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9 Marzo 2025
12:32

Chi è il Bolonka Zwetna, la razza dei due cani rapiti e ritrovati per cui era stato richiesto un riscatto di 1 milione di euro

Una coppia di cani sono stati rapiti e poi ritrovati a Schlieren, un Comune del Canton Zurigo. Appartengono a na razza, il Tsvetnaya Bolonka russo, che nel Nord Europa è spesso scelta come 'animale da compagnia' e il cui nome, però, significa anche "cane di lusso"

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Il Bolonka Zwetna ("Tsvetnaya Bolonka russo") è una razza di cani ancora poco nota in Italia e di cui si è molto parlato in Svizzera negli ultimi giorni per un doppio caso di rapimento con tanto di richiesta di riscatto milionaria che è finito nel migliore dei modi, ovvero con l'arresto degli autori e il ricongiungimento con i loro umani di riferimento.

Il rapimento dei due animali, però, è avvenuto proprio perché appartengono ad una razza considerata di lusso che in Germania in particolare, ma anche in altri paesi del Nord dell'Europa, sta diventando la tra le preferite da parte delle famiglie che scelgono di prendere un cane di piccole dimensioni.

Il rapimento dei due Bolonka in Svizzera, cosa è successo

Il caso che ha scatenato l'interesse dei media svizzeri, in particolare, ha visto appunto coinvolti due Bolonka che erano stati rapiti lo scorso 24 febbraio a Schlieren, un Comune del Canton Zurigo, dove vivevano in un appartamento. I ladri erano entrati in casa, lasciando poi una vera e propria lettera di riscatto in cui chiedevano alla famiglia in cambio di riaverli un riscatto di un milione di franchi svizzeri, pari a poco più di un milione di euro.

Gli autori del reato sono stati però identificati e rintracciati: due uomini, un norvegese e un polacco, avevano architettato il piano ma sono finiti nelle reti degli investigatori. Il primo è stato fermato  all'aeroporto di Zurigo dopo tre giorni dal rapimento e il secondo poco dopo nel suo paese di origine. I cani erano con quest'ultimo e dopo un viaggio durato diverse ore sono ritornati a casa, tra la gioia e la commozione dei familiari che erano in pena per quanto era accaduto.

I cani toy, considerati giocattoli da migliaia di euro

Questo caso mostra come un cane può e viene considerato un oggetto di lusso su cui addirittura si può compiere un vero e proprio furto e chiedere cifre astronomiche per la restituzione. Un cucciolo di Bolonka Zwetna, del resto, può arrivare a costare anche oltre i 3000 euro e la selezione è stata operata proprio per ottenere un determinato aspetto estetico e delle specifiche caratteriali finalizzate alla creazione di un individuo che viene definito "cane giocattolo" – perché tale è la traduzione in italiano del termine "toy" – e che risponda alla richiesta di molte persone: avere un cane che non dà problemi di gestione e che sia quanto più piccolo possibile.

Ora, detto così, si può pensare che i Bolonka non abbiano una loro soggettività e motivazioni che vanno invece ascoltate e appagate. Si tratta infatti di cani dalla splendida personalità se trattati con rispetto e amore ma per loro, come per molti altri individui chimati "toy" del profilo comportamentale e delle loro esigenze dei cani poco se ne parla e il mercato delle razze di lusso viene fomentato da una domanda costante da parte di chi non si interessa dell'animale in quanto tale ma lo vuole come status symbol. Vale per il Pitbull, del resto, e vale anche per questi ‘mini cani' che in tante occasioni non vivono una vita serena ma la cui presenza appaga un desiderio prettamente umano nell'avere il "cane da compagnia" trattato però poi come un peluche.

Chi è il Bolonka Zwetna e perché sta diventando sempre più richiesto

Chi è dunque il  Tsvetnaya Bolonka russo? Conoscere la sua storia, approfittando anche del caso di cronaca accaduto, ci sembra l'occasione giusta per indirizzare le persone che stanno per decidere di prenderne uno a ragionare davvero sul cane come un essere senziente che ha un mondo di emozioni e cognizioni che vanno conosciute, rispettate a appagate.

Prima di tutto, bisogna sapere che il nome significa proprio "cane di lusso" o "cagnolino da compagnia" e che, ovviamente, le sue origini sono russe. La prima traccia di cani simili a quelli moderni di questa razza sono dei soggetti che il re francese Luigi XIV donò a dei nobili russi. In Russia, effettivamente, non si è mai sviluppato un filone di selezione canina su individui locali di piccola taglia e l'origine francese potrebbe essere la pista più credibile, considerando poi che gli antenati dell'attuale Bolonka sono stati allevati a Mosca e Leningrado incrociandoli con altre razze importate come Shih Tzu, Pechinese, Bichon Frisé, Barboncino Toy e Bolognese francese.

In anni relativamente recenti rispetto ad altre razze, ovvero nel 1966, il  Russian Tsvetnaya Bolonka è stato poi così chiamato e solo dopo però la fine della Guerra fredda si è iniziato a diffondere oltre i vecchi confini che separavano l'Europa, arrivando appunto anche in paesi come la Germania soprattutto in cui è abbastanza diffuso. Ad oggi, comunque, la razza non è stata ancora riconosciuta dalla Fédération cynologique internationale.

Per quanto riguarda il carattere di questi animali, la selezione operata ha fatto sì che si arrivasse – in linea generale, perché bisogna sempre ricordare che ogni cane è un individuo a sé – a cani che sono particolarmente affiliativi e collaborativi con l'essere umano. I Bolonka russi sono allegri e intelligenti, vanno d'accordo tendenzialmente con gli altri cani e sono molto legati alla famiglia. Vengono spesso scelti perché, in linea di massima, sono dei buoni compagni per i più piccoli ma questi ultimi a maggior ragione devono essere educati dai più grandi a non tormentarli perché sono appunto cani che si lasciano fare spesso di tutto pur di accontentare gli umani.

C'è infatti il mondo delle loro emozioni da rispettare e che spesso proprio per la ‘facilità' con cui vengono comprati viene preso poco in considerazione. Le loro motivazioni invece sono da appagare, perché la vita costante solo in appartamento, come spesso accade a questi soggetti, non rende in realtà nessun cane felice. Garantirgli dunque esperienze non stressanti, come tenerli sempre in braccio o ‘custoditi' in borse e pure dentro i passeggini, non significa amarli ma trattarli come pupazzi.

La bellezza di una relazione sana da parte nostra sta infatti nel restituirgli la stessa gentilezza che loro hanno nei nostri confronti, assecondando il loro desiderio di far parte della famiglia facendoli sentire davvero membri del gruppo non solo con un eccesso di cure ma soddisfacendo i loro bisogni.

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