Sotto la superficie degli oceani, un mondo di suoni, canti e vocalizzazioni governa la vita delle balene. Alcune cantano per attirare un partner, altre per orientarsi in mare, altre ancora per restare in contatto con i propri simili o il proprio cucciolo. Eppure, ci sono alcune balene, invece, che preferiscono il silenzio o suoni così profondi da risultare quasi impercettibili. Il motivo? Per sfuggire alle orche, i loro più temibili predatori.
Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Marine Mammal Science ha svelato questa sorprendente strategia di sopravvivenza adottata da alcune specie di msiticeti, ovvero le balene con fanoni che si nutrono filtrando il plancton. Alcune cantano infatti a frequenze talmente basse da risultare inudibili per le orche. Un comportamento nuovo e inaspettato che gli scienziati hanno definito acoustic crypsis, ovvero "cripticità acustica".
Ci sono solo due modi per sfuggire alle orche: fuggire o affrontarle
Le orche (Orcinus orca) cacciano in gruppo e non si fermano davanti a nulla: squali bianchi, squali balene, capodogli e persino l'animali più grande di sempre, la balenottera azzurra. Le balene con fanoni, quindi, hanno sviluppato due strategie differenti per affrontare il pericolo: alcune scelgono di fuggire, altre di combattere. Le specie appartenenti al "club della fuga" includono balenottere azzurre, comuni, boreali, di Bryde e minori. Questi cetacei quando avvertono la minaccia di un'orca preferiscono scappare piuttosto che affrontarla.
Per ridurre il rischio di essere individuate e "intercettate", emettono quindi richiami a bassissima frequenza, sotto i 100 hertz, una soglia che le orche non riescono a percepire. Al contrario, le specie che rientrano nel "club del combattimento", come le balene franche, della Groenlandia, grigie e megattere (che hanno canti sorprendentemente simili al linguaggio umano), sono più lente e vivendo spesso in gruppi e in aree costiere protette, non temono il confronto diretto e usano suoni più acuti, facilmente udibili dalle orche.
Canti d'amore e di terrore
Il comportamento di queste due grandi categorie di balene non influenza però solo le strategie di sopravvivenza, ma anche il loro modo di comunicare, nutrirsi e riprodursi. Le balene "combattenti", per esempio, si riuniscono in aree costiere, dove trovano più facilmente un compagno o una compagna, mentre quelle "fuggitive" si disperdono nella vastità degli oceani aperti, rendendo quindi anche più complesso farsi sentire da un proprio simile o il corteggiamento.
Per ovviare a questa distanza, i maschi delle specie "fuggitive" hanno sviluppato canti potenti e duraturi, per attirare le femmine anche a grandi distanze. Ma c'è un problema: i suoni troppo forti potrebbero rivelare la loro posizione alle orche. Ed ecco che entra in gioco la cripticità acustica: cantare sì, ma a frequenze così basse da risultare invisibili al predatore più temuto degli oceani. Ecco quindi che il "canto d'amore", si è trasformato in un canto del terrore.
La paura governa la vita e le voci sotto il mare
Questo nuovo studio che evidenzia per la prima volta la cripticità acustica, dimostra come il timore per le orche, i predatori più temuti di tutti gli oceani del mondo, influenzi ogni aspetto della vita dei misticeti: dalla scelta dell'habitat alle modalità di comunicazione, fino anche alle strategie di accoppiamento. Alcune si nascondono dietro canti segreti e "silenziosi", altre accettano il rischio e cantano con tutta la loro voce.
In fondo, così come accade in superficie, anche nel mondo sommerso, la paura può plasmare la vita. Se in Sudafrica le orche hanno fatto sparire persino gli squali bianchi dalla circolazione, forse c'era da aspettarselo che, altrove, le loro sofisticate strategie di caccia e la capacità di abbattere praticamente qualsiasi essere vivente, riuscissero persino a guidare e a modificare le voci e i canti che risuonano negli oceani.