Il criceto dorato (Mesocricetus auratus) è uno degli animali da compagnia più diffusi al mondo, ma non tutti sanno che in determinate condizioni ambientali può andare anche in letargo, come tante altre specie della sua stessa famiglia: i Cricetidi. Quando si trovano in questo stato il loro battito cardiaco e il metabolismo rallentano.
Questo succede perché gli esemplari domestici raramente sono sottoposti a una temperatura così bassa che li induce a prepararsi all'inverno come invece accade negli esemplari selvatici, ma in alcuni casi – quando si trovano vicino a una finestra o in un luogo freddo dell'abitazione, per esempio – il loro istinto li spinge a risparmiare energia, inducendoli a costruirsi un rifugio dove dormire durante la stagione fredda.
Per quanto raro, quindi, anche i criceti domestici possono entrare in letargo, ma in questo caso il fenomeno è sinonimo di una cattiva gestione dell'animale da parte dell'uomo o di un problema di salute. In questo articolo andremo a spiegare come riconoscere un criceto in letargo e perché è meglio non svegliarlo, visto che un veloce risveglio può risultare persino fatale a questo simpatico roditore.
I criceti vanno in letargo?
Le popolazioni naturali di Mesocricetus auratus sono originarie dell'attuale regione della Siria, del Libano e della Turchia. Non sono popolazioni sottoposte ai rigidi inverni continentali presenti in Nord America e in Europa, ma anche loro sono preparati ad andare in letargo quando la temperatura esterna scende al di sotto degli 8 gradi centigradi, per affrontare questo periodo dell'anno che in queste aree geografiche può risultare, a seconda degli anni, anche molto freddo. Il letargo assicura quindi a questi animali di sopravvivere alle avversità delle condizioni più estreme.
Questa regola vale anche per le popolazioni naturali del criceto comune (Cricetus cricetus), oggi a rischio d'estinzione in natura, del criceto di Roborowskij (Phodopus roborowskij) e per tutte le altre specie nane che vengono generalmente tenute come animali domestici.
Le ragioni per cui però gli esemplari domestici non vanno in letargo non si limitano al fatto che di solito sono sottoposti ad una temperatura costante ed elevata. Dentro casa infatti i criceti godono anche di un maggior rifornimento di cibo, una condizione che li spinge ad avere una maggiore sicurezza energetica, che l'induce a non preoccuparsi per la stagione magra dell'anno. Inoltre, la luce artificiale che colpisce costantemente le loro gabbie rallenta anche il loro metabolismo, inducendogli a credere di vivere in un'eterna estate o tutt'al più in una lunga primavera.
Come e quando vanno in letargo i criceti?
I criceti, quando percepiscono un abbassamento costante delle temperature e un cambiamento del fotoperiodo giornaliero, cominciano ad assumere una maggiore quantità di cibo, cercando di ingrassare per andare incontro ai lunghi mesi invernali in cui si troveranno a digiunare, durante il lungo sonno. Quando sono in procinto di entrare in letargo, iniziano anche a costruire il loro nido, in cui passeranno le settimane invernali. Il nido negli esemplari selvatici può essere sia sottoterra che al livello della superficie, a seconda delle condizioni climatiche avverse e della regione che abitano. Solitamente però è formato da residui vegetali e da piccoli grumi di fango, che gli consentono di formare delle pareti isolanti sufficientemente spesse da mantenere una temperatura interna costante, sopra i 5 gradi centigradi.
Quando ritengono di avere tutto pronto, entrano dentro la loro tana e nell'arco di poche ore si addormentano, per un numero variabile di settimane a seconda della specie, delle condizioni del clima e delle località geografiche: il criceto dorato in generale può passare anche 2 mesi in questa condizione. Quando la temperatura s'innalzerà, il metabolismo del criceto comincerà a percorrere i passaggi che gli consentono di svegliarsi senza particolari problemi. Le fasi del risveglio infatti avvengono in maniera graduale e possono durare anche alcuni giorni, prima che l'animale apra per la prima volta dopo molte settimane gli occhi.
Come capire se un criceto è morto o è in letargo?
