Immaginate di trovarvi di fronte a un nido di uccello e scoprire al suo interno qualcosa di inaspettato: una pelle di serpente, accuratamente posizionata tra le uova e i rametti intrecciati. Un vero e proprio enigma per naturalisti e ornitologi che, dopo anni di svariate ipotesi, trova finalmente una spiegazione grazie a uno studio pubblicato recentemente su The American Naturalist. Gli uccelli che nidificano nelle cavità, come lo scricciolo della Carolina e il pigliamosche crestato maggiore, utilizzano frammenti di pelle di serpente come efficace deterrente contro i predatori. Questo trucco ingegnoso sembra proteggere i nidi dalle incursioni di piccoli mammiferi come scoiattoli e roditori, potenziali predatori per le uova.
L'esperimento con i nidi artificiali: il comportamento degli uccelli
Vanya Rohwer, curatore al Cornell University Museum of Vertebrates, ha guidato questo studio e dopo aver analizzato oltre 70 specie che utilizzano più spesso le pelli di serpente ha scoperto che i nidi nelle cavità degli alberi avevano una probabilità sei volte maggiore rispetto ai nidi a coppa sui rami, costruiti all'aperto, di avere al loro interno le mute lasciate dai rettili quando cambiano pelle. Perché gli uccelli che fanno i nidi nei buchi degli alberi usano di più le pelli di serpente?
L'ipotesi che possano servire a spaventare i predatori non è nuova, ma per confermare l'efficacia di questo possibile deterrente, il team ha condotto alcuni esperimenti con dei nidi artificiali. Utilizzando 63 cassette nido e 84 nidi di tordo migratore americano abbandonati, hanno posizionato delle pelli di serpente al loro interno in metà dei campioni per vedere cosa sarebbe successo nel tempo. I risultati sono stati abbastanza chiari: nei nidi in cavità con pelli di serpente, il 75% delle uova è rimasto intatto dopo 14 giorni, contro solo il 38% nei nidi senza pelli.
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Un'arma di difesa degli uccelli contro i predatori più piccoli
Le fototrappole hanno poi svelato anche che i predatori dei nidi a coppa sui rami, quelli all'aperto, erano piuttosto variegati, includendo anche altri uccelli più grossi come i corvidi, animali che solitamente non hanno paura dei serpenti. Al contrario, i nidi all'interno delle cavità venivano invece attaccati quasi sempre da piccoli mammiferi, che invece sono tra le prede preferite dei rettili e perciò più "sensibili" alla presenza di questi rettili nei paraggi.
«La pelle di serpente posizionata nel nido sembra essere un segnale visivo per scoraggiare i predatori che, essendo a loro volta spesso prede di serpenti, evitano di entrare all'interno delle cavità», ha spiegato Vanya Rohwer. Questa scoperta sottolinea come gli uccelli siano molto più selettivi di quanto si pensasse nella scelta dei materiali per costruire i loro nidi e difenderli. Oltre alle pelli, altre specie adottano diverse strategie: le civette delle tane imitano il suono di un serpente a sonagli, mentre altri usano piante aromatiche nei nidi contro i parassiti.
Nidi di uccello con le pelli di serpente: c'è ancora molto da scoprire
Mentre i risultati di questi studio sembrano sostenere con forza l'utilizzo delle pelli di serpente come deterrente per i predatori, gli stessi autori fanno notare che potrebbero esserci anche altre spiegazioni dietro questo comportamento. Anche uccelli che non nidificano in cavità usano spesso avvolgere i loro nidi a coppa con le pelli dei rettili. «Per alcuni di questi nidi a coppa aperta che presentano grandi quantità di pelle di serpente, sembra che ci sia qualcos'altro di interessante dietro – ha detto Rohwer – Ma non sappiamo ancora cosa sia».
L'utilizzo strategico delle pelli di serpente non è solo un chiaro ed efficace adattamento evolutivo, ma anche un esempio di come siano legati intrecciati e legati tra loro prede e predatori, in equilibrio dinamico e in costante evoluzione che continua a plasmare il mondo naturale. «Questi comportamenti – ha concluso Rohwer – sono piccole finestre sul modo in cui la selezione naturale guida l'evoluzione dell'ingegno negli animali».