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2 Febbraio 2025
8:00

Cosa significa (davvero) quando vedi un corvo: da dove arrivano le leggende su questo uccello intelligentissimo

Il corvo è un animale spesso associato alla sfortuna o morte. Naturalmente, si tratta solo di leggende e superstizioni. Anzi, questi uccelli sono tra gli animali più affascinanti e intelligenti del pianeta.

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Un corvo imperiale (Corvus corax), il corvide più grande di tutti

Il corvo – o meglio, i corvi, visto che esistono molte specie diverse – è da sempre un uccello avvolto da un'aura di mistero e oscurità. Nella cultura popolare, il suo piumaggio nero e il suo richiamo rauco e gracchiato lo hanno reso simbolo di sfortuna, presagio di morte e compagno di streghe e stregoni. Ma è davvero così? Naturalmente no. Anzi, i corvi sono tra gli uccelli più affascinanti in assoluto e tra gli animali più intelligenti del pianeta, in grado di risolvere problemi complessi, ricordare i volti delle persone o persino utilizzare strumenti. Eppure, le credenze negative su questi uccelli persistono ancora oggi. Da dove nascono? E dove possiamo davvero incontrare questi affascinanti animali?

I significati simbolici del corvo: perché si dice che porti sfortuna?

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Cornacchie e altri corvidi sono una presenza abituale nelle aree verdi dei cimiteri

Le superstizioni su corvi e cornacchie affondano le loro radici nelle credenze popolari antiche e nel loro presunto legame con la morte. Sin dai tempi dei Romani e soprattutto nel Medioevo, questi uccelli venivano spesso avvistati sui campi di battaglia, dove si nutrivano anche dei resti dei caduti, oppure nei cimiteri. Il loro piumaggio nero, il verso cupo e la loro abitudine a radunarsi spesso in gruppi numerosi hanno poi fatto il resto: i corvi sono diventati simbolo di sventura, associati a streghe, demoni e persino alla Morte stessa, ma non è così ovunque.

Nella mitologia nordica, per esempio, i due corvi Huginn e Muninn erano i fedeli consiglieri di Odino, dimostrando che non tutte le culture li vedevano come portatori di sfortuna. In molte tradizioni asiatiche e in quelle dei popoli nativi americani, il corvo è invece considerato un messaggero o addirittura un simbolo di saggezza. Tuttavia, la visione più negativa del corvo è quella che ha poi prevalso in Europa e in generale in Occidente, contribuendo così a diffondere paure, superstizioni e leggende che persistono ancora oggi.

Dove si possono avvistare i corvi?

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Una cornacchia grigia (Corvus cornix), la specie più comune e diffusa, anche in città

In tutto il mondo esistono tantissime specie di corvidi, la famiglia a cui appartengono corvi, cornacchie, gazze e altri uccelli. Molte di queste vengono spesso chiamate indistintamente corvi o cornacchie a seconda della lingua o della traduzione e ciò non fa altro che alimentare confusione. In Italia, per esempio, spesso si tende a chiamare genericamente "corvi" tutti gli uccelli neri di grandi dimensioni. Tuttavia, sono solamente due le specie di corvi propriamente dette osservabili nel nostro paese, ma proviamo a fare chiarezza.

Tra i corvidi più comuni in Italia, se escludiamo le specie più "colorate" come gazza (Pica pica), ghiandaia (Garrulus glandarius) e nocciolaia (Nucifraga caryocatacte), troviamo diversi uccelli più o meno uniformemente neri che vengono associati ai corvi. La specie comune e più diffusa in tutto il paese, anche in città, facilmente riconoscibile per il piumaggio grigio e nero, è la cornacchia grigia (Corvus cornix). C'è poi anche la sua specie sorella, ma completamente nera: la cornacchia nera (Corvus corone), presente però solo al Nord, in alcune aree alpine.

