Cosa accade se una persona entra in casa tua mentre non ci sei e il cane lo aggredisce? In casi come questo è possibile essere accusati di lesioni o addirittura di omicidio per i danni provocati dal nostro animale? E si può, in questi casi parlare di legittima difesa?
La domanda è arrivata alla nostra redazione da parte di una lettrice di Asti: «Io ho un Amstaff e ultimamente, con tutto quello che si sente, vivo con un po' di paura e mi dispiace». Il riferimento è al caso della 29enne Patricia Masithela, uccisa da 5 cani mentre si trovava nel giardino della villetta del suo ex fidanzato, successivamente accusato di omicidio colposo.
La legge italiana non prevede una fattispecie precisa, bisogna quindi affidarsi alla giurisprudenza, cioè all'insieme delle sentenze e delle decisioni che i giudici hanno preso nel corso degli anni per episodi analoghi.
Per fare chiarezza abbiamo quindi raggiunto l'avvocato Salvatore Cappai, esperto di diritto degli animali che senza entrare nella vicenda di Latina ha analizzato alcuni dei casi più comuni: «Non si può impedire a nessuno di sporgere una querela. Sebbene possa prendere avvio un procedimento penale per lesioni colpose o, nei casi più gravi, per omicidio colposo, ciò non significa che si arrivi effettivamente a processo o che quest'ultimo si chiuda con una condanna. Lo stesso vale per le richieste risarcitorie. Chiunque può domandare un risarcimento, ma non vuol dire che vi sia sempre il diritto ad ottenerlo. La fattispecie del ladro aggredito da uno o più cani da guardia è comunque molto complessa e ogni caso va valutato nella sua specificità e concretezza».
Il caso di Latina: indagini ancora in corso
La notte di domenica 12 gennaio la 29enne Patricia Masithela si trovava nel giardino di casa del suo ex fidanzato, L. D., alla periferia est della città di Latina. Qui la giovane è stata aggredita dai 5 cani che vivevano nella villetta. L'autopsia ha confermato che Masithela è deceduta a causa delle gravissime ferite all'addome e alle gambe inferte dai molossi.
La villetta, a quanto riferito dal proprietario agli inquirenti, sarebbe stata disabitata da tempo, e non aveva idea del perché Masithela si trovasse lì a tarda ora. L'uomo al momento è accusato di omicidio colposo, tuttavia le indagini volte a chiarire cosa sia successo davvero quella notte sono ancora in corso.
In questi giorni molte persone che vivono con cani si stanno domandando cosa accadrebbe loro se un conoscente, o addirittura un estraneo, entrasse nella loro casa senza essere invitato, trovandosi faccia a faccia con l'animale.
Cosa succede se il mio cane aggredisce una persona in casa. L'avvocato: «Responsabilità può essere evitata»
Quando una persona ci entra in casa a nostra insaputa e viene aggredita dal cane, le conseguenze legali possono essere diverse. «Dal punto di vista civilistico, il fatto di essere entrato all'interno di un'abitazione altrui può integrare il caso fortuito – spiega l'avvocato Cappai – cioè costituisce quell'evento esterno imprevedibile ed inevitabile da parte del custode dell'animale, che esclude la responsabilità di quest'ultimo».
A pesare nella valutazione dei giudici è anche la gestione del cane: «Per evitare interpretazioni contrarie, è sempre bene che la sua presenza sia segnalata in maniera evidente; meglio se presente una recinzione idonea e possibilmente il cartello di "Attenti al cane". L’esposizione di questo segnale non costituisce obbligo di legge e, in via generale non esonera in alcun modo da eventuali responsabilità, però rappresenta un chiaro avviso per tutti e, quindi, anche per i malintenzionati».
Alle conseguenze legali in sede civile, cioè che riguardano il risarcimento alla vittima o ai suoi congiunti, si aggiungono poi quelle penali. L'omicidio colposo è infatti un reato, anche se il fatto viene commesso dal nostro animale. In alcuni casi però la nostra responsabilità è limitata, segnala Cappai: «Ci sono due interpretazioni secondo cui interviene l'esclusione della responsabilità penale. La prima è la scriminante riportata nell'articolo 51 del Codice Penale, secondo cui non si è punibili quando si commette un reato per esercitare un diritto. La seconda ha a che fare con la legittima difesa, che si trova nell'articolo successivo».
L'articolo 51 del Codice Penale (Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere):
L'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la punibilità.
L'articolo 52 del Codice Penale (Difesa legittima):
Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa.
In particolare, la legittima difesa è stata oggetto di revisione nel 2006: «Attualmente, in caso di violazione di domicilio, si considera sempre sussistente il rapporto di proporzione tra difesa ed offesa, come recita la norma, se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità o, ancora, i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione».
Ovviamente quando poi la giurisprudenza viene calata nel caso concreto vanno fatte ulteriori valutazioni, e qui entra in gioco l'importanza di analizzare il caso specifico con le sue particolarità: «Sappiamo bene, per fare degli esempi di scuola, che una cosa è sparare ad un ladro che scappa e ben altra aprire il fuoco quando l'aggressione è in essere e sta mettendo in pericolo l'incolumità delle persone. Fatte tutte queste premesse e precisazioni, mi sembra esagerato che un proprietario di casa e dei cani che alla stessa fanno la guardia, posti anche in essere i minimi accorgimenti di sicurezza e di avviso, viva con la paura di conseguenze così gravose. Tra i titoli sui giornali e le reali condanne c'è una bella differenza».