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14 Marzo 2025
19:00

Chi era il rospo dorato e perché si è estinto

Il rospo dorato era un piccolo anfibio che viveva esclusivamente in Costa Rica e che si è estinto alla fine degli anni 80. La sua rapida scomparsa lo ha reso uno dei simboli della sesta estinzione di massa e della crisi globali degli anfibi, accendendo per la prima volta i riflettori su questo gruppo di animali tra i più minacciati del pianeta.

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Un rospo dorato maschio fotografato negli anni 80. Foto da Wikimedia Commons

Il rospo dorato (Incilius periglenes) era un anfibio che è diventato, suo malgrado, una delle vittime più celebri della pesante crisi che stanno affrontando questi animali in tutto il mondo. Questo piccolo anuro, un tempo presente nelle foreste nebulose del Costa Rica, è infatti scomparso per sempre alla fine degli anni 80, diventando uno dei simboli della sesta estinzione di massa e uno dei primi anfibi a scomparire per sempre proprio sotto ai nostri occhi.

La sua estinzione, causata probabilmente da una combinazione di fattori tra cui cambiamenti climatici e infezioni fungine, è diventata un vero e proprio manifesto di come le attività umane stiano alterando il pianeta e spingendo la biodiversità sull'orlo del precipizio. Il suo declino rapido e improvviso ha scosso la comunità scientifica e ha dato il via a una maggiore consapevolezza sulla crisi globale degli anfibi, tra i gruppi animali a maggior rischio estinzione. Ma chi era esattamente questo piccolo anfibio? E perché si è estinto così rapidamente?

Chi era il rospo dorato e dove viveva

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Il rospo dorato viveva esclusivamente tra le foreste nebulose della riserva di Monteverde, in Costa Rica

Scoperto e descritto ufficialmente solamente nel 1966 dall'erpetologo statunitense Jay Savage, il rospo dorato era un piccolo anuro lungo circa 5 centimetri, con un aspetto inconfondibile. I maschi erano di un giallo-arancio brillante, quasi fluorescente, mentre le femmine avevano colori più scuri, ma molto variabili, con sfumature nere, cioccolato, verdi e gialle. Questo dimorfismo sessuale così marcato si rifletteva anche nelle dimensioni: le femmine, come accade spesso nei rospi, erano molto più grandi dei maschi.

Il rospo dorato viveva esclusivamente nella foresta nebulosa della Riserva di Monteverde, in Costa Rica, a un’altitudine compresa tra i 1.500 e i 1.600 metri. Il suo habitat era quindi un ecosistema molto limitato e parecchio fragile, caratterizzato da un'elevata umidità e temperature relativamente stabili, dove la pioggia e la nebbia erano elementi fondamentali per la vita di molte specie animali. Le sue abitudini erano infatti strettamente legate al ciclo delle piogge.

Durante la stagione secca, rimaneva nascosto sotto terra o tra le radici degli alberi. Ma con l'arrivo delle piogge primaverili, emergeva per riprodursi in piccole pozze temporanee, dove i maschi si riunivano in massa per contendersi le femmine disponibili. Questo comportamento riproduttivo, descritto anche come "esplosivo", rendeva la specie particolarmente attiva solamente in un brevissimo periodo dell'anno. Per anni, il rospo dorato è stato considerato abbondante, nonostante la distribuzione limitata. Poi, improvvisamente, qualcosa è cambiato.

Perché il rospo dorato si è estinto

A partire dagli anni 80, gli scienziati iniziarono a notare un calo drastico delle popolazioni. Nel 1987, l'erpetologa Martha Crump, che studiato e monitorato questa specie per tanto tempo, osservò circa 133 rospi durante la stagione riproduttiva. L'anno successivo, ne furono avvistati appena 10 o 11. Nel 1989, precisamente il 15 maggio, un solo maschio. Poi, il silenzio. Da quel momento, nonostante ripetute spedizioni sul campo negli anni successivi, nessuno è mai più riuscito a osservare un rospo dorato vivo e vegeto. La specie era definitivamente estinta.

Ma cosa ha causato un'estinzione così rapida? Gli scienziati hanno in realtà formulato diverse ipotesi e la più accreditata è che sia stato un mix di fattori. Uno dei principali sospettati è il cambiamento climatico. Alla fine degli anni 80, la regione di Monteverde fu colpita da una delle peggiori siccità mai registrate, probabilmente legata al fenomeno di El Niño. Le pozze temporanee in cui il rospo dorato si riproduceva si asciugarono prima che i girini potessero completare la metamorfosi, portando al collasso la popolazione.

Ma il clima potrebbe non essere stato l'unico colpevole. In quegli stessi anni, in molte popolazioni di anfibi in tutto il mondo iniziò a diffondersi il Batrachochytrium dendrobatidis, un fungo patogeno letale che attacca la pelle degli anfibi, compromettendone la respirazione e portandoli rapidamente alla morte. Il fungo, che continua sterminare ancora oggi anfibi in tutto il mondo, colpì anche Monteverde, e potrebbe aver dato il colpo di grazia al rospo, già indebolito dalla siccità e particolarmente fragile per via della distribuzione molto limitata.

Il rospo dorato, prima specie estinta per il cambiamento climatico?

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Oggi, il 41% di tutte le specie di anfibi, è considerato a rischio estinzione

L'estinzione del rospo dorato viene spesso citata come il primo caso documentato di una specie scomparsa a causa dei cambiamenti climatici. L'alterazione del ciclo delle piogge e l'aumento delle temperature, hanno probabilmente giocato un ruolo importante nella sua scomparsa, tuttavia, non si può affermare con assoluta certezza che sia stata la prima vittima del riscaldamento globale causata dalle attività umane. Questo triste primato, attualmente, spetta a Melomys rubicola, un piccolo roditore australiano dichiarato estinto nel 2016.

La sua intera popolazione viveva esclusivamente su un piccolo isolotto della Grande Barriera Corallina ed è stata spazzata via dall'innalzamento del livello del mare, un effetto diretto della crisi climatica. Ciò che è certo, però, è che il rospo dorato è stato uno dei primi segnali di allarme sulle crisi ambientali globali e in particolare quella che stanno affrontando gli anfibi. La sua estinzione ha mostrato quanto questi animali siano vulnerabili alle alterazioni ambientali e ha spinto la comunità scientifica a indagare più a fondo sulle cause del declino globale degli anfibi.

Attualmente, oltre il 40% delle specie di anfibi in tutto il mondo è seriamente minacciato di estinzione. La crisi climatica, la distruzione degli habitat, l'inquinamento e la diffusione del fungo che causa la chitridiomicosi, stanno portando al collasso intere popolazioni e hanno già causato decine di estinzioni, spingendo tantissime specie sempre più verso il baratro. Il rospo dorato è stato solo uno dei primi a cadere per sempre. La vera domanda quindi è: chi sarà il prossimo?

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