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Fuori dalla finestra, magari sul ramo di un albero o appollaiata su un tetto, probabilmente in questo momento c'è una cornacchia che ti osserva. Nera o grigia che sia – questo dipende soprattutto dalla geografia – questi uccelli, ormai perfettamente adattati alla vita in città, non sono solo una specie urbana tra le tante. Come gazze, ghiandaie e corvi, sono infatti tra gli animali più intelligenti del pianeta e quanto pare potrebbe saperne parecchio di geometria. Proprio come te.
Lo dimostra un nuovo studio pubblicato su Science Advances, in cui due cornacchie nere (Corvus corone) hanno dato ancora una volta prova di grandi capacità cognitive: riconoscere forme geometriche irregolari, nello specifico quadrilateri asimmetrici. Non si tratta solo di distinguere un cerchio da un quadrato, ma di riuscire identificare piccole irregolarità in figure complesse, cambiando punto di vista, posizione e dimensione. Insomma, una forma di "intuizione geometrica" che, fino a oggi, credevamo fosse esclusiva di noi esseri umani.
Le cornacchie riconoscono la regolarità geometrica nelle forme

I ricercatori hanno proposto alle due cornacchie una serie di test visivi. In ogni prova, gli uccelli dovevano individuare la figura "intrusa" tra sei immagini: cinque erano identiche – per esempio cinque stelle – e una era diversa – come una mezzaluna. Dopo aver imparato a riconoscere queste differenze, il test è diventato molto più difficile: sono arrivate le forme geometriche. Quadrati, rombi, trapezi e altre varianti di quadrilateri. Ogni figura era ruotata o ridimensionata, ma cinque erano sempre uguali tra loro, mentre una – l'intrusa – era diversa per angoli o proporzioni dei lati.
Ebbene, senza alcun addestramento specifico, le cornacchie sono riuscite a individuare l'intruso molto più spesso di quanto possa avvenire semplicemente indicando a caso. Un risultato che nemmeno alcuni primati non umani, in esperimenti simili, sono riusciti a raggiungere. La cosa più sorprendente? Le due cornacchie hanno mostrato questa capacità fin dalla prima prova, a dimostrazione che questa forma di "senso geometrico" non sia stata appresa durante l'esperimento, ma che era un'abilità già presente nel loro repertorio. Una dote innata, probabilmente evolutivamente vantaggiosa e ben radicata nella biologia di questi uccelli.
La geometria euclidea delle cornacchie

La cornacchia nera è una specie diffusa soprattutto in Europa centrale e settentrionale, ma qui in Italia, tranne che in alcune zone alpine, il suo stesso ruolo è "svolto" dalla cornacchia grigia (Corvus cornix), una cugina strettissima con cui condivide non solo abitudini e comportamento, ma anche – con tutta probabilità – le stesse capacità cognitive. Le due specie si somigliano così tanto da potersi tranquillamente incrociare dove i loro areali si sovrappongono, generando anche ibridi fertili. Entrambe sono inoltre già note per la loro intelligenza: riconoscono i volti umani, utilizzano strumenti, sanno contare e risolvere problemi complessi. Ora sappiamo che sono anche in grado di "vedere" la geometria euclidea.
Quasi sicuramente non esattamente come facciamo noi, che magari abbiamo studiato Euclide a scuola, ma con una specie di intuizione visiva comunque efficace, legata sicuramente all'evoluzione e alla sopravvivenza. Perché per un uccello che vive in habitat estremamente variabili e imprevedibili, come le caotiche città, sapersi orientarsi tra forme, linee e irregolarità del paesaggio può essere una questione di vita. Perciò, la prossima volta che incrociamo lo sguardo di una cornacchia, ricordiamoci che non stiamo solo osservando un altro uccello urbano. Siamo di fronte a una mente che, senza essere andata a scuola, riconosce la regolarità geometrica nelle forme. Un piccolo genio piumato, appena fuori dalla nostra finestra.