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"Fatta la legge, trovato l'inganno". Questo modo di dire si cala perfettamente su ciò che pare stia avvenendo in Inghilterra, dove a seguito dell'attuazione del cosiddetto Dangerous Dogs Act dal 1 febbraio è fatto divieto di detenere i cani di razza American Bully di taglia XL o XXL. Ora però questi cani, vietati per una serie di casi in cui sono stati protagonisti di aggressioni anche mortali, iniziano a essere sostituiti dai Bully Kutta, ovvero una razza di mastini pakistani che non sono inseriti nella lista di "cani pericolosi" emanata dal governo.
La denuncia, come riporta Vet Times, arriva dal dottor Dave Martin, consulente per il benessere degli animali del gruppo IVC Evidensia, che ha affermato che si tratta di una delle razze che ha suscitato maggiore interesse da quando è stato introdotto il divieto degli American Bully XL. "Questa tendenza è preoccupante, poiché suggerisce che i problemi di fondo, come la proprietà irresponsabile e l'attrattiva dei cani da status symbol, rimangono irrisolti".
I dubbi sull'efficacia del Dangerous Dogs Act
Ciò che è rilevante infatti, qualora questa situazione sia confermata poi con l'aumento effettivo nel Regno Unito di soggetti appartenenti a questa razza, è che ha provocato appunto ulteriori dubbi sull'efficacia e sul valore di una legge che sta portando conseguenze negative anche alle casse pubbliche. La morte per eutanasia degli American Bully XL o XXL sta infatti producendo un dispendio economico notevole da parte delle pubbliche amministrazioni, come denunciato alla BBC anche dal capo della polizia Mark Hobrough, responsabile del National Police Chief Council (NPCC).
Ciò è dovuto tanto agli indennizzi pagati ai proprietari (200 sterline) che hanno consegnato i loro cani quanto dall'affollamento nei canili con conseguenti diarie giornaliere da elargire per mantenere i cani fin quando la burocrazia farà il suo corso procedendo con l'eutanasia. Tutti costi che pesano sulle spalle dei contribuenti.
Questo nuovo aspetto della questione, però, pone l'accento su un tema molto importante: il dato di fatto che vietare una razza è del tutto inutile se poi non si punta all'educazione delle persone al concetto di acquisto o adozione responsabile. E' quanto, del resto, gli stessi veterinari hanno sostenuto sin dall'inizio e che non è stato preso in considerazione dal governo e che adesso sta portando a mostrare l'aspetto vero del problema: non sono i cani in sé a essere un pericolo ma chi li ha scelti come oggetti da mostrare in giro.
La diffusione del Bully Kutta, mastino di origine indo-pakistana
La focalizzazione ora sui Bully Kutta, ma anche sui altre razze purché non inserite nel Dangerous Dogs Act, è frutto della stessa ignoranza che caratterizza chi aveva preso con sé un American Bully di taglia grande o gigante, ovvero la completa indifferenza a conoscere le motivazioni e la storia dei cani e arrivando così poi a episodi di aggressione che hanno portato anche alla morte di diverse persone sia in Inghilterra che in Galles.
Cambierà dunque il tipo di cane, purché sia massiccio e percepito come ‘cattivo', ma non quella delle persone che li scelgono perché appunto esteticamente possenti a meno che non si intervenga a monte su leggi che vanno a educare i proprietari in fase pre acquisto o pre adozione, e non ex post.
E lì dove poi l'American Bully è una razza che è nel tessuto sociale anglosassone è presente almeno dagli anni 90, cani come i Bully Kutta sono ancora praticamente sconosciuti in Occidente.
L'Alangu mastiff, altro nome di questo mastino di origine indiana o pakistana, è un molossoide che nasce appunto nella regione indo-pakistana e nel Bangladesh. Sono cani su cui preme una selezione secolare, allevati principalmente per la guardia e la caccia ma utilizzati da tempo per i combattimenti tra cani.
La Fédération cynologique internationale non riconosce i Bully Kutta come razza ufficiale. Internet purtroppo è piena di immagini in cui si vedono cani di questa tipologia combattere l'uno contro l'altro durante gli incontri che vengono ancora organizzati nelle regioni in cui questo animale continua a essere allevato proprio per questo scopo.