Un gruppo formato da cittadini e volontari ha salvato oltre 30 globicefali spiaggiati sulla spiaggia di Ruakākā, piccola città nel nord della Nuova Zelanda. Nel pomeriggio di domenica 24 novembre decine di globicefali, conosciuti anche come balene pilota, si sono piaggiati in massa davanti agli occhi attoniti dei presenti.
Subito le famiglie e i turisti presenti hanno lanciato l'allarme anche attraverso i gruppi Facebook come Ruakākā Community Hub. Proprio all'interno di questa comunità online sono stati diffusi i primi video verso le ore 17.
Le operazioni di salvataggio delle 30 balene pilota
Le operazioni di salvataggio hanno coinvolto un gran numero di cittadini che sono stati reclutati dal gruppo di nativi Patuharakeke e dagli attivisti per la fauna marina del Project Jonah. Successivamente sono stati affiancati dalle autorità che con la supervisione degli esperti hanno provato a salvare il maggior numero possibile di animali. Al termine delle operazioni, dei 40 globicefali spiaggiati sono state dichiarati morti 3 adulti e un cucciolo, mentre tutti gli altri hanno ripreso il mare.
Uno sforzo collettivo che contro ogni aspettativa ha permesso di salvare un gran numero di animali, come sottolineato dal Department of Conservation della Nuova Zelanda: «Lo sforzo sulla spiaggia è stato incredibile, erano tutti uniti per le balene. È incredibile vedere la genuina cura e compassione che le persone hanno dimostrato verso questi magnifici animali. Questa risposta dimostra il profondo legame che tutti condividiamo con il nostro ambiente marino».
Solitamente, per salvare un cetaceo spiaggiato di medie dimensioni si utilizzano delle "barelle" di tessuto o altro materiale morbido su cui fare scivolare l'animale per poi sollevarlo e riportarlo in acqua. Così hanno fatto anche i presenti accorsi sulla spiaggia di Ruakākā. Un'operazione non semplice dato che una balena pilota può arrivare a pesare 3mila chilogrammi, come un Suv di grossa cilindrata.
Il Department of Conservation, l'ente che nel paese si occupa di fauna selvatica, interviene in media su 85 spiaggiamenti di mammiferi marini all'anno, per lo più riguardanti singoli esemplari. Anche se la Nuova Zelanda è considerata un hub degli spiaggiamenti di questi animali è raro che simili episodi coinvolgano più individui malati o disorientati. mentre per gli spiaggiamenti di massa gli esperti non hanno ancora un'opinione unanime sulle cause. Il più grande spiaggiamento di questi animali si è verificato nel 1918 sull'isola di Chatham e ha coinvolto almeno 1.000 globicefali.
Chi sono le balene pilota e perché si chiamano così
Nonostante il nome le "balene pilota" non sono davvero balene, ma globicefali (Globicephala melas), un'altra specie di cetacei. Dopo l'orca, il globicefalo è il Delfinide più grande. Deve il suo nome alla particolare forma della testa, dalla sommità tipicamente sferica che sporge dall'acqua.
I globicefali sono di colore grigio scuro con striature di colore più chiaro dietro gli occhi e con una macchia grigio chiaro sul petto. Le pinne dorsali invece sono inclinate e arrotondate.
Questi animali vivono in gruppi familiari stabili composti anche da 100 individui e la prole di entrambi i sessi rimane nel gruppo della madre per tutta la vita. Devono il nome di "balena pilota" perché un tempo si pensava che ogni gruppo seguisse un "pilota".