Per comprendere se il nostro criceto è morto o è ancora vivo, mentre sta dormendo per il letargo, per prima cosa dobbiamo controllare se respira. Infatti, qualora il suo petto non dovesse mostrare i chiari movimenti della ventilazione, c'è la possibilità che il vostro piccolo roditore sia morto, magari a causa dell'età e del freddo. Anche i movimenti dei baffi possono aiutarvi a capire se sta respirando o meno, ma ricordatevi che alcune specie sono così tanto piccole che è difficile notare un eventuale movimento dei peli che gli circondano il muso.
Se non riuscite a notare segni della respirazione, potete anche controllare se le sacche guanciali contengono ancora cibo. Questi animali infatti spesso vanno in letargo conservando dei semi ai lati della bocca, così da fare uno spuntino nel caso in cui perdano troppa massa o soffrano di ipotermia. Attivare il sistema digerente infatti gli consente di produrre maggiore calore, una soluzione efficiente quando si rischia di morire di freddo per colpa di qualche grado in meno. Se non doveste trovare cibo all'interno delle sacche guanciali e trovare invece fredda la pelle dell'animale, questi sono purtroppo dei chiari indizi del decesso dell'animale.
Invece, se toccate leggermente con la punta delle dita l'addome o la schiena del criceto, potete facilmente capire se esso sia morbido (e quindi vivo) o soggetto al rigor mortis, la classica rigidità cadaverica dovuta alla modificazione della struttura e della consistenza muscolare, per colpa della degradazione delle fibre che ne compongono le strutture. Infine, se trovate il vostro criceto immobile, ma con gli occhi aperti, anche questo può essere un infausto sintomo che avete perso il vostro caro amico.
Si può svegliare un criceto in letargo?
Si sconsiglia sempre di svegliare il criceto in maniera improvvisa, poiché lo spavento provocato dal risveglio può causarne la morte tramite un repentino infarto. Inoltre anche uno sbalzo improvviso della temperatura può ucciderli. Lo shock provocato al metabolismo, ponendoli da una condizione invernale a una più temperata o tropicale, può infatti destabilizzare ugualmente il criceto, che è del tutto impreparato ad affrontare queste situazioni. Quindi non ponete mai un criceto vicino ad una stufa o a un termosifone, qualora sia entrato da poco in letargo.
Per svegliarlo più dolcemente dovete invece premunirvi di pazienza e lavorare per fasi. Per prima cosa, se l'animale si trova all'esterno o vicino ad una finestra, portatelo in una stanza interna, ma in un luogo comunque arieggiato. Poi dopo qualche ora ponete l'animale in un ambiente che presenti una temperatura stabile, non superiore ai 15 gradi. In questa fase, il criceto dovrebbe iniziare a risvegliarsi. Nel caso in cui questo non succeda, controllate che sia ancora vivo, tramite i consigli che vi abbiamo fornito sopra.
Se è ancora vivo, ma solo addormentato, potete anche tenerlo al caldo tra le mani o dentro un panno, accarezzandolo delicatamente. Nell'arco di alcune ore o giorni, il criceto dovrebbe risvegliarsi e quando questo succede nutritelo e idratatelo, fornendogli soprattutto frutta che contiene molti zuccheri. In queste fasi infatti il criceto non può cibarsi facilmente di cibi particolarmente duri che consumano molta energia.
Infine, nell'ultima fase del risveglio, ponetelo anche nelle stanze che presentano riscaldamento, sempre però non esponendolo al calore diretto. Dopo qualche altra ora, dovrebbe ricominciare a muoversi come sempre e a richiedere attenzioni. Nel caso non sia così, chiamate urgentemente il veterinario, che vi consiglierà dei prodotti per aiutarlo a riprendersi.
Nel caso in cui doveste invece trovare un criceto selvatico in letargo, abitando nelle regioni in cui sono ancora presenti, non prelevatelo dalla sua tana! È assolutamente vietato infatti tenere degli esemplari selvatici dentro casa. E questo vale anche per le arvicole, i ghiri o per tutti gli altri roditori che talvolta le persone prelevano, credendo di aiutarli a superare l'inverno.