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C'è chi ha una vera e propria fobia, chi li considera presagi, chi ne resta affascinato e chi, al primo incontro in casa, corre a prendere una ciabatta. I ragni sono da sempre parte integrante dell'immaginario collettivo e della nostra quotidianità e non è un caso che ogni cultura, in ogni tempo, abbia attribuito a questi aracnidi numerosi significati simbolici: nella mitologia africana Anansi è il ragno-deus ex machina, ingegnoso e burlone, mentre per i Greci Aracne fu trasformata in ragno da Atena per aver osato sfidarla nell'arte della tessitura.
Nell'induismo, invece, il ragno è creatore del mondo, tessitore del tempo. Oggi, nel nostro quotidiano, i ragni continuano a esercitare ancora un certo potere simbolico, un misto tra timore e rispetto. Ma più semplicemente, ci fanno spesso compagnia: perché è comunissimo trovarli in casa. Non perché amino l'essere umano, anzi. Ma perché nelle nostre case trovano riparo, angoli tranquilli e soprattutto… tanto cibo. Mosche, zanzare, altri piccoli insetti: per un ragno, il nostro soggiorno è una mensa sempre aperta.
Perché si dice che uccidere un ragno porti sfortuna?

Un vecchio detto popolare recita "Il ragno porta guadagno" e fin dall'antichità si pensava che vederne uno annunciasse, nella maggior parte dei casi, un evento fortunato. È un modo di dire che ci ripetevano talvolta da bambini, spesso senza sapere bene il perché, quasi sempre accompagnato da "non uccidere il ragno, porta male". Questa credenza ha in realtà radici antiche e non nasce a caso. Le ragioni sono legate proprio al fatto che i ragni, da sempre, si portano dietro una forte carica simbolica.
In molte culture, il ragno è infatti associato alla pazienza, alla protezione e, come detto, alla fortuna. In alcune tradizioni europee si pensava che i ragni fossero portatori di buone notizie, soprattutto se visti al mattino. Ucciderli significava quindi spezzare un presagio favorevole. Durante il Medioevo, poi, c'era chi credeva che i ragni avessero poteri protettivi contro il male, o che si nutrissero dei "miasmi" nocivi che infestavano l'aria. Una superstizione? Certo. Ma spesso le superstizioni nascono da osservazioni reali, anche se mal interpretate.
Esiste, inoltre, una curiosa leggenda cristiana poco conosciuta secondo la quale proprio un ragno avrebbe salvato la vita a Gesù. Poco dopo la nascita, Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù si rifugiarono in una grotta. I soldati di Erode li stavano cercando, ma quando arrivarono all'ingresso della grotta, notarono un'enorme ragnatela che copriva completamente l'apertura. Se qualcuno fosse entrato da lì – pensarono – l'avrebbe certamente rotta e così passarono oltre. Il ragno l'aveva costruita proprio per proteggere la famiglia e il neonato.
Il vero motivo per cui i ragni non andrebbero uccisi

Ma al di là delle superstizioni, c'è un motivo molto più concreto per cui sarebbe meglio evitare di uccidere i ragni che troviamo in casa: sono alleati silenziosi, discreti e molto utili. I ragni sono infatti predatori e si nutrono di insetti che noi consideriamo fastidiosi o potenzialmente dannosi, come mosche, zanzare, scarafaggi e cimici. Tenerli in casa, sul balcone o in giardino, può significare avere una barriera protettiva invisibile – una sorta di zanzariera naturale – contro infestazioni ben più sgradite dei piccoli aracnidi.
Inoltre, la stragrande maggioranza dei ragni che incontriamo in casa è assolutamente innocua per gli esseri umani e per i nostri animali domestici. Non attaccano, non mordono senza motivo e non sono pericolosi. Naturalmente, averli in casa può non essere piacevole, ma non è necessario ucciderli. Basta davvero molto poco per rimuoverli con gentilezza, senza fare loro del male. E se proprio la loro vista ci turba, possiamo accompagnarli fuori, dove continueranno a fare il loro lavoro di predatori… anche per noi.
Cosa fare quando si trova un ragno in casa?

Se ci imbattiamo in ragno che corre lungo un muro o che ha costruito la sua ragnatela in soggiorno, proviamo a non reagire d'impulso. Prendiamo un bicchiere e un foglio rigido. Posizioniamo con calma il bicchiere sopra il ragno, facciamolo scivolare con delicatezza sul foglio e accompagniamolo fuori, magari in giardino o sul balcone. È un gesto semplice, ma efficace e che non fa male a nessuno. C'è solo un caso in cui occorre prestare maggiore attenzione: il ragno violino (Loxosceles rufescens), uno dei pochi potenzialmente pericolosi.
Il ragno violino è un animale schivo e non aggressivo, ma il suo morso può causare reazioni anche gravi, soprattutto nei soggetti sensibili come anziani e bambini. Si riconosce per il corpo marrone chiaro, con una caratteristica macchia scura a forma di violino sul dorso. Vive in ambienti bui, tranquilli, come solai, cantine o dietro i mobili. Se pensiamo di avere di fronte un ragno violino, mai usare le mani nude: chiamiamo un esperto o, se ci riusciamolo, portiamolo fuori raccogliendolo con una scopa e mantenendolo lontano dalla nostra pelle.
Non dimentichiamolo: il ragno violino non morde se non si sente minacciato o se non viene maneggiato o calpestato. Il vero pericolo è la disinformazione, non il ragno. Imparare a conoscerlo e rispettarlo è un piccolo passo verso una convivenza più consapevole, senza paure e più sicura per tutti. Il primo passo per superare o imparare a gestire meglio certe paure irrazionali è conoscerle davvero. Anche quelle a otto zampe.