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Una taccola (Coloeus monedula), la specie più piccola e comune soprattutto in contesti rurali

In città e nei contesti rurali, c'è spesso anche la taccola (Coloeus monedula), più piccola delle cornacchie. Ama vivere nei centri storici antichi, sui campanili, sotto a grandi ponti stradali e si muove spesso in grossi gruppi che metto il caratteristico verso "chiak, kya" . Si riconosce, oltre che per il verso, per il caratteristico grigio-argentato sfumato dietro alla testa e per l'occhio azzurro-ghiaccio. Ci sono poi due specie di corvidi meno conosciute, ma altrettanto affascinanti: i gracchi corallino e alpino (Pyrrhocorax pyrrhocorax e P. graculus).

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Gracchio corallino (a sinistra) e alpino, due specie d’alta quota tipiche delle montagne

Sono tipici delle zone montane e d'alta quota alpine e appenniniche e si distinguono per il becco colorato (rosso nel gracchio corallino, giallo in quello alpino). Infine, ci sono le due specie di corvi propriamente dette, che inoltre non sono poi così facili da osservare, perlomeno in contesti urbani. Il primo è il corvo comune (Corvus frugilegus), una presenza piuttosto rara. Si osserva solo in alcune regioni settentrionali e solamente in inverno. C'è poi il corvo imperiale (Corvus corax), la specie più grande e iconica, con un'apertura alare anche di un metro e mezzo.

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Corvo comune (a sinistra) e corvo imperiale, la specie più grande e facilmente osservabile in montagna

Se vuoi osservare un corvo imperiale, tutte le principali montagne italiane e alcune grandi scogliere a picco sul mare offrono buone opportunità. Basta alzare lo sguardo e prestare attenzione: le grosse dimensioni, il piumaggio completamente nero e il suo iconico e inconfondibile "cra-cra" lo rendono una delle specie più facilmente riconoscibili e osservabili, se naturalmente ci troviamo in montagna (sia sugli Appennini che sulle Alpi) o nei pressi di grandi pareti rocciose dove questa specie si riproduce.

Quanto è intelligente il corvo?

Quando pensiamo a un animale intelligente, la nostra mente corre subito ai delfini, ai cani o alle grandi scimmie antropomorfe. Eppure, tra le specie più "brillanti" del regno animale ci sono proprio corvi, cornacchie e altri corvidi. Diversi studi hanno per esempio dimostrato che questi uccelli sono capaci di costruire e usare strumenti, risolvere puzzle e compiti molto complessi, riconoscere i volti umani e persino pianificare azioni per il futuro.

Alcuni esperimenti hanno mostrato che i corvi possono modificare rametti per creare strumenti utili a recuperare il cibo, una capacità condivisa solo con pochissimi altri animali, come scimpanzé e altri primati. Un famoso studio dell'Università di Washington ha invece dimostrato che ricordano i volti umani e li associano a esperienze passate: se una persona si è comportata in modo minaccioso, possono riconoscerla anche a distanza di anni e avvisare i loro simili del pericolo.

Ma non è tutto. I corvi sono in grado di pianificare le loro azioni in base a eventi e possibilità future, un'abilità che finora si pensava appartenesse solo ai primati. In alcuni esperimenti, hanno dimostrato infatti di saper scegliere specifici strumenti che sarebbero poi stati utili solo dopo un certo tempo per avere un premio, resistendo nel frattempo alla tentazione di prendere invece una ricompensa più immediata. Anche la loro comunicazione vocale è inoltre incredibilmente complessa.

In base alle specie, i corvidi possiedono infatti una grande varietà di vocalizzazioni e sembrano addirittura scambiarsi informazioni tra loro in modi che gli scienziati stanno ancora cercando di comprendere. Insomma, dietro quell'aspetto cupo e misterioso si nasconde una mente brillante, capace di imparare, ricordare e adattarsi a situazioni sempre nuove. Forse è proprio questa straordinaria intelligenza ad aver alimentato le tante leggende sui corvo, trasformandoli in un simbolo di conoscenza, tanto quanto di mistero.

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