Due cani sono morti e uno è stato ferito dopo il trasferimento dal canile comunale di Napoli "La collina di Argo" al canile Recano di Giugliano in Campania. È la denuncia che arriva dai volontari della struttura di via Janfolla che, intanto, sono stati allontanati per «questioni burocratiche».
Valerio e Mino: i due cani morti dopo il trasferimento dal canile comunale di Napoli
Valerio aveva 14 anni e appena arrivato nel suo nuovo box si è lasciato morire di fame, Mino invece aveva circa 3 anni ed è morto a causa di un attacco cardiaco. Noa invece ha riportato gravi lesioni dopo essere stato inserito in box con altri cani maschi, con i quali si è scatenata la rissa.
Valerio, Mino e Noa facevano parte di un piccolo gruppo di cani che a novembre è stato trasferito dalla struttura comunale di via Janfolla al canile Recano che ne ospita diverse centinaia provenienti da ogni parte della provincia di Napoli grazie alle convenzioni con i Comuni di Quarto, Pozzuoli, Marigliano, Giugliano in Campania e altri. Ai cani vaganti accalappiati sul territorio si aggiungono poi quelli oggetto di sequestro da parte della Procura di Napoli Nord.
Le testimonianze dei volontari del canile comunale di Napoli “La collina di Argo”
Un contesto molto diverso da quello a cui sono abituati gli ospiti del canile di via Janfolla che al momento del trasferimento ospitava appena 50 cani, seguiti fino a questa estate da 5 volontarie che li conoscevano perfettamente da anni e che non avrebbero mai consigliato di spostarli.
Tra loro ci sono due volontarie storiche che si occupano dei cani de “La collina di Argo” fin dalla sua apertura, avvenuta nel gennaio 2021. Tra luglio e agosto 2024 però la loro attività, volontaria e a titolo gratuito, è stata sospesa fino a nuova comunicazione.
Una sospensione motivata sulla carta dalla scadenza delle loro coperture assicurative a cui però, assicurano le volontarie che ci hanno contattati e che hanno sempre provveduto a pagarle autonomamente. In questi mesi di stop i volontari si sono sottoposti a visite mediche ed esami, i cui risultati sono arrivati a novembre: «Dalle analisi non è stato trovato nulla che potesse impedirci di rientrare, e quindi ho chiesto perché ancora non ci fosse stato fatto sapere niente. La risposta a questa domanda mi è stata data a voce: non riuscivano a capire se le scarpe antinfortunistiche dovessero essere comprate da noi oppure no».
Nonostante il paradosso di una situazione che andava avanti da mesi, i volontari hanno pazientato fino al trasferimento dei cani e alla morte di alcuni di loro: è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno fino all’orlo.
«Vogliamo capire se torneremo al canile comunale – spiegano – ma soprattutto chiediamo che i 5 cani trasferiti al Recano tornino a via Janfolla, al fine di evitare ulteriori situazioni spiacevoli. Ci chiediamo chi abbia deciso questi trasferimenti e se succederà ancora».
Secondo le due volontarie quei cani, da lungo tempo nella struttura, non avrebbero mai dovuto essere spostati: «È chiaro per chiunque li conoscesse e per noi era ovvio poi che spostare un soggetto di 14 anni ne avrebbe comportato la morte. Per quanto riguarda Noa, invece, sapevamo bene che non andava d’accordo con altri maschi e infatti stava in box con una femmina senza alcun problema».
Per le volontarie però il problema non sta nella gestione del canile Recano, una struttura aperta ai volontari e ai cittadini ma bisogna capire chi alla Collina di Argo ha deciso il trasferimento. «Le cose sono cambiate profondamente quando nella gestione è subentrata l’Asl Napoli 1 Centro».
Cos’è "La collina di Argo", il canile comunale di Napoli aperto nel 2021
Quando è stato aperto nel 2021, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale retta dall’allora sindaco Luigi de Magistris, “La collina di Argo” sarebbe dovuto essere un luogo estremamente innovativo e volto a ospitare non solo i cani in cerca di adozione ma aperto anche a cittadini e scolaresche, come si legge nella nota stampa diffusa per l’occasione.
L'animatrice del progetto era l'assessora alle Pari Opportunità con delega alla Tutela degli animali, Francesca Menna, morta nel 2022. Dopo di lei la delega agli animali è rimasta vacante dato che il sindaco Gaetano Manfredi, subentrato a de Magistris nel 2021, ha preferito tenerla per sé.
