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17 Aprile 2025
20:00

Chi sono gli animali da “supporto emotivo”: cosa fanno e perché sono importanti

Gli animali da supporto emotivo (ESA - Emotional Support Animals) offrono conforto a persone con ansia, depressione e altri disturbi mentali. Non sono addestrati, ma la loro presenza migliora il benessere. In Italia manca una normativa chiara sul loro riconoscimento.

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Negli ultimi anni, il termine "animali da supporto emotivo" è diventato sempre più familiare, non solo nei contesti clinici, ma anche nel linguaggio comune e nei media. Complice anche l'aumento della sensibilizzazione verso la salute mentale, molte persone hanno iniziato a interessarsi a questi animali che, pur non essendo formati come i cani guida, offrono un aiuto fondamentale a chi soffre di disturbi psicologici o emotivi.

Negli Stati Uniti, la dicitura ufficiale è emotional support animals, spesso abbreviata in ESA, mentre in Italia sono noti anche come cani d'assistenza. Con questi termini ci si riferisce agli animali domestici che forniscono conforto e sostegno emotivo a individui che convivono con condizioni come ansia, depressione, stress post-traumatico. La loro funzione non è quella di svolgere compiti pratici, ma di offrire una presenza rassicurante e stabile, capace di ridurre il disagio emotivo nei momenti più critici.

Cosa fa un animale da supporto emotivo? In quali casi vengono impiegati gli ESA

Un animale da supporto emotivo, o d'assistenza psichiatrica, svolge un ruolo essenziale nel benessere psicologico del proprio umano. A differenza dei cani guida per non vedenti o i cani per persone con disabilità motorie, gli ESA non sono formati per compiere azioni specifiche. Tuttavia, la loro presenza può avere un effetto profondamente positivo sullo stato emotivo di una persona. Gli ESA vengono impiegati in diversi contesti, in particolare quando si tratta di affrontare disturbi come l'ansia generalizzata, la depressione, le fobie sociali, il disturbo ossessivo-compulsivo o i traumi legati a esperienze passatw.

Avere accanto un animale può significare sentirsi meno soli, percepire un senso di responsabilità e ricevere un conforto nei momenti di crisi. Gli ESA sono particolarmente utili anche per chi ha difficoltà a uscire di casa o a confrontarsi con ambienti sociali, perché la loro presenza può ridurre lo stress e aiutare a mantenere la calma.

Negli Stati Uniti questi animali hanno riconoscimento e il binomio con l'umano ha diverse tutele legali: per esempio, in passato potevano viaggiare gratuitamente con il loro umano in cabina sugli aerei, grazie a specifiche normative federali. Alcune compagnie hanno modificato le loro politiche più di recente, ma gli ESA sono comunque riconosciuti come un vero e proprio sostegno terapeutico.

In Italia, la situazione è più complessa: manca un riconoscimento formale e uniforme su scala nazionale, e ciò rende difficile garantire a questi animali gli stessi diritti, per esempio nell'accesso ai mezzi di trasporto o in luoghi pubblici. Questo comporta una certa discrezionalità, con differenze significative da regione a regione e da struttura a struttura.

Quali sono gli animali più adatti al supporto emotivo: non solo cani e gatti

Quando si pensa agli animali da supporto emotivo, l'immaginario comune si concentra su cani e gatti. Questi sono gli ESA più diffusi perché sono anche quelli maggiormente presenti nelle case, inoltre vista la stretta co-evoluzione con la nostra specie riescono a stabilire legami profondi con gli esseri umani. Anche se i cani non sono gli unici animali a percepire le emozioni umane, sono tra i più bravi a decodificarle e a calmare le crisi d'ansia semplicemente stando vicini o appoggiando il muso sulle gambe.

Anche i conigli e i criceti possono diventare un punto di riferimento emotivo importante, soprattutto in ambienti più piccoli o per chi non può gestire animali più impegnativi. In certi casi, sono stati riconosciuti come ESA anche animali meno comuni, come mini pony, capre o addirittura maiali. L'unico vero limite è che si tratti di animali domestici, quindi specie abituate ad avere uno stretto contatto con l'essere umano.

Qual è la situazione degli ESA in Italia: come si può avere un animale per il supporto emotivo

In Italia, il tema degli animali da supporto emotivo è ancora poco regolamentato rispetto ad altri Paesi, e questo può generare confusione in chi vorrebbe intraprendere questo percorso. A differenza degli Stati Uniti, dove gli ESA sono riconosciuti da certificati medici rilasciati da professionisti della salute mentale, nel nostro Paese manca una normativa chiara e condivisa che stabilisca cosa sia un animale da supporto emotivo, quali siano i suoi diritti e quelli del suo umano.

Non esiste, al momento, un registro ufficiale degli ESA né un percorso unico per ottenerne il riconoscimento. Tuttavia, in alcuni casi è possibile richiedere una certificazione da parte di uno psicologo o di uno psichiatra che attesti la necessità di avere un animale accanto per il proprio equilibrio psico-emotivo. Questo documento può essere utile per poi rivolgersi ad associazioni internazionali che a loro volta possono fornire certificati con cui giustificare la presenza dell’animale in contesti in cui normalmente non sarebbe ammessa, come luoghi di lavoro o mezzi di trasporto.

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