UN PROGETTO DI
video suggerito
video suggerito
22 Dicembre 2024
11:00

Ansia da separazione nei cuccioli, uno studio rivela quali sono i segnali da riconoscere nel cane

Uno studio del Royal Veterinary College (RVC)di Londra, in collaborazione con Dogs Trust, ha identificato quali sono le esperienze che vive un cucciolo all'interno della famiglia umana che lo mettono a maggior rischio di sviluppare comportamenti correlati alla separazione quando viene lasciato solo, i cosiddetti "separation-related behaviours" (SRB)

Immagine

E' una delle problematiche più diffuse nel rapporto tra persone e cani di famiglia: l'ansia da separazione. Comportamenti distruttivi, abbaio continuo e stato di stress psicofisico nel perdurare della situazione sono solo alcune delle manifestazioni più evidenti che molti cani mettono in atto perché non riescono a stare da soli in casa. Tanti, così, sviluppano quello che è classificato dai veterinari esperti in comportamento come il sintomo di un disturbo che inficia sulla qualità della vita del soggetto e, di conseguenza, dell'umano di riferimento.

Uno studio, a cura dal Royal Veterinary College (RVC)di Londra e in collaborazione con Dogs Trust, ha identificato adesso quali sono le esperienze che vive un cucciolo all'interno della famiglia umana che lo mettono a maggior rischio di sviluppare comportamenti correlati alla separazione quando viene lasciato solo, i cosiddetti separation-related behaviours (SRB).

Tra questi, sono stati identificati come fondamentali perché non si verifichi la patologia comportamentale la quantità del sonno e se il cane dorme in uno spazio chiuso, l'uso di tecniche di addestramento con premi e punizioni, l'efficacia e la qualità dell'educazione da parte della famiglia, l'età delle persone che vivono con il piccolo e quanto gli altri membri lo coinvolgono quando si è tutti insieme.

Che cosa è l'ansia da separazione

L'ansia da separazione è il sintomo di un disturbo dell'attaccamento. Si tratta di un problema comportamentale  che ha radici nella storia evolutiva del cane che alla nascita è un soggetto "non maturo" e la figura materna è fondamentale: di fatto il piccolo ha bisogno di qualcuno che lo protegga, altrimenti non sarebbe in grado di sopravvivere. Nel momento in cui il cucciolo ha più strumenti per stare nel mondo e finisca all'interno di una famiglia umana avrà comunque bisogno di un altro riferimento che lo guidi nel proseguimento della sua maturazione psicofisica fino a quando sarà un adulto.

Nel seno di queste considerazioni già acquisite nella branca della veterinaria che indaga sul comportamento e nell'educazione e istruzione cinofila, si inseriscono adesso le valutazioni emerse dalla ricerca britannica che risulta molto interessante perché va ad indagare proprio il ruolo della fase dell'attaccamento secondario, ovvero quello che lega il cane alla nuova "base sicura": l'essere umano e dunque ai nostri comportamenti nei confronti del nuovo membro della famiglia.

Lo studio sui comportamenti correlati alla separazione nei cuccioli

Lo studio è stato condotto utilizzando i dati di 145 persone residenti nel Regno Unito e nella Repubblica d'Irlanda che vivono con cuccioli fino a sei mesi di età e che hanno partecipato allo studio "Generation Pup", finanziato dal Dogs Trust.

«I comportamenti correlati alla separazione (SRB) nei cani (Canis familiaris) spesso indicano scarso benessere – scrivono gli esperti – La comprensione dei fattori di rischio degli SRB può aiutare le strategie di prevenzione. Abbiamo studiato se le esperienze nella prima infanzia e le interazioni cane-umano ne influenzino lo sviluppo».

Ciò che è emerso, in particolare, è che i cuccioli valutati hanno dimostrato di avere meno probabilità di sviluppare comportamenti predittivi dello stato di ansia da separazione se avevano avuto la possibilità di avere un posto sicuro in cui dormire, una cuccia a loro dedicata, e riuscivano a dormire per più di nove ore a notte. I piccoli poco considerati dal punto di vista dell'educazione nelle prime 16 settimane di convivenza, intesa come attenzione ai loro bisogni e a sviluppare una relazione con regole coerenti sin dall'inizio del rapporto con l'essere umano, avevano invece maggiori probabilità di mostrare SRB, così come quelli addestrati usando dolcetti o crocchette rispetto ad altre ricompense.

