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13 Novembre 2024
17:33

Come fanno gli uccelli migratori a sapere dove andare? Uno studio mette in discussione il ruolo del campo magnetico terrestre

Gli uccelli migratori sanno esattamente dove andare per raggiungere persino luoghi che non hanno mai visto prima. Sfruttano anche il campo magnetico terrestre, ma un nuovo studio mette in discussione su come fanno a sfruttarlo per sapere esattamente dove si trovano e in che direzione volare.

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Volare per migliaia di chilometri per raggiungere i luoghi di svernamento o di riproduzione è una delle imprese più epiche del regno animale. Stiamo parlando naturalmente degli uccelli migratori, piccoli e straordinari viaggiatori che sorvolano oceani, deserti e montagne collegando tra loro gli angoli più remoti del nostro pianeta.

Ma come fanno gli uccelli a sapere esattamente dove andare? Questa domanda tormenta da sempre scienziati e ornitologi e pensavamo di aver ormai trovato una risposta. Tuttavia, un nuovo studio appena pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences e condotto dall'Università di Bangor, in Galles, potrebbe riscrivere, almeno in parte, ciò che credevamo di sapere sul misterioso sistema di navigazione degli uccelli migratori, in particolare sul ruolo del campo magnetico terrestre. Gli uccelli migratori, infatti, sono in grado di percepire e sfruttare il campo geomagnetico della Terra, ma come?

Inclinazione e declinazione magnetica: un esperimento conferma le due componenti necessarie alla migrazione

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Immagine da Florian Packmor et al., 2024

Da decenni, gli scienziati ipotizzano che molti uccelli migratori utilizzino un sistema di orientamento chiamato "mappa e bussola", dall'inglese "map-and-compass". La "mappa" serve a determinare la loro posizione geografica nel globo, mentre la "bussola" li aiuta a orientarsi nella direzione giusta. Tuttavia, la natura esatta della "mappa" è rimasta a lungo oggetto di grandi dibattiti e discussioni tra gli studiosi. Lo studio si è concentrato sulla cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), un piccolo uccello migratore comune anche in Italia e famoso per la sua lunga migrazione tra Europa e Africa sub-sahariana.

Attraverso un esperimento innovativo, i ricercatori hanno dimostrato che questi uccelli possono in realtà fare affidamento solo su due componenti specifiche del campo magnetico terrestre – l'inclinazione e la declinazione magnetica – per determinare la loro esatta posizione e la direzione da seguire per continuare il viaggio. Per testare questa capacità, gli scienziati hanno sottoposto alcune cannaiole a condizioni magnetiche alterate artificialmente. In pratica, hanno modificato artificialmente l'inclinazione e la declinazione magnetica per simulare così uno spostamento geografico, lasciando però invariata l'intensità totale del campo magnetico.

Il valore del campo magnetico terrestre non è infatti costante in tutto il globo, ma è più intenso ai poli e più debole all'equatore, e si pensava servisse agli uccelli per capire dove si trovassero. Il risultato è stato però inaspettato: gli uccelli hanno reagito come se fossero davvero stati "trasferiti" in un'altra parte del mondo, adattando di conseguenza la loro rotta migratoria. Questo comportamento compensatorio dimostra quindi che l'inclinazione e la declinazione magnetica forniscono informazioni sufficienti per potersi orientare, sfidando l'idea che tutte le componenti del campo magnetico, inclusa l'intensità, siano necessarie per orientarsi.

La flessibilità e l'adattabilità degli uccelli migratori

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Le cannaiole si riproducono in Europa e trascorrono l’inverno in Africa sub–sahariana

«La cosa interessante è che gli uccelli non hanno bisogno di tutte le componenti del campo magnetico terrestre per determinare la loro posizione», ha spiegato Richard Holland, esperto in comportamento animale e coordinatore dello studio. «Possono fare affidamento esclusivamente sull'inclinazione e sulla declinazione magnetica, che vengono utilizzate anche per l'orientamento tramite bussola». Questa scoperta mette in discussione le teorie abbastanza consolidate secondo cui l'intensità totale del campo magnetico sarebbe indispensabile per per poter migrare orientandosi in maniera precisa.

«Non sappiamo ancora se l'intensità venga usata in altri contesti», ha comunque sottolineato Holland, «ma ciò che abbiamo dimostrato è che inclinazione e declinazione sono sufficienti per fornire informazioni sulla posizione». Lo studio rafforza quindi l'ipotesi che gli uccelli migratori siano dotati di un sistema di navigazione interno molto complesso e allo stesso tempo flessibile. Questa capacità consente loro di adattarsi a condizioni ambientali nuove o impreviste, dimostrando un'abilità straordinaria nel saper leggere i segnali nell'ambiente in cui si trovano. I risultati aprono quindi nuove strade per lo studio non solo sulla migrazione, ma anche su come gli animali interagiscono e interpretano il mondo che li circonda.

Oltre la scienza: un invito alla meraviglia

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Ne abbiamo fatta di strada da quando Aristotele pensava che le rondini, in inverno, si trasformassero magicamente in rane

«Ogni scoperta in questo campo non solo ci avvicina a una maggiore comprensione del comportamento animale, ma ci invita anche a riflettere sulla complessità e l'ingegnosità della natura», ha concluso Richard Holland. La capacità degli uccelli migratori di attraversare oceani, deserti e montagne senza mai perdersi è una delle tante testimonianze del legame indissolubile tra gli esseri viventi e il nostro pianeta. Comprendere come funzionano questi meccanismi non è quindi solo una sfida scientifica, ma anche un modo per apprezzare la straordinaria diversità nel modo in cui le altre specie stanno al mondo.

Questo studio ci ricorda ancora una volta che, per quanto ne sappiamo, c'è ancora molto da scoprire e da proteggere in un mondo che non smette mai di sorprenderci. Appena fuori dalle nostre finestre miliardi di piccoli e grandi animali si spostano in massa tra i nostri mari, tra i nostri giardini e nelle nostre città. Succede ogni anno, appena fuori dalle nostre finestre.

Ne abbiamo certamente fatta di strada da quando Aristotele pensava che le rondini, posandosi sui canneti alla fine dell'estate, si trasformassero magicamente in rane per poi tornare a volare nella primavera successiva. Ma c'è ancora tantissimo da scoprire per continuare a meravigliarsi.

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