in questo senso sono aumentate.
Quando siamo particolarmente giù di morale e il nostro cane trascorre più tempo con noi, sia chiedendoci di interagire che semplicemente vegliandoci, non lo fa per caso, ma perché ha "fiutato" il nostro disagio e deciso così di mostrarci il suo supporto. I risultati sono evidenti ai ricercatori della Government College University di Lahore, i quali hanno indagato l'effetto dell'interazione con animali domestici sulla riduzione dello stress e sul miglioramento dell'umore positivo tra persone conviventi e non conviventi con gli animali domestici in uno studio del 2019.
I cani sanno comprendere una vasta gamma di emozioni della nostra specie, e ancora di più quelle dei loro umani, grazie al "contagio emotivo". Una ricerca pubblicata su Behavioural Processes nel 2014 ha dimostrato che messi di fronte a un bambino che piange i cani hanno un aumento del cortisolo – l'ormone dello stress – molto simile a quello degli umani. Gli animali quindi reagiscono al pianto sia a livello fisiologico che comportamentale proprio come farebbe un essere umano.
E questo non deve stupire: i cani non sono solo in grado di percepire il nostro stato d'animo e anche di agire di conseguenze. Uno studio condotto dall'Università di Londra ha dimostrato che i cani sono capaci di connettersi con lo stato emotivo delle persone e in particolare alcuni individui mostrano un desiderio attivo e altruista di dare conforto e alleviare le sofferenze emotive.
Ciò avviene non solo in virtù del legame emotivo che nel processo di co-evoluzione la nostra specie ha sviluppato con i cani, ma anche grazie ai loro sensi straordinariamente sviluppati. I cani sono in grado di fiutare alcuni cambiamenti metabolici del nostro organismo che si manifestano in situazioni di stress o dolore, e sono in grado di rispondere di conseguenza. La prova più recente è stata fornita dal gruppo di ricercatori guidati da Biagio D'Aniello, professore di zoologia dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, in uno nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista Animal Cognition. Il team di D'Aniello ha constatato che i cani riescono ad annusare le nostre emozioni e a venire "contagiati" dal nostro stato emotivo.
Insomma, anche se non esiste il giorno più triste dell'anno, i cani hanno davvero un effetto benefico e possono aiutarci a superare i nostri momenti di fragilità.