All’epoca dell'inaugurazione, il canile è stato presentato come un «centro comunale di accoglienza cani» con il coinvolgimento della Fondazione Cave Canem che aveva partecipato fino all’apertura formando i volontari e contribuendo all’allestimento degli spazi interni.
«Nel 2020, siamo stati contattati dal Criuv e abbiamo sposato il progetto La Collina di Argo investendo risorse ed energie, collaborando con il comune di Napoli, la ASL, l’Università Federico II, l’Ordine dei medici Veterinari, l’istituto penitenziario di Secondigliano – ci spiega l'avvocata Federica Faiella, presidente della Fondazione Cave Canem – Abbiamo condiviso con l’amministrazione comunale buone prassi in modo che potessero replicarle, proprio come è previsto dal nostro programma Nessuno Escluso, funzionale all’efficientamento dei canili rifugio. Da napoletana credo in questo progetto, la città ha bisogno di un riparo sicuro per cani abbandonati e un punto di riferimento per i volontari, vi sono tutti gli elementi per riuscire. È necessaria un’azione di raccordo affinché ognuno possa contribuire a facilitare i percorsi di recupero comportamentale e le adozioni, senza lasciare indietro i cani che sono nei canili privati convenzionati»
Il complesso di circa 600 metri quadri, oltre agli uffici e ai box per i cani, avrebbe dovuto prevedere un ambiente per le valutazioni comportamentali degli ospiti e anche un’aera per la pet therapy. Nella realtà dei fatti, però, “La collina di Argo” è rimasto uno spazio estremamente chiuso sia alle realtà del Terzo Settore che ai cittadini, visitabile in settimana solo su appuntamento, fino alle 12 o alle 17, e chiuso nel weekend. Tutto ciò diversamente da quanto stabilito dalla legge regionale sul randagismo n. 3 dell’11 aprile 2019 che prescrive orari di apertura giornalieri per 6 giorni a settimana.
Nei fatti l’unica finestra sul mondo per dare visibilità ai cani era la pagina Facebook, gestita proprio dai volontari ma che è rimasta del tutto inattiva dal loro allontanamento.
«Facciamo altri lavori nella vita – sottolineano le volontarie – ma ci siamo formate come educatrici cinofile a spese nostre proprio per svolgere al meglio il nostro compito in canile, per rendere gli ospiti adottabili, cosa che abbiamo fatto. Di alcuni non solo abbiamo migliorato molto l'indice di adottabilità ma abbiamo anche attivamente promosso l’adozione attraverso la pagina Facebook. Da parte loro, chiaramente, ora c'è preoccupazione rispetto alla situazione attuale: «Adesso che non ci siamo più, chi si sta occupando delle adozioni dei cani della Collina di Argo?».
Le cose, andando a ricostruire l'accaduto, sono in effetti cambiate da quando a marzo 2024 è stata stabilita la collaborazione tra Comune e il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria del’Asl Napoli 1 Centro, retto dalla dirigente Marina Pompameo.
L'Accordo interistituzionale fra Comune e Asl non si limita a passare lo scettro della gestione operativa de "La Collina di Argo" all’azienda sanitaria, ma è volto anche allo «sviluppo delle aree limitrofe attraverso la realizzazione di un programma «di contrasto al randagismo e di educazione alla corretta consapevole tenuta degli animali domestici».
Un progetto analogo a quello messo su carta tre anni prima, e mai compiutamente realizzato. Nel nuovo accordo vengono però aggiunti anche una serie di servizi rispetto al passato: area pic-nic; area per l’agility; area di sgambamento; orti urbani e anche un crematorio per animali.
Il tutto, per dare seguito alla «sperimentazione del modello del cosiddetto "canile dinamico"». Secondo il Comune questo modello ha portato a una percentuale di adozioni superiore al 60% dei cani ospitati nel corso del biennio 2021/2022, raggiungendo «l'obiettivo di favorire l'inserimento familiare dei cani tutelando quindi il loro benessere riducendo allo stesso tempo la spesa del mantenimento dei cani in canile».
