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Dopo la tragica morte della bimba di 9 mesi, uccisa dal Pitbull di famiglia mentre dormiva nella sua casa di Acerra, nel Napoletano, si è riacceso il dibattito sulle razze di cane considerate pericolose. La senatrice di Italia Viva, Raffaella Paita, è intervenuta per proporre una legge che miri a vietarne il commercio, e raggiunta da Fanpage.it spiega: "Se non è permesso andare in giro con una tigre, perché con le razze di cani pericolose è consentito?"
Lei ha annunciato la presentazione della proposta a breve, cosa prevede in concreto?
Sarò nettissima su un punto: il divieto della vendita dei Pitbull. Perché mi sembra che ormai sia conclamata la pericolosità e aggressività dopo i casi di Acerra, ma anche quello di Campolongo nel Salernitano, dove ha perso la vita un bambino di 13 mesi, oppure ancora di Palazzolo Vercellese in cui la vittima è stata un bambino di appena 5 mesi. Quindi su questo punto sarò intransigente, perché penso non ci sia da discutere.
Ovviamente ci possono essere razze pericolose oltre al Pitbull, per questo vorrei creare un albo che definisca una sorta di classificazione usando gli indicatori di pericolosità e aggressività, caratteristiche che hanno ragioni fisiche e caratteriali. Quindi iniziamo con un divieto di vendita e poi con una serie di norme più stringenti a seconda della razza e con il rafforzamento delle sanzioni e delle responsabilità penali. C'è poi un tema che mi sta particolarmente a cuore, quello culturale: se si prende un animale deve essere educato e quindi bisogna che le persone siano formate, soprattutto se stiamo parlando di cani di grossa taglia.
Anche la Lega aveva proposto di introdurre una save list con le razze pericolose per cui attivare il patentino per razze pericolose, iniziativa simile a quella che sta proponendo lei.
Proprio oggi ho letto che Manfredi Potenti, il titolare del Dipartimento nazionale di tutela del benessere degli animali del partito di Salvini, ha detto che la Lega è contraria allo stop al commercio. Mi pare quindi che abbiano le idee poco chiare.
Le proposte che riguardano gli animali, penso per esempio alla riforma costituzionale dell'articolo 9, possono contare su un consenso trasversale a tutti i partiti, ma quando questo non avviene il più delle finiscono nel dimenticatoio. Pensa che questa prima opposizione potrebbe essere un ostacolo?
È certo che le norme sugli animali più sono condivise meglio è, e io ovviamente do la mia totale disponibilità, però anche la difesa dell'uomo è un problema serio, soprattutto quando parliamo dei bambini e degli anziani di questo paese che hanno bisogno di andare al parco senza sentirsi minacciati da persone che non sono in grado di gestire i loro cani.
Quindi pensa che i corsi e i patentini di cui si sta parlando molto ultimamente potrebbero essere utili?
Sì, bisogna pensare a patentini e abilitazioni, tutto quello che occorre a una persona che decide di gestire un animale che per le sue caratteristiche può diventare un pericolo per gli altri. C'è bisogno che questa formazione sia certificata attraverso patentini che devono attestare un processo di responsabilizzazione.
In Italia però esiste un problema ricorrente quando si parla di patentini e razze pericolose: le nostre Asl non raccolgono dati sulle aggressioni. Conosciamo i dati di paesi stranieri ma non i nostri. Non è un ostacolo alla sua proposta?
Per questo voglio istituire un albo, una verifica più scientifica e quindi statistica su questi eventi. La mia non è una proposta demagogica. Mi assumo la responsabilità di dire che bisogna vietare immediatamente la vendita di una razza aggressiva in modo conclamato. D'altra parte però vorrei anche costruire una proposta che potrebbe essere un punto di partenza per ulteriori provvedimenti, proprio sulla basa di quanto emergerà da questo albo.
In Gran Bretagna è già entrata in vigore una proposta simile che vieta non solo il commercio ma anche la semplice detenzione dei cani di razza American Bully XL. Ne era a conoscenza?
Sì, perché per realizzare la proposta abbiamo guardato anche agli altri paesi.
Loro prevedono l'abbattimento per gli American Bully XL detenuti senza autorizzazione. Pensa che potrebbe essere un modus operandi applicabile anche qui?
Le leggi valgono dal momento in cui le fai. Noi intanto iniziamo a stabilire che da qui in avanti questo tipo di commercio non deve più avvenire, perché naturalmente quelli che sono già iscritti all'anagrafe canina non possono essere contemplati in questa fattispecie, però si inizia un processo di consapevolezza. Faccio sempre un esempio: se non è permesso andare in giro con una tigre, perché con le razze di cani pericolose è consentito? Stiamo parlando di animali che hanno per caratteristiche fisiche e psicologiche sono di una pericolosità estrema.
Secondo lei queste norme possono migliorare anche il benessere dei cani in generale?
Sì, anche perché la gran parte delle aggressioni sono su altri animali, quindi non è in pericolo solo la vita degli umani ma anche quella degli altri cani. Io voglio migliorare le condizioni di sicurezza di tutti.