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27 Dicembre 2024
17:21

«Cardellini accecati per farli cantare all’infinito»: i motivi di questa pratica crudele

Il coordinatore delle Guardie zoofile venatorie della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) in Campania, Giuseppe Salzano, racconta la sua esperienza nell'antibracconaggio e fa il bilancio delle attività dell'anno appena trascorso a Napoli e Provincia.

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Intervista a Giuseppe Salzano
Coordinatore delle Guardie zoofile della Lipu in Campania
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Il fenomeno del bracconaggio non accenna a diminuire in tutta Italia, Napoli compresa. Lo conferma l'ultimo report relativo all'attività delle Guardie zoofile venatorie della Lipu, Lega italiana protezione uccelli, nel 2024 nel territorio della Provincia.

La Lipu è l'associazione italiana più influente nel campo della tutela dell'avifauna e tra le più attive nella lotta ai crimini contro gli animali. Come altre organizzazioni analoghe, la Lipu ha un proprio nucleo di Guardie zoofile venatorie: volontari che svolgono attività di pubblici ufficiali per ciò che concerne i reati contro gli animali. Queste figure agiscono in qualità di agenti di Polizia giudiziaria e possono anche comminare multe, oltre a collaborare con le Forze dell'Ordine in operazioni congiunte per l'anti bracconaggio.

Tra loro c'è Giuseppe Salzano, da 45 anni Guardia venatoria, oggi è coordinatore delle Guardie zoofile della Lipu in Campania. Proprio per la sua attività in favore di animali e ambiente nel 2019 il Presidente della Repubblica lo ha insignito dell'onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

«Credevo che dopo 45 anni sarei riuscito a risolvere almeno in parte il problema del bracconaggio, ma purtroppo non ha risolto quasi niente. Ho ricevuto minacce e denunce, però vado avanti, non è delle persone che ho paura. Ogni anno arrivano nuovi giovani, nuove leve votate alla caccia, e tra loro ci sono anche i bracconieri», racconta Salzano alla redazione.

Chi sono i bracconieri e quali tipi ci sono

La caccia è un'attività ludico-sportiva che consiste nell'abbattere animali selvatici all'interno di una precisa finestra temporale, chiamata stagione venatoria. Durante questo lasso temporale però i cacciatori devono comunque rispettare le restrizioni previste sia per le specie che per gli strumenti da utilizzare: non si possono uccidere indiscriminatamente ogni specie di uccello e non si può usare qualsiasi tipo di arma. Chi non si attiene ai tempi e alle modalità previste dalla legge non è più un cacciatore ma un bracconiere.

«I bracconieri vanno a caccia nei periodi non consentiti, ammazzano di tutto, compresi animali protetti se capita – spiega Salzano – Quando riusciamo a beccarli li denunciamo e li mandiamo davanti al giudice senza fare sconti». Anche se sembra paradossale, rispettare i criteri indicati dalla legge per determinati animali serve a evitare alla vittima sofferenze inutili. È il caso, ad esempio, del falco di palude trovato ferito nel Casertano. L'animale non solo apparteneva a una specie non cacciabile, ma era anche stato raggiunto da alcuni pallini da caccia troppo piccoli per ucciderlo sul colpo. Se non fosse stato trovato da alcune guardie del nucleo del Wwf sarebbe morto per inedia.

Anche se nella provincia di Caserta i numeri del bracconaggio sono molto alti anche grazie alla conformazione del territorio che nella zona del Volturno e dei Regi Lagni si presta all'attività venatoria lecita e non, anche in Campania si registrano episodi significativi.

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Report attività nucleo Guardie zoofile e venatorie LIpu nel Napoletano nel 2024

«Nel Napoletano facciamo spesso interventi a Giugliano in Campania, Acerra, Quarto, Somma Vesuviana. In tutte queste zone in questa stagione arrivano i tordi, prede molto ambite sia dai cacciatori che dai bracconieri che si distinguono per l'utilizzo di strumenti non consentiti e crudeli, come i richiami vivi».

I richiami vivi non sono altro che uccelli vivi utilizzati per richiamare richiami i propri simili. «Quando li cogliamo in flagrante si giustificano, ci dicono che senza questi richiami non ammazzano un tordo, ma a noi non interessa». A fronte di pene molto blande per questo tipo di reato, Salzano fa quello che più odiano i cacciatori: sequestra loro il fucile. «Il fucile viene restituito solo quando pagano quanto deciso dal magistrato. In questo modo faccio loro del male con la penna, non con le mani».

Il bracconaggio in alcuni casi è legato al doppio filo anche legato alla criminalità, come segnala Salzano: «Recentemente, nel mese di ottobre, io e gli altri volontari abbiamo fermato una persone con fucili rubati in un'operazione con la Polizia Provinciale. È successo a Visciano, non lontano dalla città di Nola. Si trattava di un uccellatore».

Questo è un particolare tipo di bracconiere: «L'uccellatore agisce per tornaconto economico, spesso è la persona che poi rivende i richiami vivi ai bracconieri. Per catturarli mette una rete in un'aperta campagna e usa una femmina di cardellino per attirare i maschi. Quando questi arrivano chiude la rete e ingabbia tutti gli uccelli che hanno risposto al richiamo. Questo povero animaletto non può scappare e viene legato su un'asta che va su e giù continuamente: è una vera tortura».

Ma non è la cosa peggiore vista da Salzano.

«Cardellini accecati per farli cantare all'infinito»

«L'episodio peggiore al quale ho assistito riguardava un sequestro del 2023. Una persona aveva a casa dei cardellini accecati. Lo abbiamo scoperto perché aveva alcune gabbie fuori dal balcone, ma noi sapevamo che all'interno dell'abitazione c'erano altri cardellini. Quando siamo entrati abbiamo trovato molte altre gabbie piene di cardellini che erano stati accecati con ferri passati sul fuoco».

Questa pratica crudele ha uno scopo ben preciso: «Un cardellino cieco canta sempre, canta in risposta a ogni piccolo rumore: si sveglia e inizia a cantare. La malattia di queste persone è di sentirli cantare ininterrottamente».

In questi casi Salzano sfodera la sua arma: la penna. «Io scrivo tutto, ogni illecito. Do anche il furto perché l'animale è patrimonio indisponibile dello Stato. Alcune Procure accettano, altre no, ma io scrivo tutto, anche il maltrattamento, e in qualche caso il giudice mi dà ragione. Ma anche quando non avviene io non mi fermo».

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