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24 Ottobre 2024
9:00

Come la caccia ai canguri sta danneggiando le comunità, l’intervista all’aborigeno Peter Hewitt

Peter Hewitt ha viaggiato dall'Australia al Parlamento europeo per chiedere che l'import di prodotti derivanti dalla caccia al canguro venga fermata. Appartiene alla comunità aborigena Jerrinja-Yuin e ci ha spiegato perché lo sta facendo: «Noi viviamo in sintonia con tutti gli esseri viventi, chiediamo rispetto».

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Da sinistra Peter Hewitt e Ricky Buchanan (Fonte: Lav)

«Esiste una connessione tra il canguro e l'Australia, anzi il luogo che ora chiamano Australia. Questo legame esiste da milioni di anni ed è intimamente connesso con l'acqua, la terra e le persone». A parlare è Peter Hewitt esponente della comunità aborigena Jerrinja-Yuin, è originario del Nuovo Galles del Sud, nel sud-est dell'Australia, ma in questi giorni si trova a Bruxelles per portare un messaggio alle istituzioni europee: «Basta uccidere i canguri, basta mancarci di rispetto».

Lo abbiamo contattato e ci siamo fatti spiegare perché una delegazione aborigena dall'Australia si è spinta fino alle soglie del Parlamento europeo: «Vogliamo che i politici di Bruxelles ci ascoltino, con il cuore e con le orecchie perché sono i decisori e possono aiutarci a vietare l'importazione di prodotti canguro nei vostri paesi».

Peter sta portando avanti il lavoro iniziato da Max Harrison, uno dei più influenti anziani della comunità Yuin scomparso nel 2021 all'età di 85 anni. L'eredità di Harrison consiste nella Dichiarazione Yuin per i canguri, in cui si chiede al Governo australiano di proteggere questi animali in quanto patrimonio spirituale di molti popoli originari dell'Australia, antecedenti all'arrivo degli europei.

«Il modo in cui i canguri vengono uccisi per l'industria in Belgio e in Europa sta danneggiando la terra, e sta danneggiando le persone».

La risposta della comunità Yuin

La Dichiarazione Yuin è recente, così come la creazione dell'associazione “Back to Country” fondata nel 2022 da Harris con gli obiettivi di combattere il razzismo e sensibilizzare le persone circa la cultura aborigena, compreso il rispetto della fauna australiana. Gli argomenti portati avanti prima da Harris e oggi da Hewitt affondano perciò le radici nella storia e nei valori del popolo aborigeno australiano.

«La mia cultura ha più di 20 mila anni – dice Hewitt – Noi come popolo Yuan sappiamo di essere connessi alla natura, siamo un tutt'uno con la natura. Non siamo un'altra cosa. Di conseguenza il nostro sistema di conoscenza è profondamente collegato ad essa, ma questo comporta anche delle responsabilità. Anche il canguro è una parte del nostro sistema di conoscenza ed è stato profanato. Sono stato invitato qui dai gli anziani, loro sono i miei maestri e mi hanno insegnato la lingua della terra».

Si tratta della risposta Yuin ai movimenti di riappropriazione culturale da parte delle minoranze che negli ultimi anni sono esplosi in tutto il mondo, e il cui simbolo è la statua di Cristoforo Colombo abbattuta nel 2021 a Barranquilla durante una protesta contro il governo colombiano.

Il movimento da allora ha raggiunto numerose comunità ai margini, compresa quella degli Yuin, i cui membri hanno però scelto di instaurare un dialogo pacifico, in cerca di confronto e soprattutto di rispetto: «La maggior parte degli australiani considera il canguro come un parassita. Per me, per la mia gente, il canguro è un animale sacro, lo rispettiamo e comprendiamo la sua importanza per la Terra».

