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30 Novembre 2024
16:00

Anche le mosche migrano come gli uccelli: l’incredibile e misterioso viaggio dei sirfidi

I sirfidi, piccole mosche impollinatrici camuffate da api e vespe, migrano proprio come gli uccelli tra nord e sud Europa. Un nuovo studio svela per la prima volta alcuni segreti di questi minuscoli e incredibili viaggiatori: non puntano sulla velocità, ma sulla resistenza.

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I sirfidi sono piccole mosche impollinatrici camuffate da api e vespe

Chi l'avrebbe mai detto? Anche le mosche possono affrontare viaggi epici degni dei migliori uccelli migratori. Tra queste, ci sono i sirfidi, piccoli e frenetici impollinatori camuffati da api e vespe, che spiccano per la loro straordinaria capacità di migrare su lunghe distanze tra nord e sud Europa. Ma proprio come gli uccelli, non tutti i sirfidi migrano, anche all'interno della stessa specie: ci sono infatti popolazioni sedentarie e altre migratrici. Ora, un nuovo studio recentemente pubblicato iScience ha svelato per la prima volta alcuni dei segreti della migrazione di queste piccole mosche. Quelle che migrano non volano più velocemente delle loro sorelle non migratrici, ma sicuramente vanno più lontano, come in una maratona.

Come migra una mosca: i risultati del nuovo studio sui sirfidi

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Un riassunto schematico dello studio. Immagine da Massy et al., 2024

Gli scienziati hanno studiato i movimenti e le prestazioni di volo del sirfide Episyrphus balteatus, una delle specie più comuni d'Europa. Per farlo, hanno catturato temporaneamente alcune mosche migratrici nei Pirenei e altre sedentarie presenti invece nel Regno Unito, testandole grazie a uno speciale dispositivo che permetteva alle mosche di volare rimanendo ancorate. Una volta calcolate le prestazioni e raccolti i dati di volo, tutte le mosche sono state poi liberate senza subire alcun danno.

I risultati? Le mosche migratrici riuscivano mediamente a percorrere distanze doppie rispetto alle altre. Ancora più sorprendente, gli insetti con addomi più "grassi", segno di una buona alimentazione e di una maggiore quantità di "carburante" nel serbatoio, volavano addirittura fino a cinque volte più lontano. Questo suggerisce che le riserve di energia accumulate sotto forma di grasso siano cruciali per affrontare le migrazioni, esattamente come accade per gli uccelli migratori.

Ma non aspettatevi una gara di velocità a chi arriva prima: i sirfidi migratori non accelerano il loro passo, preferiscono mantenere un ritmo di marcia costante per risparmiare energia e minimizzare l'usura muscolare. Come ha spiegato Richard Massy del Center for Ecology and Conservation di Penryn, in Inghilterra, e primo autore dello studio, «per questi insetti, la migrazione è una maratona, non uno sprint». Ma dove vanno queste mosche quando migrano e perché lo fanno?

L'incredibile migrazione dei sirfidi

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Le popolazioni europee che vivono più a nord in autunno migrano verso sud, proprio come gli uccelli

Episyrphus balteatus è una mosca lunga a malapena una decina di millimetri, eppure riesce a compiere migrazione degne dei più performanti uccelli migratori. Come per tanti altri animali, il suo ciclo vitale cambia a seconda delle stagioni. In estate, per esempio, vivono poche settimane: si riproducono rapidamente come fanno tanti insetti e danno vita a più generazioni nello stesso anno. In autunno, però, qualcosa cambia. Una volta terminata la riproduzione, devono trovare il modo per prolungare la loro vita fino alla primavera successiva.

Tuttavia, in inverno nettare e polline di cui si nutrono gli adulti scarseggiano, perciò le popolazioni più settentrionali, come quelle che vivono in Nord Europa, si mettono in viaggio intraprendendo una lunga migrazione verso sud. Alcune arrivano in Europa meridionale, altre addirittura fino in Nord Africa, in maniera sorprendentemente simile ai pattern di alcuni uccelli migratori cosiddetti "a corto raggio" o intrapaleartici, ovvero che non vanno più in a sud del Nord Africa, come per esempio il pettirosso.

L'importanza della condizione fisica per affrontare questo lungo viaggio mette però in luce un aspetto cruciale: la disponibilità di fiori lungo il percorso. Come sottolineato da Karl Wotton, altro coautore dello studio, «se queste risorse vengono a mancare a causa della perdita di habitat o dei cambiamenti climatici, le migrazioni potrebbero diventare sempre più difficili». Questa è una possibile spiegazione del calo osservato negli ultimi anni nei numeri di sirfidi migratori e questo deve preoccuparci.

Ci sono i sirfidi e perché sono fondamentali per gli ecosistemi

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Come tanti altri insetti, anche i sirfidi sono in e con loro l’incredibile viaggio che compiono

Nonostante la loro taglia minuta, i sirfidi sono infatti insetti fondamentali per gli ecosistemi. Sono eccellenti impollinatori e aiutano a tenere sotto controllo i parassiti come gli afidi ,di cui si nutrono le larve. E poi, anche se piccoli, compiono migrazioni impressionanti, spostandosi verso sud in autunno e tornando a nord in primavera. Alcuni individui possono addirittura coprire oltre 1.000 km con i loro viaggi. Ma nonostante ciò, solo negli ultimi anni abbiamo iniziato a esplorare le migrazioni degli insetti (migrano anche farfalle, locuste e libellule).

In questo specifico caso, lo studio si è svolto al passo di Puerto de Bujaruelo, al confine tra Francia e Spagna, tuttavia resta ancora tantissimo da scoprire. Come fanno questi insetti a orientarsi? Quali segnali seguono lungo il cammino? E fino a che punto si spingono i singoli individui? Non lo sappiamo, anche perché abbiamo storicamente trascurato e sottovalutato gli insetti, preferendo studiare specie più appariscenti e carismatiche, come appunto gli uccelli.

Purtroppo però, potremmo non avere molto tempo a nostra disposizione per rispondere a queste domande: il loro futuro dipende infatti anche da noi. Come quasi tutti gli insetti nel mondo, anche i sirfidi stano sparendo rapidamente. Preservare i prati e gli habitat naturali e garantire la disponibilità di fiori lungo i percorsi migratori è quindi essenziale per proteggere questi piccoli, instancabili viaggiatori. Dobbiamo farlo per la salute degli ecosistemi e per poter ancora ammirare le loro imprese epiche.

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