Immaginate un attore su un palcoscenico, pronto a mettere in scena il suo ultimo monologo teatrale, oppure un calciatore alle prese con un calcio di rigore nei minuti di recupero. Il buon esito o il fallimento delle loro prestazioni dipendono da molti fattori diversi, ma a pesare c'è anche la presenza e la tipologia di pubblico che li sta osservando. Le aspettative e le pressioni sociali possono condizionare pesantemente le nostre azioni, lo sappiamo, ma se al posto di uno sportivo o di un attore ci mettiamo uno scimpanzé alle prese con un compito da svolgere al touch screen? Ci si potrebbe chiedere: a una scimmia interessa chi lo sta osservando? A quanto pare, sembrerebbe proprio di sì.
Un gruppo di scienziati dell'Università di Kyoto, in Giappone, ha scoperto che il rendimento degli scimpanzé in alcuni compiti con un touch screen varia a seconda del numero di persone che li osservano. Questo fenomeno, conosciuto come "effetto pubblico" (in inglese audience effect), ha una lunga storia negli studi sul comportamento umano. Di solito, infatti, l'essere osservati può migliorare o peggiorare le prestazioni, soprattutto quando sono in gioco reputazione o pressione sociale. Nessuno però si aspettava che coinvolgesse anche i nostri cugini primati, ma evidentemente ci sbagliavamo, come dimostra questo studio pubblicato sulla rivista iScience.
L'esperimento: touch screen, compiti numerici e spettatori umani
La scoperta è stata effettuata durante uno studio durato ben sei anni, in cui alcuni scimpanzé hanno eseguito numerosi task e prove con un touch screen. Questo particolare gruppo di scimpanzé è abituato da anni a interagire quotidianamente con i ricercatori, che sottopongono da tempo i primati ad alcuni compiti cognitivi per testare le loro abilità in cambio di un premio in cibo. Una situazione ideale per osservare se e come i primati reagiscono quando si trovano sotto gli occhi attenti di più osservatori. Gli scienziati hanno quindi sottoposto le scimmie a tre diversi compiti basati sui numeri, con livelli di difficoltà crescenti.
Il risultato? Gli scimpanzé hanno dimostrato una maggiore precisione nei compiti più complicati man mano che cresceva il numero di spettatori umani era lì a guardarli. Al contrario, nei task più semplici, un pubblico numeroso sembrava invece distrarli, riducendo la loro precisione negli esercizi numerici allo schermo. Non ci si aspetterebbe che uno scimpanzé si preoccupi troppo se un'altra specie lo osserva oppure no, ma il fatto che siano condizionati dalla presenza umana, e che questa influenza sia legata anche alla difficoltà del compito assegnato, è un risultato sorprendente che lascia spazio a diverse possibili interpretazioni.
Reputazione o pressione sociale: meccanismi ancora da svelare
La reazione degli scimpanzé alla presenza di un pubblico più numeroso potrebbe far pensare che, come noi, tengano sicuramente conto di chi li osserva. Negli esseri umani, l'effetto pubblico è spesso legato alla gestione della reputazione: ci comportiamo diversamente se sentiamo di essere osservati, in maniera conscia oppure no, perché desideriamo fare una buona impressione. Tuttavia, per gli scimpanzé, i meccanismi che regolano queste dinamiche sono ancora poco chiari. Vivendo in società guidate da un complesso sistema di gerarchie, potrebbero essere più inclini a percepire una certa pressione sociale, come una sorta di attenzione e aspettativa collettiva che li spinge a migliorare la performance nei compiti complessi.
In questo caso specifico, l'interazione costante con i ricercatori potrebbe aver fatto sviluppare in loro una certa sensibilità verso la presenza umana, che va però ben oltre la semplice curiosità. E sebbene si tratti di un contesto artificiale, in cui il comportamento e le interazioni sociali sono indubbiamente influenzate dalla costante presenza umana, se anche gli scimpanzé prestano particolare attenzione al pubblico mentre fanno qualcosa, è logico ipotizzare che questi fenomeni – un tempo considerati esclusivi della nostra specie – abbiano in realtà un'origine molto più remota nella storia evolutiva degli animali, perlomeno tra noi primati.
Verso una comprensione in chiava evolutiva
Questi risultati sollevano quindi numerose nuove domande e riflessioni. Sapere che c'è qualcuno che ci osserva mentre lavoriamo, parliamo in pubblico, eseguiamo un compito o una performance è infatti una componente fondamentale del nostro modo di essere umani. L'opinione e il giudizio altrui, ma anche la reputazione percepita, influenzano quasi tutti gli aspetti della nostra società e delle nostre interazioni sociali. E se anche gli scimpanzé danno tutta questa importanza a chi li sta osservando, è molto probabile che questi tratti si siano evoluti ben prima della comparsa degli esseri umani e che siano condivisi anche con altri primati.
Sebbene non sia ancora del tutto chiaro quali sono gli esatti meccanismi in gioco e come questi influenzino i risultati (cosa ancora oggetto di studio anche nella nostra specie), questi risultati ci raccontano comunque molto di più delle pressioni o delle aspettative sociali negli scimpanzé. Ci parlano anche di noi stessi, ma non tanto di quanto i nostri aprenti viventi più prossimi siano simili a noi, ma quanto al contrario siamo noi a somigliare a loro. E chissà quanto altro ancora c'è da scoprire su come le nostre abitudini e altre prerogative un tempo considerate nostre esclusive abbiano plasmato il comportamento e la storia non solo dell'uomo, ma anche di tanti altri nostri parenti non umani.