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17 Febbraio 2025
11:33

Cani e gatti possono prevedere un terremoto? La scienza spiega perché si comportano in modo strano prima di una scossa

La scienza è concorde nel dire che i cani non riescono a prevedere i terremoti, quello che riescono a fare in alcuni casi particolari è percepirlo prima di noi.

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Durante i recenti terremoti che stanno colpendo l'Italia, a cominciare dai Campi Flegrei, capita spesso di vedere i nostri cani abbaiare o agitarsi poco prima della scossa, opure i gatti risvegliarsi dal torpore e muoversi nervosamente. Secondo una credenza popolare molto diffusa, cani e gatti possono prevedere l'arrivo dei terremoti. Questa tesi è supportata dai tanti video delle telecamere di sicurezza nelle case in cui si vedono comportamenti insoliti nei cani o anche in altri animali poco prima delle scosse.

L'idea che gli animali possano sentire un terremoto prima che si verifichi, non è totalmente priva di fondamento, a supporto esistono anche ragioni scientifiche legate alla loro etologia e alle caratteristiche dell'evento sismico. Proviamo quindi a distinguere dove finisce la realtà e dove comincia la superstizione.

Come si comportano i cani prima di un terremoto?

Poco prima di una scossa cani e gatti possono avere comportamenti anomali. Lo sa bene chi abita nel Napoletano, nella zona dei Campi Flegrei, dove negli ultimi giorni è in corso uno sciame sismico che ha portato i cittadini di Pozzuoli, Fuorigrotta e Bagnoli a scendere in strada.

Nelle case, poco prima delle scosse, è possibile osservare gli animali di casa che abbaiano oppure si agitano muovendosi nervosamente, in maniera molto diversa rispetto al solito. Che gli animali possano percepire l'arrivo del terremoto è una credenza radicata nella nostra società da lungo tempo: la prima testimonianza risale addirittura al 373 a.C., quando poco prima di un forte terremoto in Grecia, ratti, donnole, serpenti e millepiedi furono visti abbandonare le case in massa.

Più di recente, durante il terremoto in Indonesia nel 2004, e lo tsunami che ne seguì, le persone del posto hanno raccontato di aver visto gli elefanti allontanarsi dal mare per raggiungere le zone più alte, riuscendo così a evitare il maremoto che distrusse le località costiere.

Nelle città invece il soggetto più spesso osservato dalle persone sono gli animali familiari, come cani e gatti, le famiglie hanno quindi iniziato a interpretare i loro atteggiamenti come segnali di un terremoto in arrivo. In realtà, la scienza è concorde nel dire che cani e altri animali non riescono a prevedere i terremoti, quello però a volte riescono a fare è percepirli prima di noi.

In particolare, uno studio italiano pubblicato nel 2018 sull’Open Journal of Earthquake Research ha rilevato che gli ululati dei cani e altri comportamenti anomali si verificano più di frequente tra i 40 e 70 secondi prima di una scossa. L'ipotesi è che gli animali sarebbero in grado di avvertire tipi particolari di onde dei terremoti, dette Onde P, che invece noi non siamo in grado di percepire.

Cosa dice la scienza sulla capacità dei cani di prevedere le scosse

L’idea che i cani avvertano l'arrivo di un terremoto, magari dando a noi il tempo di prepararci alla fuga, è coerente con i tanti servizi che questi animali già svolgono per la comunità umana. Tuttavia, almeno sino ad oggi, le evidenze scientifiche sono concordi nel sostenere che ciò non sia possibile.

I terremoti sono vibrazioni della crosta terrestre provocate dallo spostamento improvviso di masse rocciose nel sottosuolo. Le cause possono essere molteplici, ma le principali sono riconducibili agli improvvisi rilasci di energia da parte delle placche tettoniche, oppure possono verificarsi in conseguenza di fenomeni vulcanici.

Secondo alcuni studiosi gli animali domestici che vivono in territori sismici potrebbero prevedere i terremoti a breve termine. È l'ipotesi scientifica su cui si è concentrata l’equipe guidata da Martin Wikelski del Max Planck Institute. Prima, durante e dopo la sequenza di terremoti del 2016-2017 in Italia i ricercatori hanno distribuito tag di bio-logging per osservare costantemente l'attività dei animali come mucche, cani e pecore, vicino all'epicentro del devastante terremoto di magnitudo 6.6 che ha colpito la città di Norcia, in Italia centrale.

Durante le rilevazioni gli animali hanno reagito collettivamente ai terremoti, e gli studiosi hanno riscontrato un'attività anticipatoria durante i periodi in cui gli animali si trovavano in stalla, ma non durante il pascolo. Con un anticipo da una fino a 20 ore prima del sisma, anche di lieve entità. "Il nostro studio suggerisce che il bio-logging continuo degli animali ha il potenziale per fornire modelli statisticamente affidabili di attività pre-sismica che potrebbero fornire preziose informazioni per la previsione dei terremoti a breve termine". Si parla sempre però di breve termine e l'epicentro deve essere molto vicino, tra i 5 e i 28 chilometri.

Anche in Italia, gli esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) hanno spiegato il comportamento di alcuni gatti poco prima del terremoto del 2016 in Giappone dove un terremoto di magnitudo 6.1 ha interessato la zona di Osaka.

Nel video preso ad esempio dagli esperti, si notano molti gatti risvegliarsi all'improvviso dal torpore e iniziare a muoversi contemporaneamente: chi alza la testa di scatto, chi si rizza in pedi, chi si sposta nella stanza. Circa dieci secondi dopo si vede la stanza tremare.

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"Guardando attentamente il video – hanno spiegato dall'Ingv – si nota che i gatti alzano la testa e iniziano a muoversi alle 07:58:48. Il terremoto ha avuto origine (ce lo dicono le reti sismiche) alle 07:58:35, quindi 13 secondi prima. Da notare che i gatti alzano la testa esattamente in corrispondenza di un rumore secco nella stanza. Potrebbe quindi essere stato un semplice rumore improvviso ad avere allertato i gatti (dovuto per esempio a una porta o a una finestra che sbatte, a qualcuno che entra, a un oggetto che cade), ma in realtà vediamo che essi continuano a restare vigili nei secondi successivi".

Facendo alcuni calcoli basati sulla distanza del Cat Café dall'epicentro, gli studiosi calcolano che i gatti hanno avvertito le onde P: "I poveri mici sono stati spaventati (poco) dall’onda P del terremoto, che ha impiegato circa 13 secondi per raggiungere il Cat Café. Che si siano allarmati per le vibrazioni o per il rumore prodotto da qualcosa che veniva spostato dall’arrivo dell’onda sismica, non lo possiamo sapere. Dieci secondi dopo, arriva il vero terremoto, o meglio il vero scuotimento, quello delle onde S, accompagnato da forti rumori di cose che scricchiolano e sbatacchiano, e allora si spaventano parecchio".

Il mistero anche in questo caso è risolto: cani e gatti non sono in grado di prevedere i terremoti, ma in alcuni casi grazie ai loro sensi maggiormente sviluppati rispetto ai nostri possono percepirne l'arrivo prima di noi, un tempo troppo breve per permetterci di fuggire.

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