Questo risultato conferma il buon lavoro svolto dai volontari che dall’inizio seguono i cani e le loro adozioni, e rende ancora più incomprensibile il loro allontanamento dalla Collina di Argo. Ma questo dato, non meglio circostanziato, contribuisce anche a gettare una luce ambigua sul futuro della struttura: se fino al 2022 il turnover era tanto positivo, perché si è deciso di cambiare del tutto la gestione, arrivando a trasferire gli animali che come Valerio, Mino e Noa stavano a via Janfolla da lungo tempo?
Come vengono conteggiati nel bilancio del “canile dinamico” i cani che non vengono adottati, ma trasferiti in altre strutture dove diventano invisibili?
Anche la Regione Campania è intervenuta lodando la Collina di Argo e dando il suo benestare al nuovo corso: «Tale modello gestionale in coessenzialità risulta essere particolarmente efficace anche nell'ottica di una strategia complessiva di riduzione della spesa pubblica».
A seguito dell’accordo l’Asl Napoli 1 Centro sosterrà i costi della gestione degli animali ricoverati, attualmente a carico del Comune, che si libera così di una spesa significativa. Basti pensare che la gara del Comune per per l'affidamento del servizio di mantenimento dei cani catturati dall'Asl sul territorio del Comune per il periodo tra giugno 2023 e maggio 2025 parte da una base d'asta di oltre 512 mila euro, più Iva.
L’amministrazione regionale ha rilevato però anche che tale accordo «va in deroga» a quanto previsto proprio dalla legge regionale quadro sul randagismo. La legge infatti impone di «assicurare la direzione sanitaria dei canili pubblici tramite medici veterinari liberi professionisti convenzionati» ma in questo caso la direzione sanitaria del canile comunale viene assunta dal Servizio Veterinario della Asl.
«L’Asl sta rivoluzionando un po’ tutto – ammettono le volontarie – Non abbiamo ancora capito se, a seguito degli accordi tra Comune e Asl, potremo operare come volontari autonomi oppure dobbiamo costituirci come associazioni. Quindi ci sono un po' di differenze rispetto a come era in origine».
La Garante degli animali: «Le volontarie rientreranno in canile»
Nel marzo 2024, subito dopo l’accordo tra Comune e Asl, è stato pubblicato un bando rivolto a organizzazioni e associazioni appartenenti al Terzo Settore per forme di collaborazione a titolo gratuito nelle attività del canile e delle aree limitrofe.
Per 6 mesi dalla pubblicazione del bando i volontari storici sono rimasti nella struttura, e per altri 3 mesi dopo la sospensione non è stato fornito loro alcuna informazione circa il loro futuro.
«La cosa più facile sarebbe stata associarci e partecipare al bando, ma aspettavamo le indicazioni per noi, dato che in origine eravamo stati formati proprio dal Comune per occuparci del canile».
La morte di cani molto amati, rispettati e seguiti ha spinto i volontari a farsi sentire: prima si sono rivolti al Comune e ai politici locali di riferimento con diverse pec, e soprattutto alla Garante dei diritti degli animali di Napoli, Francesca Rusciano.
«Ci rivolgiamo a lei per segnalarle una grave situazione che sta riguardando i cani ospitati nel Canile “La Collina di Argo”, situato nel nostro territorio – si legge nella mail – Chiediamo, pertanto, un suo intervento per monitorare attentamente questa situazione e per evitare ulteriori spostamenti degli animali provenienti da “La Collina di Argo”. Inoltre, chiediamo di valutare la possibilità di far tornare i 5 cani attualmente ospitati presso il canile Recano al fine di evitare ulteriori situazioni spiacevoli. I cani che da anni risiedono presso il canile de La Collina di Argo hanno instaurato un legame con quel luogo e con le persone che si prendono cura di loro e ogni cambiamento potrebbe risultare dannoso per il loro benessere fisico e psicologico, come è accaduto con i due cani deceduti».
Raggiunta dalla redazione, la Garante spiega di essere intervenuta per sbloccare la situazione dei volontari e annuncia: «Rientreranno all'interno della Collina di Argo. Questa mattina sono stata al Comune proprio per chiarire la questione. C'è bisogno di aspettare dei tempi tecnici, ma contatterò i volontari appena possibile. Abbiamo anche risolto la questione degli scarponcini [scarpe anti infortunistiche n.d.r.]».
Per la risoluzione definitiva però bisognerà attendere l'ufficialità da parte di Asl e Comune.