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9 Marzo 2025
15:00

Che differenza c’è tra ratti e topi: dove si nascondono e come evitare che entrino in casa

Topi e ratti popolano le città, temuti ma spesso incompresi. Intelligenti ed empatici, hanno capacità sorprendenti e ci somigliano più di quello che si potrebbe pensare. Convivere eticamente con loro è possibile.

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Si muovono silenziosamente tra le ombre, abitano nelle nostre città, ma raramente ci accorgiamo della loro presenza. Eppure, i dati sono sorprendenti: per ogni essere umano, si stima che vi siano almeno dieci roditori. In totale, si parla di oltre 500 milioni tra topi e ratti che convivono con noi nel nostro Paese. Una presenza discreta, ma costante, che spesso suscita paura e disgusto, alimentati da secoli di leggende e pregiudizi infondati. Capiamo se questi animali meritano davvero il nostro disprezzo o se potrebbero rivelarsi alleati inaspettati.

Perché ci fanno paura?

La distinzione tra topi e ratti è spesso poco chiara. Quante volte ci capita di vedere un roditore scivolare in un tombino e pensare che sia un topo gigantesco? In realtà, nella maggior parte dei casi, si tratta di un ratto, non di un topo. Sebbene possano sembrare simili a prima vista, sono animali distinti, proprio come lo sono un gatto e un leone.

Le specie più comuni in Italia sono:

  • Il ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus): robusto e ottimo nuotatore, si trova spesso nelle fogne. Nonostante il nome, non ha origini norvegesi, ma asiatiche.
  • Il ratto nero (Rattus rattus): più snello, predilige i sottotetti e le zone alberate.
  • Il topo domestico (Mus musculus): piccolo e adattabile, vive in ambienti urbani e rurali.
  • Il topo selvatico (Apodemus sylvaticus): più schivo, abita nelle campagne.

Uno dei motivi principali che alimenta la paura nei confronti di questi roditori è l'associazione con le malattie. Nel XIV secolo, i ratti furono ritenuti responsabili della diffusione della Peste Nera, ma studi recenti hanno dimostrato che la malattia si trasmetteva principalmente attraverso pulci e pidocchi umani. Sebbene possano essere vettori di agenti patogeni che causano malattie come la leptospirosi, la salmonellosi, o l’hantavirus, il rischio di contagio è legato soprattutto all'ambiente in cui vivono. In condizioni igieniche adeguate, non rappresentano una minaccia.

Empatici e "romantici"

I ratti e i topi possiedono anche capacità straordinarie. Uno studio del Netherlands Institute, ad esempio, ha dimostrato che i ratti rinunciano a una ricompensa se questa causa danno a un loro simile, segno di una forma di empatia simile a quella umana. Inoltre, ridono quando vengono solleticati ed emettono ultrasuoni per dedicare "serenate" alle femmine. La loro somiglianza genetica con l'uomo è sorprendente: condividiamo con loro circa il 70% del DNA, e ciò li ha resi soggetti ideali per la ricerca medica. Grazie ai ratti e ai topi, la scienza ha fatto passi da gigante nello studio di malattie come il cancro e l'Alzheimer.

Ratti e topi possiedono anche abilità sorprendenti, che vanno ben oltre il loro ruolo di animali urbani. Uno studio condotto dal Netherlands Institute ha rivelato che i ratti sono capaci di rinunciare a una ricompensa se questa comporta sofferenza per un loro simile. Il comportamento, noto come "empatia prosociale", suggerisce che i ratti abbiano strutture neurali simili a quelle degli esseri umani per la gestione delle emozioni sociali.

Compongono serenate e "piangono" per attrarre le femmine

I ratti maschi, nella loro ricerca di una compagna, possiedono un repertorio di comportamenti affascinanti e sofisticati. Uno dei più sorprendenti, è la loro capacità di emettere ultrasuoni che le femmine percepiscono come vere e proprie serenate. Questi suoni ad alta frequenza sono simili a canzoni d’amore, che il maschio utilizza per catturare l'attenzione della femmina durante il corteggiamento. Gli ultrasuoni sono comunicazioni vocali complesse che non sono udibili per l'orecchio umano, ma sono chiaramente rilevabili dai ratti attraverso il loro acuto senso dell'udito, svolgendo un ruolo fondamentale nelle dinamiche sociali e riproduttive.

Oltre a questa forma di "serenata", i ratti maschi sono anche in grado di produrre un altro tipo di segnale emotivo: la secrezione di feromoni lacrimali. Sebbene non si tratti di vere e proprie lacrime come quelle umane, i maschi secernono queste sostanze chimiche attraverso le ghiandole lacrimali. Le lacrime contengono feromoni che, una volta sparsi nell'ambiente con le zampe e il muso, fungono da segnali chimici destinati a comunicare la loro disponibilità e desiderio verso le femmine (Graves et al., 2014). Questi feromoni lacrimali hanno un effetto attrattivo sulle femmine, che li percepiscono come segnali di interesse e fertilità, aggiungendo un ulteriore strato di complessità al corteggiamento.

