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25 Marzo 2025
13:52

Chi sono i levrieri che vengono uccisi o lasciati morire di fame in Spagna. “Un galgo non vale una peseta”

In Spagna, ogni anno, fino a 70.000 galgos vengono massacrati dai cacciatori. I cani non considerati adatti vengono impiccati, gettati nei pozzi, lasciati morire di fame, bastonati fino alla morte. Abbiamo parlato di questa strage silenziosa con Cinzia Crea, una delle volontarie che salvano e cercano una nuova famiglia per centinaia di levrieri spagnoli.

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Ogni anno, in Spagna, migliaia di galgo vengono abbandonati o uccisi perché considerati "non utili". Un strage silenziosa che costa la vita di 60 e i 70 mila cani ogni anno

In Spagna, ogni anno, decine di migliaia di cani vengono allevati, sfruttati, maltrattati e poi massacrati. Sono i galgos, gli eleganti levrieri spagnoli selezionati per la caccia alla lepre e, per questo, condannati a un destino terribile e disumano non appena diventano "inutili" per i loro "umani", i galgueros. Si tratta di un sistema spietato, ben radicato nella tradizione e persino tollerato, che porta alla morte tra i 60 e i 70 mila cani ogni anno, selezionati nella maniera più brutale del termine: uccidendo gli animali non più adatti.

Questa non è una storia del passato, ma una realtà che si ripete ciclicamente, una mattanza silenziosa che si consuma lontano dagli occhi del mondo. Nel mondo dei galgueros, l'obiettivo è uno soltanto: trovare il cane perfetto, quello più veloce, resistente, agile. E per riuscirci, vengono allevati migliaia di cuccioli ogni anno, con una selezione spietata: chi non è abbastanza forte o veloce viene così eliminato senza troppi scrupoli, perché inutile e costoso. I più fortunati vengono semplicemente abbandonati, gli altri subiscono una morte atroce.

Il terribile destino dei galgos: il racconto della volontaria Cinzia Crea

A raccontarci questa terribile realtà è Cinzia Crea, volontaria dell'associazione "Insieme per FBM", il gruppo di riferimento italiano della Fundación Benjamín Mehnert, la più importante organizzazione che si occupa del salvataggio e del recupero di questi cani. "Il galgo è un cane da caccia sfruttato dai cacciatori. I galgueros li costringono a correre legandoli ad auto e bici per allenarli e poi scartare quelli che per loro non vanno bene, che non sono adatti. Ci sono naturalmente cacciatori e allevatori registrati, ma ci anche tanti clandestini".

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Il galgo o levriero spagnolo è una razza selezionata per la caccia alla lepre

Ogni anno, quindi migliaia di cani vengono brutalmente "selezionati" nel peggior modo possibile. Cuccioli, anziani, feriti, nessuno è escluso. "Tutti i cani che non soddisfano le aspettative dei cacciatori vengono eliminati in modi atroci: impiccati, gettati nei pozzi, lasciati morire di fame, bastonati a morte o abbandonati nelle perreras, i canili spagnoli dove l'eutanasia è di routine per ridurre i costi di gestione", racconta Cinzia Crea.

Un sistema brutale aiutato dalla legge spagnola

Purtroppo, la legislazione spagnola non aiuta. L'ultima legge sul benessere animale, approvata nel 2023, ha deliberatamente escluso i cani da caccia da qualsiasi forma di tutela, equiparandoli di fatto al "bestiame". Questo significa che i galgueros possono "gestirli" senza troppe preoccupazioni o restrizioni, eliminandoli senza temere conseguenze. "Per loro non è un problema ucciderli brutalmente, in qualsiasi modo. Dicono sempre: ‘un galgo non vale una peseta‘ (la moneta spagnola precedente all'Euro, ndr). Non vale sprecare nemmeno una pallottola per un cane", prosegue Crea.

Questo sistema brutale si basa su una mentalità arcaica e brutale e si regge ancora oggi grazie a una complicità diffusa, dove la vita di questi animali vale meno di niente. Inoltre, non sempre le autorità riescono a intervenire, visto la mattanza avviene quasi sempre al sicuro delle proprietà private.

I volontari scendono in campo per salvare i galgos

Di fronte a questa carneficina, le associazioni e volontari combattono ogni giorno per salvare i galgos. Ogni anno, salvano centinaia di cani dagli abusi, li accudiscono, li riabilitano e cerca per loro una nuova famiglia.

"Noi cerchiamo di far cambiare le leggi, ma non è semplice e tante persone e volontari sul territorio si concentrano quindi sui cani. Recuperano quelli cani scartati, salvano quelli maltrattati, ma i rifugi sono pieni. Spesso sono gli stessi galgueros, quelli ‘buoni', che danno via i cani scartati. Ma il problema è immenso e le risorse scarseggiano. La fondazione ospita attualmente circa 680 cani, un numero che dimostra la portata del dramma", sottolinea Cinzia Crea.

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Associazioni e volontari salvano centinaia di galgos ogni anno trovando per loro una nuova famiglia

La Fundación Benjamín Mehnert è uno dei principali punti di riferimento mondiali per i galgos e ha poi associazioni di riferimento, come "Insieme per FBN", sparse in tutta Europa e che cercano di dare una nuova vita a questi cani. Tutti i galgos salvati si trovano in Spagna, ma possono essere adottati attraverso un percorso consapevole e ben strutturato seguito passo dopo passo dai volontari.

"Noi siamo l'unica associazione italiana che può prendere i galgos dalla fondazione. Facciamo un profilo di ogni cane, li sterilizziamo e cerchiamo di farli adottare attraverso un percorso strutturato e consapevole fatto di tanti incontri per valutare la compatibilità tra famiglia e singolo cane. I cani rimangono in Spagna fino a quando l'adozione non va a buon fine e, se si trova quello adatto, l'adozione va a buon fine. Siamo contrari a tenerli qui in Italia inutilmente", racconta ancora Crea.

Questa strage può finire solo con un cambiamento culturale drastico, accompagnato da norme e leggi più stringenti a tutela del benessere dei cani da caccia in Spagna. Tuttavia, nel frattempo, chiunque può dare una mano, anche se non può adottare un galgo. "Se qualcuno vuole aiutarci sono bene accette donazioni e adozioni a distanza, basta anche solo un euro al mese o parlarne per raccontare questa storia: questo schifo deve finire", conclude Cinzia Crea.

Raccontare questa strage silenziosa che avviene ogni anno nel cuore dell'Europa civile, è sicuramente il primo passo. Far conoscere la terribile realtà dei galgos significa accendere un riflettore su un massacro che altrimenti continuerebbe nel silenzio più totale. Naturalmente, aiutare i rifugi, adottare un galgo e supportare le associazioni, sono piccoli gesti che possono fare una grande differenza per questi cani. Perché nessun essere vivente dovrebbe mai essere considerato uno "strumento" usa e getta.

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