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E' una valanga di accuse quella che continua a cadere su Michela Vittoria Brambilla all'indomani della terza puntata del servizio di Giulia Innocenzi su Report che ha messo in evidenza come la parlamentare ha utilizzato parte dei soldi donati alla sua associazione per spese che non attengono direttamente al benessere degli animali.
In questo terzo capitolo si è ribadito che i conti della Leidaa in possesso della trasmissione di Rai 3 dimostrano che ci sono soldi investiti per interessi personali e altri volti al finanziamento del partito della Brambilla. Poi si è mostrato quali sono stati, ad ora, gli effetti di quanto scoperchiato che ha principalmente portato allo sgretolamento dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, con la fuoriuscita di tutti i rappresentanti del M5S e della deputata del Pd Eleonora Evi.
Ma qualcosa di nuovo è emerso. Secondo quanto riportato da Giulia Innocenzi, la parlamentare avrebbe anche interessi economici sul commercio di salmoni e gamberetti attraverso una società a lei riconducibile, a fronte della sua sempre dichiarata scelta di seguire un'alimentazione vegana, che commercia salmoni e gamberetti.
Rimane poi un dato di fatto su tutti, al di là di come la si pensi: il silenzio dell'onorevole di fronte ad accuse molto forti che vanno a toccare tutto ciò che ha sempre messo in primo piano, ovvero la sua stessa scelta di aver fatto politica puntando ai temi legati alla protezione e alla tutela degli animali. Report ha mostrato delle chat private in cui la deputata si è espressa con livore nei confronti dei giornalisti (definiti ‘camerieri‘, come se fosse un'offesa poi fare il paragone con un'altra classe di lavoratori) e su cui però qualche risposta, a suo modo, l'ha data su diversi aspetti scottanti che le sono stati rivolti contro.
Ad esempio, sulla questione sollevata dalla Innocenzi relativa alle spese sostenute per aver svolto gli eventi dell'associazione all'Hotel Principe di Savoia di Milano a fronte di un conto da 3290 euro in cui era inclusa anche la sua permanenza di una notte con cena in camera, Brambilla ha così commentato ai suoi dirigenti: "Dovremmo fare gli eventi alla pensione Mariuccia?". E sempre sui costi di gestione relativi alla sede proprio della Leidaa che si trova in centro a Milano, la deputata ha usato lo stesso tono: "Dovremmo prendere la sede nelle periferie bornx di Milano o in un centro sociale?".
Quanto sta accadendo, in ogni caso, ha sollevato nell'opinione pubblica attenta alla tutela delle altre specie un dubbio legittimo relativamente alla destinazione dei soldi che vengono dati in beneficenza proprio a fin di bene, pensando appunto di investirli per una causa nobile. Su questo abbiamo intervistato Sara Turetta, presidente di Save The Dogs and Other Animals, che in un passaggio dell'intervista ha sottolineato, tra le altre cose, un aspetto molto importante a cui stare attenti: "Le responsabilità sono divise in parti uguali: da un lato le organizzazioni non profit italiane devono imparare a diventare trasparenti e a dare conto di come utilizzano i fondi che ricevono. Purtroppo in molti casi non lo sono affatto e questo a mio avviso è inaccettabile. Dall'altra parte anche i donatori devono fare uno sforzo per diventare più maturi e consapevoli e non farsi trascinare da discorsi populisti che non hanno un reale impatto sul benessere degli animali ma solo sul conto corrente di chi fa dichiarazioni volte a suscitare rabbia, pietà, commozione, in modo totalmente strumentale.