La vicenda apre una questione che non ha ancora risposta, né in Australia né altrove: a chi appartengono gli animali? Dato che questi non sono considerati soggetti di diritto ma alla stregua di res in quasi tutti gli ordinamenti, di solito appartengono allo Stato. Cosa succede però nei luoghi connotati da un passato coloniale? La risposta potrebbe scriverla proprio Hewitt grazie anche a una congiuntura storica favorevole e a un attento lavoro di interlocuzione con le autorità internazionali.

Domani infatti sarà a Bruxelles con Ricky Buchanan, inviato in rappresentanza della comunità aborigena Gumbaynggirr, per incontrare gli eurodeputati dell’Intergruppo sul Benessere Animale del Parlamento Europeo. È la tappa conclusiva di un lungo viaggio europeo iniziato settimane fa in Italia, e non a caso.

L'Italia e la caccia al canguro

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La presentazione della proposta di legge per vietare l’import di pelle di canguro in Italia. Da sinistra: Eleonora Evi, Peter Hewitt e Ricky Buchanan (Fonte: Lav)

L'Italia è infatti uno dei paesi più influenti dell'industria della moda e per la lavorazione della pelle destinata al mercato del lusso. Secondo gli ultimi numeri diffusi dalla Camera Nazionale della Moda Italiana nel 2023 il totale del comparto ha fatturato oltre 102 miliardi di euro, con una crescita del 4% sull'anno precedente. Questa economia che con orgoglio associamo al "Made in italy" in parte si fonda anche sulla pelle dei canguri. L'Italia è infatti il principale importatore europeo di pelle del mammifero simbolo simbolo dell'Australia.

Guardando negli archivi dell'Agenzia statistica nazionale australiana emerge che tra gennaio 2019 e settembre 2022 l'Italia ha importato 375.910 pelli grezze di canguro per un valore complessivo di 3,2 milioni di euro, a cui si aggiungono 13.897 pelli già trattate per un valore complessivo di ulteriori oltre 390mila euro.

Hewitt ha quindi chiesto al Governo italiano approvare la proposta di legge C.961 per introdurre il divieto in Italia all’import e commercio di prodotti derivanti dalla caccia commerciale ai canguri. La proposta è stata presentata dalla deputata del Partito democratico Eleonora Evi con il sostegno della Lav, tra le più influenti associazioni nazionali di tutela animale. L'Italia farebbe da apripista per tutta l'Unione Europea, ma i lavori per l'approvazione non sono neanche iniziati.

Come funziona la caccia ai canguri

Il Dipartimento dell'Agricoltura australiano consente la caccia commerciale a scopo di esportazione a quattro specie di canguro: il canguro rosso (Osphranter rufus); il canguro grigio orientale (Macropus giganteus); il canguro grigio occidentale (Macropus fuliginosus); il canguro delle rocce (Osphranter robustus).

Nessuna di queste è inserita nelle liste della IUCN, il più importante ente internazionale che si occupa di monitorare lo stato di salute della natura, e anche il dipartimento australiano dichiara che nessuna è a rischio di estinzione: «Non ci sono stati impatti negativi a lungo termine sulle popolazioni di canguri dopo oltre 40 anni di raccolta secondo piani di gestione commerciale, anche durante periodi di grave siccità. I ​​numeri della raccolta sono collegati alla domanda di mercato e alla capacità di produzione commerciale», si legge sul sito.

Il governo spiega anche che la caccia avviene in maniera sostenibile, seguendo il nuovo "Codice nazionale per l'abbattimento di canguri e wallaby a fini commerciali" approvato nel 2020 proprio con l'obiettivo di dare «i più alti standard di benessere animale possibili».

Le cose, però, secondo gli attivisti per i diritti degli animali non stanno così. Kangaroos Alive, tra le prime organizzazioni a sostenere e appoggiare il lavoro degli Yuin, ha dichiarato che in molti casi le operazioni di cattura vengono attutate senza riguardo al Codice e a ogni considerazione sul benessere degli animali, proprio perché avvengono senza alcuna vigilanza. È certo che le violenze avvengano anche Hewitt: «Il modo in cui i canguri vengono catturati, cacciati e uccisi è una profanazione del nostro animale sacro. Quando noi prendiamo un canguro lo facciamo seguendo un cerimoniale. Ne prendiamo solo uno o due e lo facciamo rispettosamente e non sprechiamo nulla».

