Prosegue il disastro ambientale che ha colpito il Mar Nero dopo che una tempesta nello Stretto di Kerch ha provocato il naufragio di due petroliere russe lo scorso 15 dicembre, causando lo sversamento in mare di migliaia di tonnellate di petrolio. Secondo quanto riportato da Delfa Dolphin Rescue and Research Center, un'organizzazione russa specializzata nella tutela dei cetacei, i dati raccolti finora sono allarmanti: oltre 30 cetacei trovati morti in seguito all'incidente.
«Dal giorno dell'emergenza abbiamo registrato 61 cetacei morti, di cui 32 deceduti dopo il 15 dicembre, probabilmente a causa della fuoriuscita di petrolio», ha dichiarato il centro in un post su Instagram del 5 gennaio 2025. I ricercatori hanno anche sottolineato che la maggior parte dei corpi recuperati presenta segni compatibili con decessi avvenuti nei primi giorni successivi alla catastrofe, quando sono iniziate le operazioni di soccorso per i tanti animali colpiti dal disastro, in particolare uccelli marini.
Tuttavia, il mare ancora continua a restituire animali ormai senza vita e l'elenco delle vittime cresce ogni giorno. «Per questo periodo dell'anno, un numero così elevato di decessi è anomalo», ha aggiunto l'organizzazione, preoccupata per il possibile aumento dei danni nei mesi a venire. Tra gli animali più colpiti spiccano i cosiddetti "delfini d'Azov", ovvero le focene del Mar Nero, una sottospecie di focena comune (Phocoena phocoena relicta) già classificata come "In pericolo" dalla IUCN.
La perdita di un numero così alto di individui rappresenta quindi un grave colpo per una popolazione che già fatica a sopravvivere in un habitat costantemente minacciato da attività umane, a cui si aggiungono purtroppo questi incidenti devastanti. Le fuoriuscite di petrolio rappresentano infatti una delle peggiori minacce per gli ecosistemi marini. L'incidente del Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, avvenuto nel 2010, ha dimostrato quanto a lungo possano perdurare gli effetti di questi disastri ambientali.
Diversi anni dopo, i delfini della Baia di Barataria, in Louisiana, sono ancora in difficoltà e continuano ad affrontare i elevati tassi di mortalità, difficoltà riproduttive e gravi problemi di salute. Secondo alcuni studi condotti dal NOAA Fisheries, potrebbero volerci ancora oltre 35 anni affinché queste popolazioni di delfini si riprendano completamente fino a tornare ai livelli pre-disastro. Anche nel caso del Mar Nero, le prospettive non sono meno preoccupati e gli effetti dell'incidenti dureranno ancora decenni.
Il Delfa Center ha anche annunciato che sta lavorando per affrontare le emergenze future. «La nostra priorità è prepararci al meglio e organizzare un ospedale specializzato per offrire assistenza a lungo termine agli animali», ha detto l'organizzazione. L'obiettivo è fornire cure adeguate in un ambiente più stabile e controllato, poiché le zone ormai contaminate dalla fuoriuscita di petrolio non consentono più interventi diretti nelle acque basse.