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7 Gennaio 2025
12:54

Chiuso Marineland, il più grande parco marino d’Europa: incerto il futuro delle orche Wikie e Keijo

Marineland, il più grande parco marino d'Europa situato ad Antibes, in Francia, ha chiuso definitivamente. Difficoltà economiche, visitatori in calo e una legge che vieta gli spettacoli con i cetacei, hanno segnato la fine del delfinario fondato nel 1970. Rimane incerto il futuro delle ultime due orche, Wikie e suo figlio Keijo, che potrebbero finire in Giappone.

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Wikie e suo figlio Keijo, nato nel 2013. Foto di Didier Baverel/WireImage

Domenica scorsa ha chiuso definitivamente Marineland, il più grande parco marino d'Europa situato ad Antibes, in Francia. La decisione è stata presa dopo anni di difficoltà economiche, visitatori in calo e per l'approvazione di una legge del 2021 che vieta gli spettacoli con i cetacei. Questo evento segna la fine del delfinario fondato nel 1970, ma lascia in sospeso il futuro delle ultime due orche rimaste nel parco, Wikie e suo figlio Keijo nato nel 2013, e degli oltre 4.000 animali appartenenti a 150 specie che vivono ancora nella struttura.

Il destino delle due orche, così come quello di delfini, leoni marini, tartarughe e pesci, rimane nebuloso. La direzione di Marineland ha annunciato che la priorità sarà "ricollocare tutti gli animali nelle migliori strutture disponibili". Tuttavia, la proposta di trasferire Wikie e Keijo in Giappone, dove le normative sul benessere animale sono meno rigide rispetto a quelle europee, ha sollevato forti critiche da parte degli animalisti e della ministra francese per la transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher, che si è opposta fermamente a questa soluzione.

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Il parco è stato spesso duramente criticato dagli animalisti. Foto di Denis Thaust/SOPA Images/LightRocket via Getty Images

La chiusura di Marineland segna la fine di una storia iniziata nel 1970, quando il conte Roland de La Poype fondò il parco ispirandosi ai grandi acquari e delfinari americani. Per decenni, il delfinario è stato un simbolo della Costa Azzurra, attirando fino a 1,2 milioni di visitatori l'anno. Tuttavia, una serie di eventi avversi ha portato al suo progressivo declino: dalle alluvioni del 2015, al famoso documentario "Blackfish" del 2013, che denunciava le condizioni di vita inaccettabili delle orche in cattività, fino alla pandemia da COVID-19.

Negli ultimi anni, le presenze erano crollate a "soli" 425.000 visitatori annui. A pesare sul destino e la reputazione del parco anche le morti di due orche nel 2023, Moana e Inouk, avvenute tra tante polemiche a pochi mesi di distanza l'una dall'altra. Ma è anche grazie e una crescente consapevolezza pubblica sul benessere dei cetacei e degli altri animali in cattività, in particolare per le condizioni in cui vivono delfini e orche, ad aver pesato sul calo drastico dei visitatori.

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Le due orche potrebbero finire in Giappone, dove le norma in materia di benessere animale sono meno restrittive. Foto di Jean–Marc Zaorski/Gamma–Rapho via Getty Images

Marineland ha ora tempo fino al dicembre 2026 per trovare una nuova sistemazione per Wikie, Keijo e tutti gli altri animali, ma l'intera vicenda rappresenta inevitabilmente una sfida per l'intero settore dei delfinari in Europa, sempre più in difficoltà e con tanti animali da ricollocare. Resta da vedere se questa chiusura segnerà un punto di svolta nella gestione dei cetacei in cattività in Europa o se, invece, l'eventuale trasferimento delle orche in Giappone, dove gli animali potrebbero essere costretti a esibirsi di nuovo, riaccenderà le polemiche.

Per alcuni, la chiusura di Marineland potrebbe essere un'occasione per riflettere sul futuro dei delfinari in Europa e sull'opportunità di ripensare a modelli alternativi, più sostenibili e al passo coi tempi per i parchi acquatici e marini che rispettino maggiormente il benessere animale e la crescente consapevolezza sia scientifica che pubblica sulle condizioni non più accettabili in cui sono costretti a vivere in cetacei e altri animali in cattività.

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