L'uso di ultrasuoni e feromoni lacrimali per attrarre le femmine dimostra quanto i ratti siano animali socialmente sofisticati, in grado di esprimere emozioni in modi molto diversi rispetto agli esseri umani, ma altrettanto ricchi e significativi. Questi comportamenti rivelano la profondità delle interazioni sociali di questa specie, suggerendo che la loro vita emotiva sia ben più complessa di quanto spesso immaginiamo.

Ridono quando vengono solleticati

Questi roditori hanno altre reazioni emotive uniche: ad esempio "ridono" quando vengono solleticati,

Non emettono la classica "risata" come noi, ma producono squittii ad alta frequenza che sono inudibili per l'orecchio umano, ma sono un chiaro segno del loro piacere. Questa risposta è in effetti un modo di "ridere" tutto loro, e, studi scientifici hanno dimostrato che il solletico attiva nei ratti le stesse aree cerebrali che si attivano negli esseri umani quando proviamo gioia, suggerendo una reazione emotiva simile alla nostra. E non è tutto: se vedono un altro ratto essere solleticato, sempre per l'empatia prosociale, potrebbero manifestare il medesimo comportamento, come se anche loro fossero "contagiati della gioia".

E se pensiamo a quanto ci somigliano a livello genetico, la cosa diventa ancora più affascinante. Condividiamo con i ratti circa il 70% del nostro DNA, e in alcuni casi, anche di più. Questo significa che gran parte delle istruzioni genetiche che governano il loro corpo sono simili alle nostre, e la scienza ritiene che questo sia avvenuto per adattarsi meglio alla nostra convivenza. Un adattamento che, nel corso dei secoli, ha avuto un ruolo fondamentale nella loro proliferazione nelle nostre città. E proprio per questa somiglianza biologica, i ratti sono diventati soggetti indispensabili nei laboratori di ricerca. Studi su malattie genetiche come il morbo di Alzheimer, il cancro, i vaccini, e persino nuove terapie, non sarebbero stati possibili senza l’impiego di questi roditori.

Naturalmente, l'uso degli animali nella ricerca solleva questioni etiche complesse, ma la scienza sta cercando metodi alternativi, come le colture cellulari e l’intelligenza artificiale, per ridurre la sperimentazione animale. Tuttavia, queste soluzioni non sono facili e la ricerca continua.

Rilevano mine e malattie in pochi minuti

Ma le capacità di questi roditori vanno ben oltre la loro intelligenza e adattabilità. Alcune specie, come i ratti giganti africani, sono state addestrate per compiti straordinari, come l'individuazione di mine antiuomo senza farle esplodere. Grazie alla loro leggerezza, riescono a camminare sopra le mine senza innescarle, rivelandosi strumenti preziosi per lo sminamento in aree a rischio. Non solo: il loro olfatto eccezionale è stato sfruttato anche in ambito medico. In pochi secondi, sono in grado di rilevare la presenza di malattie come la tubercolosi, annusando campioni biologici.

Come tenerli lontani da casa senza danni

Seppur straordinari, non tutti desiderano avere ratti o topi in casa. Tuttavia, esistono diversi metodi etici per allontanarli senza causare loro danno. Ecco alcune strategie che possono aiutare a mantenere la convivenza con questi roditori a distanza:

  • Prevenzione: sigillare fessure, conservare il cibo in contenitori ermetici e mantenere gli ambienti puliti.
  • Repellenti naturali: l'olio di menta piperita, il pepe di Cayenna e l'ammoniaca hanno un odore fastidioso per questi roditori.
  • Dispositivi a ultrasuoni: disturbano i roditori spingendoli a cercare rifugio altrove.
  • Predatori naturali: incentivare la presenza di gufi, rapaci e persino gatti può aiutare a mantenere sotto controllo la popolazione di roditori.
  • Trappole a cattura viva: una soluzione che consente di liberarli lontano dalle abitazioni.

Una convivenza possibile

Invece di demonizzarli, potremmo cercare di conoscerli meglio. Ratti e topi, spesso percepiti solo come portatori di malattie, sono in realtà animali dotati di una straordinaria intelligenza e capacità empatiche. Studi scientifici hanno rivelato che questi roditori non solo sono in grado di provare emozioni complesse, ma mostrano anche comportamenti prosociali sorprendenti, come l’empatia verso i loro simili. Imparare a convivere con loro, adottando misure di prevenzione e strategie di gestione etica, potrebbe essere la chiave per un equilibrio più sostenibile tra uomo e natura. In questo modo, possiamo rispettare la loro presenza e, allo stesso tempo, proteggere il nostro ambiente domestico senza ricorrere a soluzioni dannose o crudeli.

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