Capre, polli, maiali, piccioni e molti altri: sono centinaia di migliaia gli animali che ogni cinque anni vengono sacrificati in Nepal, al confine con l'India, durante il festival di Gadhimai. La mattanza indù nel 2024 si è svolta tra il 7 e l'8 dicembre.
Nonostante i divieti delle autorità, hanno partecipato fedeli provenienti da tutto il paese per il più grande sacrificio di animali del mondo.
Cosa succede durante il festival di Gadhimai
Il festival si svolge in Nepal, non lontano dal confine con l'India, davanti al tempio della dea indù Gadhimai nella città di Bariyarpur. Qui i devoti induisti uccidono decapitano gli animali fatti arrivare appositamente nelle settimane precedenti, e per farlo utilizzano lame sacrificali dette khukuris. Il sacrificio, secondo i credenti, serve per ottenere benessere e prosperità dalla dea.
Dopo una celebrazione lunga un mese, il festival culmina con la macellazione rituale di decine di centinaia migliaia di animali all'interno del recinto antistante al Tempio. Qui vengono fatti arrivare in Nepal, attraverso il confine con l'India, migliaia di animali domestici.
Al suo apice nel 2009, secondo le stime diffuse da Humane Society International India sono stati sacrificati circa 500 mila bufali, capre, piccioni. Nel 2014 sono stati circa 30 mila gli animali uccisi, tra cui 10.000 bufali. Quest'anno, invece, le stime dei resoconti dei testimoni oculari indicano che tra 250 mila e 500 mila animali sono stati macellati in due giorni.
Nel 2014, la Corte Suprema dell’India ha limitato la pratica dei sacrifici, ordinando al Governo indiano di prevenire il trasporto illegale di animali oltre il confine verso il Nepal. La Corte ha anche invitato le organizzazioni per la protezione degli animali, tra cui HSI/India, People For Animals e altre, a formulare un piano d’azione per garantire l’applicazione delle sue ordinanze, che HSI/India ha implementato da allora.
Successivamente, nel settembre 2019, la Corte Suprema del Nepal ha ordinato di porre fine ai sacrifici di animali vivi al festival di Gadhimai e ha esortato le autorità a redigere un piano per l’abbandono progressivo di questa pratica su scala nazionale, tuttavia la disposizione è stata ignorata. Quest'anno gli attivisti hanno fatto sapere di avere fermato il trasporto illegale, salvando centinaia di vite.
Gli attivisti: «È ora di porre fine a questa terribile sofferenza»
«In vista del festival di Gadhimai, abbiamo collaborato con People For Animals, Sashastra Seema Bal, la Polizia del Bihar e altre organizzazioni partner per aiutarle a prevenire il trasporto illegale di animali – scrivono da Humane Society International India – I nostri sforzi congiunti hanno salvato oltre 750 vite preziose, tra cui bufali, capre e piccioni, dallo spargimento di sangue. I cuccioli e le capre salvate da Gadhimai riceveranno cure e amore per tutta la vita all'Happy Home Sanctuary, gestito dai nostri partner. I bufali e le altre capre sono in procinto di trovare una casa sicura e permanente, mentre i piccioni sono stati rimessi in libertà»
Sul campo c'è Arkaprava Bhar, responsabile dello Sviluppo delle Campagne di HSI/India: «Insieme ai nostri colleghi di People For Animals, ci troviamo ai posti di blocco lungo i confini e assistiamo le Forze dell’ordine per salvare ogni animale che viene trasportato per essere sacrificato. Il nostro obiettivo non è solo quello di fermare il trasporto illegale di animali, ma è anche quello di rendere più etiche le nostre tradizioni. Sotto la guida della Polizia di frontiera, stiamo conducendo controlli approfonditi sui veicoli per assicurarci che nessun animale venga contrabbandato. Negli ultimi giorni, abbiamo fermato camion e veicoli che trasportavano bufali, capre e mucche destinati al Festival, dove sarebbero stati decapitati, se non fossimo stati lì. Loro sono quelli fortunati, che scamperanno a questa terribile sofferenza. Salveremo quante più vite possibili e diffonderemo l’appello a porre fine alle uccisioni».