Con l'arrivo dell'autunno e dell'inverno quasi tutte tartarughe andranno in letargo e qualcuno . magari inesperto – potrebbe porsi la domanda: ma la mia tartaruga è morta o sta solo dormendo? Infatti, non tutti sanno che le tartarughe sono tra quegli animali che vanno in letargo – in genere da ottobre fino a marzo – per difendersi dal freddo in attesa che le temperature tornino a salire.
Spesso le tartarughe in letargo sembrano morte perché sono immobili, assenti. Nascondono la testa e gli arti all'interno del carapace e non si svegliano neppure per mangiare. Tutto ciò è perfettamente normale, perché durante il letargo il loro metabolismo funziona in modo diverso rispetto a quando sono vigili. Nei periodi freddi, tutte le funzioni vitali dei rettili rallentano, in modo da determinare un minimo consumo energetico che gli permette di sopravvivere a lungo senza alimentazione o idratazione.
Nelle tartarughe inoltre, dove il letargo è molto lungo e profondo, il metabolismo rallenta al punto tale da raggiungere uno stato di ibernazione. Per limitare ulteriormente il consumo energetico, le tartarughe in natura si costruiscono una fossa nel suolo umido, si coprono di terriccio e "spengono" alcune parti del loro cervello non utili al momento dell'ibernazione. Persino il loro cuore quasi si ferma, compiendo solo 3 battiti al minuto nell'attesa dell'arrivo di uno sbalzo termico che le risvegli.
Non tutte le specie di tartarughe vanno però in letargo. Per esempio, le specie esotiche che vivono in regioni calde della Terra o le specie marine non hanno mai bisogno di entrare in ibernazione, perché o il loro habitat si mantiene climatiche costante per gran parte dell'anno oppure, se sottoposti al freddo, possono decidere di spostarsi e migrare verso mete più accoglienti. Solo le specie terrestri che abitano regioni che presentano un clima continentale (Eurasia, Nord America, Nuova Zelanda e la punta meridionale dell'America latina) sono infatti costrette ad ibernarsi per poter sopravvivere.
Ci sono comunque molti modi per capire se una tartaruga è viva o morta, come cercare di stimolare una reazione o riconoscere i segni vitali.
I segnali del letargo nella tartaruga
Nelle settimane precedenti l'entrata in letargo, le tartarughe mangiano via via sempre meno, fino a quando smettono completamente di nutrirsi e risultano sonnolente. Per questa ragione, sarebbe opportuno portare la propria tartaruga da un veterinario esperto proprio durante queste settimane di pre-letargo, per compiere gli ultimi accertamenti medici prima dell'entrata nel lungo "sonno".
Le tartarughe che si apprestano ad entrare in ibernazione sono comunque molto più lente del solito, più pigre, inappetenti e talvolta persino sorde ai richiami e ai rumori. Cominciano inoltre ad avere freddo e questa condizione le porta spesso a nascondersi sotto ad un cumulo di foglie o a scavare nel terreno per cercare di costruirsi una fossa in cui rifugiarsi.
Sul finire di ottobre e l'inizio di novembre, in generale la tartaruga dovrebbe comunque essere entrata in ibernazione, risultando completamente assente, un po' come se stesse dormendo. Di solito la temperatura ambientale affinché questi rettili entrino in letargo è di 2-10 °C, ma bisogna anche prendere in considerazione i disturbi termici legati ai riscaldamenti e alle bolle di calore che sono presenti nelle nostre città. Questi due fenomeni possono infatti provocare un leggero ritardo nel letargo.
Quando l'animale tuttavia entra definitivamente in ibernazione, sembra semplicemente dormiente, presentando la stessa pigmentazione di quando è cosciente. Questo punto è molto importante, perché ci permetterà di discriminare i casi in cui sussistono invece dei problemi di salute.
Come capire se la tartaruga è morta?
