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14 Febbraio 2025
17:37

Cosa succede se si sveglia un animale dal letargo di proposito?

Un animale in letargo non dovrebbe essere svegliato. Un risveglio precoce potrebbe essere estremamente stressante e, in alcuni casi, addirittura letale. Purtroppo però, per colpa del surriscaldamento globale, potrebbe accadere sempre più spesso.

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Alcuni animali in inverno vanno in letargo, ma cosa succederebbe se venissero svegliati improvvisamente?

Per molti animali, affrontare l'inverno significa entrare in una fase di letargo o ibernazione. Questa strategia evolutiva consente a molte specie di risparmiare energie quando le temperature scendono troppo e le risorse alimentari scarseggiano. Durante questa fase, il metabolismo rallenta drasticamente: la frequenza cardiaca e respiratoria si riducono, la temperatura corporea scende e il corpo entra in uno stato di torpore profondo, una sorta di modalità "risparmio energetico".

Tuttavia, il letargo non è uguale per tutti. Alcune specie, come gli orsi, mantengono una temperatura corporea relativamente più alta e possono risvegliarsi temporaneamente se necessario. Altri animali, come per esempio i piccoli roditori, raggiungono invece stati di ibernazione più profondi, abbassando la loro temperatura corporea quasi fino al punto di congelamento. Il loro risveglio avviene quindi in maniera più graduale, di solito in primavera, quando le temperature aumentano e il cibo torna disponibile.

Ma cosa accadrebbe se un animale venisse svegliato improvvisamente prima del tempo? E quali conseguenze potrebbe avere un risveglio precoce su si lui? La risposta cambia naturalmente in base alle specie e la tipo di letargo, ma si collega a un concetto chiave: la termogenesi, ovvero il processo metabolico attraverso cui il corpo produce calore per riattivare tutte le funzioni vitali "messe in pausa". Alcuni animali ci riesco tranquillamente, mentre per altri un risveglio forzato potrebbe essere estremamente stressante e, in alcuni casi, addirittura letale.

Cosa succede se gli animali si svegliano dal letargo prima del tempo?

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Alcune specie, come gli orsi, mantengono una temperatura corporea relativamente più alta e possono risvegliarsi temporaneamente se necessario

Immaginiamo di svegliare un animale dal letargo nel bel mezzo dell'inverno. Il suo corpo, impreparato al freddo e alla mancanza di cibo, dovrebbe attivare rapidamente la termogenesi per ripristinare una temperatura corporea compatibile per "rimettere in moto" il proprio corpo e trovare nuovo cibo, ovvero energia. Questo processo richiede però una quantità enorme di energia, cosa che l'animale di solito ha accumulato con fatica nei mesi precedenti sotto forma di riserve di grasso.

Se perciò un animale viene svegliato troppo presto, potrebbe esaurire le sue riserve energetiche senza riuscire a trovarne di nuovo, uno dei motivi principali per cui gli animali vanno in letargo o in ibernazione. Nei casi peggiori, pensiamo agli animali a sangue freddo, come i rettili e gli anfibi (il loro letargo si chiama brumazione) questo porterebbe anche portare alla morte oppure all'ipotermia. I mammiferi a sangue caldo, tendenzialmente, potrebbero riuscire a tornare in letargo, ma avendo sprecato tante energie, potrebbero non arrivare fino alla primavera.

Ma perché interessarsi a un ipotetico e poco probabile risveglio di un animale in letargo? Perché potrebbe accadere sempre più spesso a causa di una minaccia che sta alterando i cicli naturali: i cambiamenti climatici. Inverni sempre più miti e improvvise ondate di calore, stanno portando alcuni animali a svegliarsi troppo presto, quando il cibo è però ancora scarso. Questo fenomeno è stato osservato, per esempio, nei ghiri e nelle marmotte, che si risvegliano settimane prima rispetto al passato e devono affrontare condizioni ambientali ancora avverse.

Come fanno gli animali a capire quando è il momento di svegliarsi dal letargo?

