Una cagnolina è morta all'interno del canile municipale di Palermo durante una rissa tra cani. Secondo i volontari dell'associazione di tutela animale Oipa non si è trattato di un caso isolato. «La cagnolina è morta per non essere stata soccorsa in tempo. Nella gestione del canile vi sono inadempienze e omissioni da accertare nelle opportune sedi», ha detto Ornella Speciale, coordinatrice delle guardie zoofile dell'organizzazione in Sicilia.
Cosa è successo nel canile di Palermo
Le guardie zoofile sono volontari che svolgono attività di pubblici ufficiali nella repressione dei crimini contro gli animali, e proprio in questa veste sono intervenuti sulla vicenda della cagnolina morta il 20 novembre scorso a seguito di una rissa tra cani. «A quanto appreso da un testimone e dai volontari presenti, il decesso poteva essere evitato se solo gli operatori della struttura fossero intervenuti tempestivamente – ha spiegato Speciale – Per la povera vittima non c’è stato nulla da fare, nonostante i dipendenti fossero stati avvisati da condòmini di un edificio vicino allarmati dai guaiti e dal frastuono della rissa in atto».
Solo cinque giorni dopo, il 25 novembre, le guaride zoofile dell'Oipa sono intervenute per un nuovo scontro scoppiato tra gli animali: «A seguito di una segnalazione siamo intervenuti per il salvataggio di una cagnolina, evitando così un'altra tragedia».
Nei canili la maggior parte degli animali non vive in box singoli, ma in gruppi anche di quattro o cinque. Prima di inserire cani diversi all'interno dello stesso box, o farli uscire nelle aree comuni contemporaneamente, gli operatori sono tenuti a valutarne la personalità e le capacità comunicative. Una procedura necessaria nelle strutture più grandi dove possono esserci centinaia di animali in poche centinaia di metri quadrati, ma che secondo gli attivisti non sarebbe stata svolta correttamente all'interno della struttura di Palermo.
Le denunce dell'Oipa
Questi episodi hanno indotto l’Ufficio legale dell’associazione a presentare denuncia alla Procura di Palermo contestando i reati di uccisione di animali e detenzione incompatibile con la loro natura etologica.
Tutte le amministrazioni comunali sono tenute, per legge, ad avere sul territorio una struttura in cui accogliere gli animali randagi. La gestione di queste strutture viene affidata a ditte o associazioni di tutela animale individuate dal Comune, ed è proprio all'amministrazione comunale che l'Oipa chiede trasparenza. L’Ufficio legale infatti ha presentato istanza di accesso agli atti al Comune di Palermo per fare luce proprio sulla gestione del canile municipale.
«Negligenza nella gestione»
Il canile municipale di Palermo è gestito da una ditta esterna incaricata dal Comune, mentre la gestione sanitaria fa capo all’Azienda sanitaria provinciale (Asp). «Questi ultimi due episodi evidenziano come la negligenza possa essere causa di morte e ferimento dei poveri quattrozampe ospiti della struttura – ha sottolineato Speciale – Evidentemente vi è anche una mancata coordinazione dei ruoli che rende inefficiente il servizio. Chi ha inserito i cani nel box senza verificare prima la loro compatibilità? La cagnolina è morta per non essere stata soccorsa in tempo, dopodiché non sono stati presi i dovuti immediati provvedimenti».