Di solito si capisce che ci sono dei problemi quando una tartaruga comincia ad assumere una colorazione che non gli appartiene, quando emana un cattivo odore oppure quando non sembra reagire minimamente agli stimoli che gli forniamo.
In linea generale, inoltre, una tartaruga che non si risveglia sul finire del periodo del letargo è quasi sicuramente deceduta nel corso dell'inverno. Purtroppo questa eventualità capita, perché non tutte le tartarughe riescono a sopravvivere ai mesi freddi o alle altre minacce che possono colpirle dall'interno mentre sono in ibernazione, come le parassitosi e le infezioni.
Fortunatamente, abbiamo diversi metodi per scongiurare questa spiacevole situazione ed esistono anche dei sistemi che ci possono rassicurare sullo stato di salute dei nostri animali.
Riconoscere i segni vitali
Se vogliamo rassicurarci sulla qualità del sonno delle tartarughe in letargo, per prima cosa possiamo controllare i loro segni vitali, così da scongiurare anche qualsiasi problema legato ad eventuali infezioni. È possibile infatti controllare la temperatura interna delle tartarughe, tramite un termometro da utilizzare però solo con le modalità suggerite da un veterinario esperto.
Inoltre, potete anche misurare i battiti cardiaci dell'animale, premendo delicatamente con le dita i due lati del collo, così da percepire il flusso del sangue all'interno della carotide. Bisogna sottolineare, tuttavia, alcune precisazioni. Innanzitutto, ricordatevi che il battito negli animali ibernati è molto più lento e delicato. Occorre perciò stare molto attenti per riuscire a percepire il sangue a contatto con la superficie delle arterie. Inoltre, non dovete assolutamente stringere con forza, poiché rischiate di provocare danni all'animale.
Potete anche controllare se il loro respiro è regolare, mettendo delle dita vicino le loro narici, o controllare l'umidità esterna della pelle che circonda la cloaca.
Stimolare una reazione
Se siete così tanto preoccupati sullo status di salute delle vostre tartarughe, potete sempre cercare di ottenere una loro reazione, così da capire o meno se sono ancora in vita. Per far questo, potete cominciare a battere delicatamente un dito sulla superficie in cui riposano o sul loro carapace, così da indurli a uscire temporaneamente dal letargo. Per quanto infatti intontite e molto lente nel riprendersi, le tartarughe dovrebbero aprire gli occhi per vedere cosa succede e sincerarsi che non siano in pericolo.
Ricordate però di non disturbare gli animali se non è strettamente necessario. Non è utile infatti svegliarli in continuazione, anche per qualche minuto alla settimana, solo per rendersi conto se sono ancora vive o meno. Uscire dal letargo può essere per questi animali molto stressante e stancante, perché il loro cervello e il metabolismo devono elaborare moltissime informazioni.
Infatti, per limitare al massimo qualsiasi tipologia di stress all'animale, i veterinari consigliano soprattutto di stimolare gli arti e la coda, grattandone la superficie. Queste soluzioni infatti non le desteranno del tutto ma gli provocherà dei tremori e dei piccoli movimenti, simili a brividi, che vi permetteranno di rasserenarvi senza provocargli un trauma.
Verificare il processo di decomposizione
Qualora la vostra tartaruga sia morta, ve ne accorgerete presto per via del cattivo odore provocato dai processi di decomposizione. E di solito vale la regola che più forte e intenso è l'odore, da più tempo la tartaruga è deceduta.
Se poi osservate il colorito dell'animale, la sua pelle risulta sbiadita o ingrigita o anche più scura del normale. Il cambio di colorazione è infatti provocato dal mancato afflusso di sangue, che accelera la morte delle cellule epiteliali ricche di melanina.
Se attorno alla vostra tartaruga dovreste inoltre trovare insetti, muffe o vermi biancastri, purtroppo dovete dire addio a qualsiasi speranza. Questi organismi infatti attaccano gli animali quando sono morti già da alcuni giorni.