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Gli scoiattoli di terra artici riescono ad abbassare la temperatura corporea fino a –2,9 °C senza congelare

Il risveglio di un animale dal letargo non è infatti un processo casuale e nemmeno intenzionale, ma è regolato da una combinazione di fattori ambientali esterni, come la temperatura o la luce, ma anche interni, ovvero fisiologici. Gli animali percepiscono le variazioni nella temperatura ambientale, nell'umidità e nella durata della luce solare, utilizzando questi segnali per "capire" quando è arrivato il momento di riattivare il metabolismo.

Anche gli ormoni giocano un ruolo fondamentale: l'aumento della produzione di cortisolo e altri segnali biochimici stimola il risveglio graduale. Come sempre, ogni specie o gruppo si risveglio in modi e tempi differenti. Alcune si svegliano in modo intermittente e per brevi periodi anche durante l'inverno, probabilmente anche per monitorare le condizioni esterne e prepararsi al risveglio definitivo, altre invece scelgono un lungo e profondo "sonno" fino al ritorno delle condizioni ambientali ottimali.

Le marmotte, per esempio, emergono dal letargo quando le temperature superano una certa soglia e l'erba inizia a crescere. I pipistrelli, invece, sono particolarmente sensibili alle variazioni climatiche e possono svegliarsi se le grotte diventano troppo calde o umide. Il ghiro, invece, se il cibo scarseggia può addirittura entrare in letargo già alla fine dell'estate, spingendosi fino all'incredibile record di undici mesi consecutivi di letargo.

Quando si svegliano gli animali dal letargo?

Il risveglio dal letargo varia quindi notevolmente a seconda della specie, ma anche della latitudine in cui vive l'animale. In linea generale, questo processo inizia tra la fine dell’inverno e l'inizio della primavera, quando le temperature diventano più miti e il cibo inizia a essere di nuovo disponibile. Gli orsi si svegliano per esempio tra fine marzo e inizio aprile, a seconda delle condizioni climatiche. I ricci e i ghiri emergono tra marzo e maggio, mentre i rettili, a sangue freddo, aspettano che la temperatura salga abbastanza per poter riprendere la loro attività.

Il risveglio non è però istantaneo: il corpo impiega ore o addirittura giorni per tornare a pieno regime. La frequenza cardiaca e la temperatura corporea aumentano infatti gradualmente, mentre nel frattempo il metabolismo riprende a funzionare a livelli normali. Alcuni animali, appena svegliati, sono ancora intorpiditi e impiegano del tempo prima di tornare in piena attività. Purtroppo però, a causa del surriscaldamento globale, capita sempre più spesso che si sveglino nel periodo sbagliato, quando non ci sono risorse sufficienti.

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Per colpa del surriscaldamento globale, alcuni animali si svegliano prima dal letargo, ma non sempre trovano cibo e risorse necessarie per sopravvivere

Letargo e risveglio sono infatti il frutto di migliaia di anni di evoluzione, che hanno fatto sì che che tutti questi ingranaggi (letargo, condizioni ambientali e cibo) si incastrassero alla perfezione. I cambiamenti globali stanno però alterando alcuni di questi fattori, rimettendo tutto in discussione, ma in tempi troppo rapidi. Le temperature e le condizioni ambientali potrebbero anche essere adatta per risvegliarsi, ma se anche le piante o le prede non hanno anticipato le loro attività, come fa un animale a recuperare le energie?

In un mondo che cambia rapidamente, molti fenomeni naturali che prima erano sovrapposti e perfettamente incastrati tra loro, si stanno alterando. E anche il letargo, che da migliaia – se non milioni – di anni permette agli animali di sopravvivere in tempi difficili è ora una strategia sempre più minacciata. Comprendere i suoi meccanismi e capire come stanno cambiando i tempi tra le varie specie animali è quindi fondamentale per provare capire se sopravviveranno e sopratutto se necessitano di misure di conservazione più mirate.

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