A sostenere lo stop alla caccia al canguro sono circa 80 organizzazioni per i diritti degli animali, la conservazione delle specie, la veterinaria e il soccorso che hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta diretta alle autorità europee e degli Stati membri. Tra i firmatari figurano Lav per l’Italia, GAIA (ong belga), World Animal Protection, IFAW, WIRES, Animals Australia, Voiceless, Animals Asia, Eurogroup for Animals, Vets for Compassion, l'Animal Welfare Institute e il professore Peter Singer, filosofo australiano e pioniere del movimento per i diritti degli animali.

Quindi sono qui con Ricky Buchanan e io siamo qui da quando siamo tornati. Siamo membri delle nostre comunità aborigene. Sono un uomo di Jaron G Ewan dalla costa meridionale del Nuovo Galles del Sud, e siamo qui come parte di una delegazione per difendere ciò che diciamo nella mia lingua come zotico, ma anche conosciuto come canguro. Quindi siamo qui a parlare con i parlamenti europei in particolari organi statali così come l'anno per dare voce al canguro, perché attualmente è irrispettoso. Sì. Viene disonorato e importato in Europa.

la mia cultura ha più di 20.000 anni. Noi come popolo Yuan, capiamo che siamo connessi alla natura. Siamo la natura. Non siamo separati da esso. Quindi la nostra comprensione, il nostro sistema di conoscenza è profondamente collegato in modo rispettoso. Ha anche responsabilità. Quindi sono qui a tenere la voce al canguro perché il canguro è una parte del nostro sistema di conoscenza e perché è stato disrispettato e profanato. Sono qui in difesa del canguro. Sono stato invitato dai miei anziani. I miei anziani sono i miei insegnanti culturali e mi hanno insegnato l'alfabetizzazione della terra.

Siamo migliaia di persone. Ma io sono da un piccolo gruppo, un'organizzazione di aborigeni richiamati in patria, che si occupa di guarigione. Quando dico paese, paese per noi è la terra. È la natura. Quindi stiamo guarendo la natura, guarendo le persone.

I canguri causano problemi alla vostra comunità? Quindi prenderemo cerimonialmente canguro. Ne prendiamo solo uno o due e lo facciamo rispettosamente e non sprechiamo nulla.

Il messaggio di Buru è un antico modo culturale di comunicare. Quindi il disegno che ho messo in quella bacchetta del messaggio mi è stato dato dai miei anziani. Il disegno rappresenta la profonda connessione che il canguro ha con l'Australia, o il luogo che ora chiamano Australia. Esiste da milioni di anni. È intimamente connesso con l'acqua e la terra.

I canguri sono un problema per la vostra comunità? SPK_1No. Quindi non per la mia comunità. Gli australiani di grande opinione spesso si riferiscono al canguro come un parassita. Per me, il canguro è l'animale sacro, ok. Per essere protetti. Così mainstream Australia hanno chiamato il parassita canguro perché dicono che è in concorrenza con le pecore. Non per la mia gente. Rispettiamo il canguro e comprendiamo la sua importanza per la terra.

Sono a Bruxelles, parte di una delegazione, perché so che Bruxelles è uno dei maggiori importatori di prodotti canguro e il modo in cui i canguri vengono catturati, cacciati e uccisi è una profanazione del nostro animale speciale.

Il modo in cui viene ucciso per l'industria in Belgio, sta danneggiando la terra e sta danneggiando le persone.

speriamo di essere ascoltati. Sì, speriamo di essere ascoltati, ma anche nel cuore e nelle orecchie dei politici in Belgio, perché sono i decisori e possono aiutarci a vietare l'importazione di prodotti canguro nel vostro paese.

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