Un orso è stato ripreso mentre passeggia per le vie del centro storico di San Donato Val Comino, borgo del frusinate nel versante laziale del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. Le immagini dell'orso nel paese sono state viste e condivise milioni di volte sui social da quando l'account @cittaborghiluoghiditalia le ha pubblicate sul proprio profilo.
Il Parco abruzzese è però intervenuto sottolineando che il video è vecchio di ben 4 anni, e la sua condivisione a distanza di tempo può portare a nuovi problemi per gli orsi del centro Italia, la cui popolazione si trova già in una situazione critica.
La smentita del Parco d'Abruzzo: «Video vecchio»
Dopo qualche giorno di attesa è intervenuto il Parco d'Abruzzo che attraverso un comunicato rilanciato sui suoi canali social spiega: «Il video è divenuto presto virale, rimbalzando di pagina in pagina, fino ad esser ripreso da testate giornalistiche di livello nazionale come il Corriere della Sera. Il video, però, contrariamente a quanto indicato sui social e sugli articoli di giornale, non è di questi giorni ma risale a quasi 4 anni fa».
L'Ente parco ha messo in risalto un problema molto diffuso nell'ambito del turismo naturalistico, la pubblicazione irresponsabile delle immagini: «Quanto accaduto è la perfetta dimostrazione degli effetti negativi provocati dal postare video ed immagini di orsi (ma vale lo stesso per la fauna in generale) in modo irresponsabile e decontestualizzato, specie se in situazioni critiche e delicate, come può essere quella di un attraversamento di un centro abitato da parte del selvatico».
L'angolazione del video mostra che la persona che riprende si trova davanti e in posizione sopraelevata rispetto all'animale che quindi si trova il passaggio sbarrato. All'interno dei vicoli stretti del borgo questa posizione può essere molto pericolosa sia per l'animale che per l'uomo. Infatti, l'occhio attento degli esperti del Parco rileva quello che in gergo è chiamato "falso attacco", cioè un attacco simulato che non ha l'intenzione di ferire ma solo di allontanare la minaccia, che in quel momento era rappresentato dalla persona.
«Solo in quel momento, chi sta riprendendo ricorda di essere al cospetto di un animale selvatico di quasi 200 chili e decide di allontanarsi in fretta». Osservando con attenzione, il falso attacco dell'orso avrebbe potuto essere diretto verso la luce di un puntatore laser poco distante, ma questo non toglie che lo stress dell'animale in quel momento era molto alto.
L'orso bruno marsicano, come quello che si vede ne video, è la sottospecie di orso più rara al mondo e si trova soltanto nell'Appennino centrale italiano. Ad oggi ne restano circa 60 esemplari la cui sopravvivenza è costantemente minacciata dalla scarsa variabilità genetica, dovuta all'accoppiamento tra consanguinei, e ovviamente alla presenza dell'uomo che con le sue auto e i suoi fucili contribuiscono a ridurne il numero.
Questa sottospecie è geneticamente differenziata da quella dell'orso bruno europeo che si trova in Trentino e nel resto del continente. Oltre ad essere di dimensioni inferiori appare anche più docile. Per questo gli orsi marsicani sono spesso oggetto di foto e video che poi finiscono in Rete alimentando un "turismo del selvatico" negativo per la sopravvivenza della popolazione. In realtà, anche i marsicani come gli altri orsi e animali selvatici può reagire quando si trova in una situazione di pericolo, che come visto può essere anche una persona col cellulare.
Tenersi lontani, non seguirli, e non postare mai il video dovrebbe essere la base del corretto comportamento da tenere in caso di incontro. E gli incontri nei paesi che costellano i parchi e le aree nazionali dell'Appennino centrale non sono affatto rari.
Cosa spinge gli orsi ad entrare nei paesi: non è il cibo
I video di orsi marsicani che entrano nei paesi con le persone a pochi metri di distanza raccontano una favola nera che molto spesso finisce con la morte dei suoi protagonisti animali. Secondo lo zoologo Paolo Ciucci, docente dell'Università La Sapienza di Roma e tra i maggiori esperti di orso marsicano, gli orsi entrano nei paesi per motivi ben precisi e no, non riguardano la scarsità di cibo.
Gli orsi che hanno l'abitudine di frequentare i paesi sono casi particolari su una popolazione di circa 60 individui, e si tratta di nomi ben noti nella storia del Parco d'Abruzzo, l'ente che vigila su di loro. La maggior parte dei plantigradi preferiscono stare lontani dagli umani, tuttavia ci sono alcune categoria che dalla prossimità con ambienti antropici trova giovamento, ma accade per motivazioni di tipo sociale, non alimentare».
«Le femmine con i piccoli hanno una motivazione sociale per frequentare i paesi – spiega Ciucci – L'orso pratica l'infanticidio, ed è uno dei meccanismi di regolazione della popolazione. I maschi che incontrano una femmina con cuccioli non sono suoi li uccide per rendere la femmina sessualmente ricettiva, accoppiarsi con lei e generare i suoi piccoli. Si tratta di selezione per infanticidio. Per questo le femmine di orso evitano di stare in un territorio in cui ci sono grossi maschi socialmente dominanti. In una popolazione ad alta densità come quella del Parco d'Abruzzo questo può essere un buon motivo per spingere le femmine verso i paesi».
Per motivi analoghi anche i maschi giovani temono gli adulti e per questo finiscono a ridosso dei paesi. Qui poi trovano rifiuti facilmente accessibili e a lungo andare finiscono per diventare confidenti, come è successo a Juan Carrito e a sua madre Amarena, i due orsi marsicani più famosi, la cui storia di sovraesposizione mediatica è l'esempio di tutto il male che può causare un video condiviso sui social.