I cuccioli, poi, le cui persone di riferimento utilizzavano tecniche punitive/avversive quando rispondevano a comportamenti "cattivi" avevano maggiori probabilità di manifestare i segnali prodomici allo sviluppo dell'ansia da separazione a sei mesi rispetto ad altri.

Nello studio i ricercatori sottolineano anche che i cani che hanno subito atteggiamenti scomposti da parte delle persone, come agitarsi e arrabbiarsi di fronte a un comportamento considerato "cattivo", avevano sei volte di più la possibilità di manifestare SRB  rispetto a quelli le cui persone di riferimento hanno risposto in altri modi.

Quali sono i segnali che possono portare a sviluppare ansia da separazione

Gli esperti hanno precisato che il loro fine è stato quello di voler esplorare i fattori di rischio nei primi sei mesi di vita di un cane inserito in un contesto familiare umano per lo sviluppo di
comportamenti correlati alla separazione «con l'obiettivo di formulare raccomandazioni per future strategie di ricerca e prevenzione». Ecco quali sono le situazioni in cui i cani hanno mostrato segnali che possono poi evolvere o meno in ansia da separazione:

  • Il comportamento più comunemente segnalato e manifestato solo quando il cucciolo è stato lasciato solo è stato il camminare avanti e indietro (14,5%), seguito dal lamento (7,6%) e dallo girare su se stesso (6,9%).
  • I cuccioli le cui persone di riferimento utilizzavano tecniche punitive/avversive come sgridare, schiaffeggiare o ignorare il cane in risposta a un comportamento "cattivo" hanno poi esitato in comportamenti ansiosi.
  • I cuccioli le cui persone di riferimento hanno riferito di essersi "preoccupate" in risposta a un comportamento considerato "scorretto" al loro rientro a casa rispetto a quelli i cui umani di riferimento hanno reagito in altri modi, avevano sei volte più probabilità di manifestare SRB.
  • I cani erano meno inclini a sviluppare comportamenti ansiosi se le persone, a meno di 16 settimane di età, gli avevano fornito un luogo sicuro in cui dormire: una cuccia o un kennel in cui stare durante la notte, rispetto a quelli che non erano indirizzati in tal senso sia di giorno che di notte.
  • I cani che hanno dormito 9 o più ore a notte (età di 16 settimane o meno) avevano anche meno probabilità di sviluppare SRB rispetto a quelli che hanno invece avuto una media di sonno di 6-8 ore a notte.
  • I cuccioli non abituati alla pulizia dei luoghi domestici avevano maggiori probabilità di manifestare SRB a sei mesi di età.
  • I cuccioli addestrati utilizzando crocchette (diverse dal loro normale cibo) e/o premietti avevano maggiori probabilità di sviluppare comportamenti ansiogeni in fase di separazione rispetto a quelli educati senza questi tipi di ricompensa.
  • I cani appartenenti a persone giovani (di età compresa tra 16 e 34 anni) presentavano un rischio maggiore di sviluppare SRB rispetto a persone di età pari o superiore a 35 anni.

Sono stati anche valutati altri fattori come la razza del cane, il sesso e l'origine ma non hanno portato ad alcuna associazione significativa con l’insorgenza dei comportamenti che possono esitare in ansia da separazione. «Pertanto – precisano gli studiosi – lo sviluppo di SRB potrebbe essere prevenuto consentendo il sonno per più 9 ore nella prima infanzia, fornendo uno spazio chiuso durante la notte, astenendosi dall’addestramento avversivo dei cuccioli in generale ed evitando di agitarsi su di loro in risposta a un comportamento indesiderato dopo la separazione».

Facciamo nostro, infine e soprattutto, l'appello finale con cui si conclude l'analisi condotta dai ricercatori: «Se una persona è preoccupata per il comportamento del proprio cane, dovrebbe contattare il veterinario e/o un esperto in comportamento animale».

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views