Ha da tempo abbandonato il cinema e disconosciuto l'etichetta di "star" che continuano ad attribuirle, ma la passione e l'impegno per gli animali non è mai cambiato. E ancora ora, all'età di 90 anni, Brigitte Bardot non ha la minima intenzione di far passare inosservate azioni contro gli altri esseri viventi che l'uomo mette in opera.
«Sono inorridita nell'apprendere che il piano di caccia per il Doubs, in vigore fino al 29 gennaio 2025, consente l'abbattimento di circa 600 camosci», ha scritto l'ex attrice francese in una lettera aperta al capo della polizia del dipartimento che si trova nella Borgogna e pubblicata sul suo account X.
Con un decreto dello scorso 21 agosto, infatti, nell'area è stato emanato il piano di caccia per la stagione 2024/2025 per l'abbattimento di camosci e cervi: una decisione che ha portato le associazioni animaliste a dare battaglia per salvaguardare le specie e la fondazione della Bardot si è posta in prima linea.
Rivolgendosi così direttamente al capo delle forze dell'ordine, l'attivista più famosa del Paese ha sottolineato che «non potete e non dovete tollerare o rendervi complici di un simile massacro» e ha definito il decreto «un pretesto sempre adottato dai carnefici per giustificare oggi le uccisioni di massa a danno dei camosci che sono tuttavia l'emblema della vostra regione».
Brigitte Bardot non lesina parole di biasimo nei confronti delle autorità e punta il dito contro la lobby della caccia: «Niente ferma i cacciatori e lo Stato indulge ad un clientelismo mediocre, sacrificando la vita sull'altare degli interessi particolari dei cacciatori che osano ancora vestirsi di protettori della biodiversità! Non pensate che tra Natale e Capodanno ci si aspetterebbe e si auspica un po' di tregua per gli esseri viventi che popolano le vostre foreste e le vostre montagne e che stupiscono gli amanti della natura?».
Rivolgendosi poi direttamente al capo della polizia, continua: «Non puoi e non devi permettere ed essere complice di un simile massacro. Non immagino che questo sia il motivo per cui hai abbracciato la carriera di servitore dello Stato; quindi fai sentire la tua differenza, abbi il coraggio, in un momento in cui ci stiamo avvicinando a un’estinzione di massa delle specie animali, di scegliere la vita e di rinunciare a perpetrare anni e anni di omicidi ai quali ora puoi dire STOP. Metti fine a queste pratiche e sarai il Prefetto che è riuscito, contro i riflessi acquisiti della sua amministrazione, contro le lobby dei cacciatori sempre desiderosi di nuove battute di caccia, a far vivere i piccoli camosci sul tuo territorio».
Il decreto consente l'abbattimento di un numero compreso tra 72 e 209 animali tra camosci e cervi e la motivazione addotta dalle autorità riguarda «la necessità di prevenire i danni forestali causati da entrambe le specie sugli alberi giovani». L'Associazione per la protezione degli animali selvatici ( ASPAS ), però, facendo riferimento ai dati dell'Ufficio nazionale delle foreste ha replicato sostenendo che «nessun danno forestale o agricolo è stato documentato scientificamente».