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25 Gennaio 2025
16:00

Come funziona il torpore, il “letargo” notturno dei colibrì

i colibrì usano il torpore, una sorta di letargo notturno, per risparmiare preziose energie. Un nuovo studio ha però scoperto che i colibrì ricorrono al torpore solo quando le riserve di grasso serali scendono sotto una precisa soglia critica.

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Una femmina di colibrì rossiccio (Selasphorus rufus)

I piccoli e frenetici colibrì sono tra gli uccelli più affascinanti e apprezzati al mondo. E nonostante le loro dimensioni estremamente ridotte, alcune specie affrontano anche migrazioni lunghe migliaia di chilometri ogni anno, nutrendosi solo del nettare dei fiori selvatici, che trasformano in preziose riserve di grasso indispensabili per il viaggio. Tuttavia, i cambiamenti climatici e l'alterazione degli habitat stanno rendendo sempre più imprevedibile la distribuzione e l'abbondanza dei fiori lungo le rotte migratorie. In questo contesto di incertezza e difficoltà, i colibrì possono però sfruttare una delle loro armi segrete più sorprendenti: il torpore, una sorta di "letargo" notturno.

Che cos'è il torpore, la modalità notturna a risparmio energetico dei colibrì

Il torpore è uno stato di ridotta attività fisiologica tipico di molti animali, soprattutto uccelli, pipistrelli e piccoli mammiferi, caratterizzato da una drastica riduzione del metabolismo e della temperatura corporea per alcune ore. A differenza dell'ibernazione o del letargo vero e proprio, che possono durare settimane o mesi, il torpore è un fenomeno temporaneo, limitato spesso alle sole ore notturne. Durante questo stato, i colibrì entrano in una sorta di "ibernazione lampo" che consente di risparmiare energia nei momenti di scarsità di cibo, come la notte.

Ora, uno studio recente, pubblicato su Proceedings of The Royal Society B: Biological Sciences, ha analizzato come i colibrì gestiscono il torpore per mantenere il livello minimo di grasso necessario alla loro sopravvivenza. La ricerca, guidata da Shayne Halter, dottorando all'Università del New Mexico, si è focalizzata in particolare su due specie migratrici: il colibrì di Calliope (Selasphorus calliope) e il colibrì rossiccio (Selasphorus rufus), che ogni anno affrontano una lunga e rischiosa migrazione tra Nord e Centro America.

Quando i colibrì scelgono di "attivare" il torpore

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Un maschio di colibrì di Calliope (Selasphorus calliope)

I ricercatori hanno scoperto che i colibrì ricorrono al torpore solo quando le riserve di grasso serali scendono sotto una precisa soglia critica, al di sotto della quale mantenere una temperatura corporea elevata metterebbe a rischio le riserve energetiche necessarie per riprendere le attività al mattino successivo. In pratica, i colibrì entrano in torpore per evitare di esaurire del tutto il grasso – che è un po' come il carburante per un'auto – necessario ad affrontare il risveglio del giorno successivo.

«I dati raccolti indicano che i colibrì decidono se e per quanto tempo entrare in torpore in base al livello di grasso corporeo – ha infatti spiegato Halter – Abbiamo scoperto che il torpore si verifica quando le riserve di grasso scendono sotto i 500 milligrammi, mentre le riserve minime del mattino si aggirano intorno ai 180 milligrammi». In sostanza, i torpore dei colibrì si attiva solo quando si "accende" la spia della riserva, un po' come accade con le auto.

Basterà il torpore a superare le sfide del futuro?

Questa eccezionale capacità di risparmiare energia ha però anche dei costi. Durante il torpore, i colibrì sono inconsapevoli di ciò che li circonda, diventando più vulnerabili ai predatori e alle intemperie. Per questo motivo, ricorrono al torpore solo quando è strettamente necessario, regolando la durata di questo stato per soddisfare i bisogni energetici minimi del mattino, soprattutto per affrontare le migrazioni, eventi già estremamente impegnativi per questi piccolissimi uccelli e che già comportano alti tassi di mortalità.

Inoltre, le condizioni sempre più aride e calde del sud-ovest degli Stati Uniti, combinate con la scomparsa delle piante autoctone a favore di specie invasive, stanno riducendo drasticamente la disponibilità di nettare lungo le rotte migratorie. Questo studio, offre quindi indizi preziosi su frequenza, durata del torpore e riserve di grasso nei colibrì migratori, uno strumento che potrebbe rivelarsi cruciale per valutare lo stato di salute delle popolazione e per sviluppare misure di conservazione mirate per tutelare questi piccoli grandi viaggiatori.

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