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13 Marzo 2025
18:02

Bonus e sconto sulla Tari per l’adozione dei cani in canile, sono davvero strumenti utili?

Ultimo in ordine di tempo è stato il Comune di Polla, in provincia di Salerno, a offrire uno sconto sulla Tari a chi adotta un cane dalla struttura comunale. Ma molte associazioni e volontari temono che bonus o altri incentivi attirino persone con pochi scrupoli che non badano al benessere del cane.

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L'ultimo nell'ordine di tempo è stato il Comune di Polla, in provincia di Salerno, a promuovere un incentivo per chi decide di adottare un cane dal canile cittadino:  uno sgravio del 40% sulla Tari.

Ma sono tante, da Nord a Sud, le amministrazioni locali che hanno pensato di indirizzare i cittadini interessati a iniziare la vita insieme a un cane a sceglierlo appunto da una delle strutture in cui tanti animali aspettano una famiglia.

Il tipo di incentivo varia a seconda appunto delle proposte che sono fatte ed è proprio questo l'elemento dirimente per capire se si tratta di una mossa corretta o meno. A seconda di quello che viene offerto, infatti, si può capire se prevede anche un reale sostegno alla costruzione di un percorso di adozione consapevole o, invece, come alcuni temono può portare a far sì che persone senza scrupoli prendano gli animali solo per avvantaggiarsi di quanto gli viene lateralmente offerto.

Quali Comuni italiani offrono incentivi per l'adozione in canile

Vediamo prima di tutto qualche altro esempio di Comune che offre incentivi all'adozione di animali ospitati nei canili cittadini.

  • Il Comune di Udine ha puntato l'attenzione sui cani anziani, erogando agli adottanti un contributo di 3 euro al giorno, per un massimo di 5 anni o fino al decesso dell’animale.
  • Il Comune di Fiano Romano ha attivo un progetto approvato e cofinanziato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale che prevede un incentivo economico di € 400,00 una tantum per chi adotta dal canile locale.
  • Il Comune di Civitanova Marche prevede diverse ipotesi. Un incentivo di 200 euro per chi adotta cani di età superiore a un anno dal canile comunale, fino a 100 euro destinati a chi adotta cani o gatti adulti affetti da particolari patologie ed è previsto anche il rimborso per le spese veterinarie o per alimenti particolari che è erogato nel corso di un anno, metà dopo 60 giorni dall’adozione, il resto dopo.
  • Il Comune di Dolianova, in Sardegna, offre 600 euro spalmati su due anni che diventano 900 euro su tre anni se si adotta un cane anziano (sopra i 10 anni).
  • Il Comune di Pescara, in Abruzzo, ha stabilito un contributo di 1.100 euro per i cittadini che intendono adottare o prendere in affidamento temporaneo, fino alla realizzazione del nuovo canile, uno o più cani ospitati nel rifugio di via Raiale.
  • Anche il Comune di Misterbianco, Comune in provincia di Catania, aveva ideato il cosiddetto “bonus svuota canili” che prevedeva che chiunque adotti un cane recluso nelle strutture convenzionate, possa usufruire di 200 euro di sconto sulla tassa Tari.
  • Il Comune di Colletorto, in Molise, ha previsto un contributo una-tantum di 365 euro, che viene erogato a distanza di 3 mesi dall’adozione e solo previa verifica dello stato di benessere del cane.

Perché questi incentivi e sconti possono essere rischiosi

Non a caso ci fermiamo su quest'ultima ipotesi perché la valutazione dell'iter di adozione è espressamente indicata solo in questo ultimo caso. Ciò che poi caratterizza tutte queste fattispecie è che l'incentivo consiste nella corresponsione di denaro ed è questo l'aspetto che preoccupa di più le associazioni animaliste e i volontari che lavorano nell'ambito dei rifugi e dei canili: la possibilità che persone con pochi scrupoli prendano gli animali solo per ottenere i contributi economici o, come nel caso di Polla e Misterbianco, lo sconto su una tassa.

In molti infatti esprimono dissenso riguardo a questa pratica, considerando che l'adozione deve essere una scelta consapevole e ponderata, non influenzata dalla prospettiva del risparmio e rischiando che così si trascuri la qualità di vita del cane. Altro timore è che poi quei cani corrano il rischio di ritornare in canile una volta finito il contributo economico e senza aver associato a questi incentivi un percorso di adozione responsabile.

Una soluzione a misura di cane e per favorire davvero chi vuole compiere un'adozione responsabile è quella che ha istituito ad esempio il Comune di Gragnano, in provincia di Napoli. E' anche in questo caso previsto un contributo economico, per ben 4 anni, ma i soldi non vanno direttamente nelle tasche dei cittadini ma devono essere spesi in negozi sul territorio che offrono prodotti per la cura e il mantenimento del cane. L'articolo del regolamento che prevede questa ipotesi così recita:

I contributi non saranno erogati direttamente, ma si avrà diritto a sconti nei locali commerciali che aderiranno al progetto, a seguito di una manifestazione d'interesse indetta dal Comune di Gragnano, che, in sede di adozione saranno i seguenti:

a) Un contributo per il primo anno pari ad € 400,00;

b) Un contributo per il secondo anno pari ad € 300,00;

c) Un contributo per il terzo anno pari ad € 200,00;

d) Un contributo per il quarto anno pari ad € 100,00.

Ciò che sembra sempre mancare, però, in generale è un supporto alle famiglie nell'iter di adozione che preveda una fase di accompagnamento pre e post adozione per verificare non solo il benessere del cane ma anche che le persone di riferimento abbiano ricevuto tutte le informazioni corrette perché la scelta sia davvero per sempre.

Vivere con un cane comporta sicuramente un aggravio dal punto di vista economico, su questo non vi è dubbio e gli animali domestici sono considerati come dei "beni di lusso" se si considera che il Bonus Animali Domestici, confermato anche per il 2025, consente ai beneficiari di ottenere una detrazione che non è sostanziosa, ovvero solo uno sconto pari al 19% sull’IRPEF per le spese veterinarie sostenute ed entro un limite massimo di spesa di 550 euro all’anno. Una famiglia con un cane in media spende nel primo anno di vita insieme tra i 1700 e i 2500 euro all'anno, 1500 per gli anni successivi calcolati su cani di taglia piccola e oltre 2200 per uno di taglia grande secondo un'indagine recente di Federconsumatori.

Favorire dunque la convivenza insieme a un cane che si trova in canile per alleviare contemporaneamente i costi a carico di chi prenderà questa decisione e così anche alleggerire le spese degli enti locali con incentivi economici ha un senso ma se non si riesce a mettere il tutto all'interno di una cornice che contiene anche un sostegno finalizzato alla conoscenza reale dell'animale nulla cambierà e il circolo vizioso delle cessioni di proprietà e degli abbandoni non avrà mai realmente fine.

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