Legati con mezzo metro di corda al muro di un garage buio e stretti in museruole antiabbaio. In queste condizioni sono stati trovati 4 cani da caccia a Ravenusa in provincia di Agrigento. Gli animali sono stati immediatamente sequestrati in seguito all'intervento delle guardie zoofile di Stop Animal Crimes.
I maltrattamenti: corde troppo corte e spazi ristretti
Il gip del Tribunale di Agrigento ha disposto il sequestro preventivo di 4 cani da caccia perché reputati oggetto di maltrattamento. Durante un controllo di Stop Animal Crimes avvenuto all’interno di un garage di una casa nel Comune di Ravanusa, le guardie zoofile hanno scoperto i cani legati con mezzo metro di corda al muro e con indosso museruola antiabbaio.
Erano tenuti in maniera tale da limitare gravemente i loro movimenti e la libertà, costretti a stare praticamente immobili. Anche le cucce erano molto piccole, simili a scatole, e non isolate. Durante il controllo è stato rinvenuto anche un collare elettrico.
I cani venivano tenuti così da un ex cacciatore che non ha saputo spiegare agli agenti del nucleo operativo di Stop Animal Crimes Italia il motivo dell’utilizzo delle museruole e di catene così corte. In seguito all'intervento, la Procura di Agrigento ha disposto il sequestro degli animali e l'affidamento all'associazione. L'ex cacciatore invece è stato denunciato per il reato di maltrattamento animali.
I cani però non hanno ancora trovato un lieto fine: solo dopo il via libera dell'autorità giudiziaria potranno sperare di entrare in nuove famiglie, nel frattempo i volontari cercano per loro nuove collocazioni anche nei rifugi.
Come viene punito il reato di maltrattamento sugli animali in Italia
In Italia il maltrattamento sugli animali è punito dall'articolo 544 bis del Codice penale (delitto di "Uccisione di animali") che prevede:
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Il maltrattamento animale è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi: secondo l'ultimo Rapporto Zoomafia della Lav ci sono 2.819 procedimenti aperti dalle Procure italiane per crimini contro gli animali.
Guardando in particolare ai dati della Sicilia, rispetto al 2022 si riscontra un aumento del 9,68% dei procedimenti penali per reati a danno di animali, e un aumento dell’1,83% del numero degli indagati.
Nonostante negli ultimi 30 anni l'ordinamento italiano abbia fatto enormi passi avanti in favore della tutela degli animali, soprattutto in campo penale, il bene giuridico rappresentato dalla loro vita e benessere è ancora scarsamente tutelato secondo le principali associazioni di tutela animale, come denunciano gli attivisti di Stop Animal Crimes: «Gli animali in generale oggi in Italia sono ancora spesso considerati oggetti e ne vengono quindi violate le esigenze etologiche; quanti cani sono ancora detenuti in violazione delle leggi e della loro libertà? Quanti considerano ancora i cani, da sud a nord, come antifurto detenendoli isolati in campagne, balconi, terrazze, ecc.. e lontano dall’uomo o altri animali, nutriti alla buona?».
Secondo gli attivisti si tratta di un problema diffuso: «Il problema più grande è che continueranno a soffrire ed essere fantasmi, poiché la vigilanza sulle leggi a loro tutela sul territorio è molto scarsa e laddove si interviene si preferisce dare qualche consiglio sulla messa a norma che procedere all’accertamento di violazioni e reati e conseguente sequestro degli animali: i Comuni e le ASL dovrebbero poi pagare le spese di custodia presso i canili».