Sono migliaia gli animali senza storia che ogni anno arrivano senza vita sui tavoli dei veterinari forensi all'interno degli spazi dell'Università Federico II di Napoli. Attraverso il progetto "Animali senza nome" i professionisti cercano di ridare un'identità alle vittime e riconsegnare un ultimo ricordo alle famiglie che li avevano smarriti.
Gli animali senza vita che muoiono in strada vengono periodicamente raccolti e portati dai veterinari del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali. Qui viene effettuata l'autopsia per accertare le cause del decesso, come ci spiega Orlando Paciello, docente federiciano e direttore del Master Universitario di II Livello in "Scienze Forensi Veterinarie: «Siamo chiamati a condurre le autopsie su tutti gli animali trovati morti in strada per accertare che non siano affetti da malattie che costituiscono un rischio sanitario. E nell'ambito del nostro lavoro siamo tenuti a denunciare ogni morte riconducibile a un crimine».
Dopo l'autopsia i cadaveri degli animali sono destinati a essere distrutti, e così di loro non resterebbe più nulla, ma è a questo punto che entra in gioco il progetto "Animali senza nome".
Cos'è il progetto "Animali senza nome"
Solitamente quando un animale provvisto di microchip muore, la famiglia che lo ha registrato riceve notizia del decesso e può riavere il corpo. Questo non accade però nel caso in cui l'animale di famiglia non sia stato registrato. Se l'animale scappa da casa, e muore mentre è lontano, le speranze di ritrovarlo per la famiglia sono pari a zero. Il progetto "Animali senza nome" si propone invece di dare una possibilità a queste famiglie.
All'interno di un'apposita sezione del sito, denominata "animali sconosciuti" vengono caricate le foto dei corpi. Scorrendo le immagini, le persone che hanno perso il proprio cane o gatto hanno una speranza di ritrovarlo nel caso fosse morto. E anche di riceverne un ricordo.
I veterinari conservano infatti una piccola parte dell'animale, debitamente conservata e registrata, in attesa che il suo compagno umano lo trovi. Lo scopo principale del progetto è quello di dare un'identità ai tanti cadaveri non identificati ritrovati sul territorio: una iniziativa che non era mai stata proposta in medicina veterinaria e proprio questa mancanza ha spinto i promotori a colmare il vuoto.
Il progetto è promosso dal Servizio di Diagnostica di Patologia e Sanità Animale (Dipsa); in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali di Napoli, la Società Italiana Scienze Forensi Veterinarie, il Master in Scienze Forensi Veterinarie dell'Università Federico II di Napoli, l'Ordine dei Medici Veterinari di Salerno, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano (Labanof) e l'agenzia di comunicazione integrata MTN Company.