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Il 27 aprile si celebra il World Tapir Day, la Giornata Mondiale del Tapiro, un'occasione per conoscere un po' meglio uno degli animali più antichi e affascinanti del nostro pianeta. Questa data non è scelta a caso: ricade infatti nel giorno in cui è nata April, un tapiro di Baird che viveva in uno zoo del Belize, di cui è l'animale simbolo nazionale, morto nel 2013. In questa giornata, ricercatori, ambientalisti e semplici appassionati si uniscono per sottolineare quanto sia importante conservare questi animali che da milioni di anni camminano tra le foreste tropicali, modellandole e custodendole. Ma chi sono davvero i tapiri? E perché vengono chiamati il "giardinieri delle foreste"?
Il tapiro – o sarebbe meglio dire i tapiri, al plurale – è un mammifero erbivoro dall'aspetto buffo e a tratti preistorico, con un corpo massiccio, zampe corte e un muso allungato e flessibile, simile a una piccola proboscide. Fa parte dell'ordine dei perissodattili (i mammiferi erbivori con un numero di dita dispari), lo stesso di cavalli e rinoceronti, e appartiene alla famiglia dei tapiridi. Nonostante il suo aspetto goffo, il tapiro è un animale molto agile e adattabile: è un ottimo nuotatore, attivo soprattutto di notte, e ama le zone umide e ricche di vegetazione, che contribuisce a modellare come un vero e proprio giardiniere.
Dieta e habitat del tapiro: dove vive e cosa mangia
Oggi esistono quattro specie viventi di tapiro: Tapirus terrestris, diffuso in Sud America e noto anche come tapiro sudamericano o brasiliano; Tapirus bairdii, che vive in America Centrale, conosciuto come tapiro di Baird; Tapirus pinchaque, o tapiro di montagna, che abita le Ande; e infine Tapirus indicus, il tapiro malese o dalla gualdrappa, il più grande e l'unico asiatico, riconoscibile per il suo mantello bicolore nero e bianco. Queste specie sono distribuite tra il Sud-est asiatico (solo T. indicus) e America Latina.
I tapiri sono erbivori abbastanza generalisti: la loro dieta è composta da foglie, frutti, germogli, rami teneri e cortecce. Hanno un olfatto molto sviluppato che usano per localizzare cibo nel fitto delle foreste. A seconda della specie e dell'habitat, possono consumare anche più di cento specie botaniche differenti. I frutti caduti a terra, spesso troppo maturi per altri animali, sono invece una vera delizia per loro. Tutte le specie vivono in ecosistemi tropicali e pluviali, tranne il tapiro di montagna, l'unico a vivere in habitat montani, nelle foreste nebulose delle Ande.
Perché è considerato il "giardiniere delle foreste"?

Il tapiro è uno dei più importanti dispersori di semi tra i grandi mammiferi terrestri. Dopo aver mangiato frutti interi, i semi passano indenni attraverso il suo apparato digerente e vengono poi espulsi con le feci, spesso a chilometri di distanza dalla pianta madre. Questo comportamento aiuta le piante a diffondersi in aree nuove, favorendo la diversità genetica e la rigenerazione delle foreste. Anche se in maniera inconsapevole, i tapiri seminano piante in giro per la foresta come dei veri giardinieri animali.
Inoltre, grazie al loro grande appetito e alla loro capacità di muoversi tra le piante, i tapiri creano sentieri nella vegetazione, che vengono utilizzati da molti altri animali. In questo senso, il tapiro svolge un ruolo simile a quello degli elefanti nelle savane o in Asia, modellando il paesaggio e creando spazi e micro-habitat per tante altre specie. Nelle foreste dove i tapiri sono ormai scomparsi, infatti, la distribuzione delle piante cambia e alcune specie diventano meno abbondanti o addirittura spariscono: il loro ruolo è perciò cruciale per gli ecosistemi.
Quali specie di tapiro si sono estinte e quali sono a rischio

In passato, la famiglia dei tapiridi era molto più diversificata e diffusa di oggi: esistevano numerose specie estinte (oggi ne conosciamo circa una quarantina) che abitavano anche il Nord America e l'Europa. Fossili di antichi tapiri sono stati trovati perfino in regioni fredde, a testimonianza di una storia evolutiva molto lunga e complessa. Oggi, tuttavia, la situazione è purtroppo molto critica: tutte e quattro le specie viventi di tapiro sono considerate a rischio secondo la Lista Rossa IUCN delle specie minacciate.
Tapirus bairdii, T. pinchaque e T. indicus sono classificati come "In pericolo", mentre T. terrestris, sebbene ancora relativamente diffuso i nSud America, è comunque considerato "Vulnerabile". Le minacce principali sono la distruzione dell'habitat, la caccia illegale e la frammentazione delle popolazioni. I tapiri si riproducono inoltre molto lentamente – in media un solo cucciolo ogni due anni – e questo li rende particolarmente lenti nel far crescere demograficamente le popolazioni.
Il loro futuro dipende quindi necessariamente da noi, dalla protezione delle ultime foreste in cui ancora vivono e dalla creazione di corridoi ecologici che possano connettere le piccole popolazioni frammentate. Custodire i "giardinieri delle foreste" non significa solo salvare alcune delle specie più carismatiche e iconiche del nostro pianeta, ma anche garantire un futuro agli ecosistemi che sostengono e proteggere l'ultimo ramoscello di un gruppo di mammiferi molto antico e che camminano su questo pianeta da oltre 30 milioni di anni.