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Appena nati, questi colibrì hanno un’arma segreta per non essere mangiati: travestirsi da bruchi velenosi

I pulli del colibrì giacobino collobianco imitano l'aspetto e il comportamento dei bruchi pelosi per ingannare i predatori e on farsi mangiare. Si tratta di un raro caso di mimetismo batesiano in cui un uccello imita un insetto velenoso.

18 Marzo 2025
18:30
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Appena nati i pulli di giacobino collobianco imitano l’aspetto e i movimenti di un bruco velenoso per non essere mangiati dai predatori

Gli ornitologi Jay Falk e Scott Taylor stavano esplorando le foreste del Parco Nazionale di Soberanía, a Panama, quando a un certo punto si sono imbattuti in un minuscolo nido di colibrì. Al suo interno, c'era un piccolissimo pullo non più grande di un'unghia umana, era un giacobino collobianco (Florisuga mellivora), una specie di colibrì molto diffusa in Centro e Sud America. Quel minuscolo uccellino appena nato si muoveva però in modo strano e, soprattutto, non era completamente nudo come la maggior parte degli uccelli appena nati.

Il piccolo era ricoperto di una fitta peluria marrone e, al minimo disturbo, cominciava a scuotere la testa e a contorcersi in maniera insolita. Falk e Taylor, incuriositi, si sono avvicinati per osservare meglio, ma più lo guardavano, più avevano la sensazione di non avere di fronte un colibrì, bensì… un bruco peloso. Ecco come i due ricercatori e i loro colleghi hanno scoperto che i giacobini collobianco appena nati imitano l'aspetto e le movenze dei bruchi velenosi per non essere mangiati.

Un'imitazione sorprendente dei colibrì: un raro caso di mimetismo batesiano

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Molti bruchi di falena sono ricoperti di peli urticanti per non essere mangiati dai predatori

Lo studio in cui descrivono la loro scoperta, pubblicata sulla rivista Ecology, suggerisce proprio che questi minuscoli colibrì abbiano sviluppato una strategia di sopravvivenza davvero straordinaria: il mimetismo batesiano. Questa tipologia di mimetismo è ben nota in altri animali e prevede che una specie innocua imiti l'aspetto e il comportamento di una specie che è invece velenosa o pericolosa, il tutto per ingannare i predatori. Accade spessissimo tra gli insetti, per esempio con farfalle, mosche o falene, che imitano vespe e altre specie velenose.

E proprio nella stessa area della foresta panamense vivono infatti bruchi coperti di peli urticanti, capaci di infliggere punture dolorose o addirittura letali, un po' come la processionaria del pino. Molti di loro, quando poi vengono disturbati, oscillano la testa con movimenti rapidi e scattosi, esattamente ciò che i ricercatori hanno visto fare al piccolo colibrì appena nato. Questa somiglianza non poteva essere solo una curiosa coincidenza, così hanno indagato più a fondo.

Mentre i ricercatori stavano monitorando il nido, è infatti arrivata un'inaspettata dimostrazione in diretta di questa particolare strategia difensiva. Una grossa vespa predatrice – che per un minuscolo colibrì appena nato è una minaccia più che concreta – si è avvicinata al nido incustodito. Il pullo, invece di restare immobile come fanno di solito altri uccelli appena usciti dall'uovo, ha iniziato a muoversi in maniera frenetica, simulando il comportamento del bruco, come si vede nel video. Dopo pochi secondi, la vespa è volata via, scegliendo di non rischiare.

Uccelli che imitano gli insetti per sopravvivere tra le foreste tropicali

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Somigliare a un pericoloso bruco peloso potrebbe essere una strategia di mimetismo molto più diffusa tra gli uccelli tropicali

Nel fitto delle giungle panamensi, la vita di un piccolo colibrì indifeso e appena nato può essere davvero difficile. I nidi vengono spesso presi di mira da serpenti, scimmie, piccoli mammiferi, vespe e perfino altri uccelli. Studi precedenti hanno infatti dimostrato che i piccoli di uccelli tropicali corrono un rischio maggiore di essere predati rispetto a quelli che vivono nelle foreste temperate. Ecco quindi come imitare un bruco pelose potrebbe dare ai piccoli giacobini un vantaggio evolutivo prezioso nei loro primissimi giorni di vita.

Inoltre, la strategia di questo colibrì potrebbe non essere un caso isolato. Un altro studio di qualche anno fa aveva già documentato un comportamento simile in un altro uccello tropicale chiamato piagnone cenerino (Laniocera hypopyrra), un piccolo passeriforme che appena nato somiglia incredibilmente a un bruco velenoso arancione. Ora, con questa nuova scoperta, i ricercatori stanno iniziando a chiedersi se il mimetismo tra uccelli e insetti non sia molto più diffuso di quanto si pensasse.

Proprio per questo, Falk e il suo team vogliono ora testare le loro teorie con esperimenti mirati e più approfonditi. Una delle idee è quella di costruire modelli artificiali di pulli con diverse colorazioni e comportamenti per osservare quali vengono attaccati più frequentemente dai predatori e quali no. Inoltre, sperano che birdwatcher, fotografi e semplici appassionati, possano contribuire con nuove osservazioni di pulli e nidi di colibrì. E chissà quante altre ingegnose strategie di difesa e di mimetismo sono ancora nascoste lì fuori.

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