Dare alle detenute e ai detenuti della Casa Circondariale di Uta la speranza di una nuova vita grazie i cani. È questo l'obiettivo del progetto "Mi fido di te" promosso dal Rotary e dal Rotaract di Cagliari con il contributo della società Niedditas e del Centro di Istruzione Amici del Cane di Varese.
«Il progetto nasce per favorire l'inserimento lavorativo, e quindi sociale, dei detenuti», spiega il presidente del Rotary di Cagliari Roberto Nati. Saranno proprio i cani dei soci del Rotary e del Rotaract a partecipare alle lezioni nella casa circondariale: «Desideriamo anche offrire un conforto nella fase di esecuzione della pena, e lo faremo grazie ai nostri cani che ad ogni lezione entreranno con noi in carcere».
Gli effetti positivi, secondo Nati, sono evidenti per tutti: «I cani danno grande sollievo ai detenuti. Abbiamo fatto già un primo incontro ed è stato molto emozionante anche per noi».
In cosa consiste il progetto "Mi fido di te" per i detenuti
Il corso ha preso il via alla Casa Circondariale Ettore Scalas il 15 gennaio e terminerà il prossimo 18 maggio. È suddiviso in diverse sessioni e avrà una durata totale di 80 ore, di cui 35 di teoria e 45 di pratica sul campo. Tutte le lezioni sono svolte da formatori nazionali riconosciuti.
Alla fine dei sei mesi, i corsisti sosterranno un esame teorico-pratico per acquisire il diploma che consentirà loro di proporsi sul mercato del lavoro con la qualifica di dog sitter, operatore di canile, operatore in asili e pensioni per cani, titoli propedeutici al conseguimento del titolo di educatore cinofilo.
Anche se in Italia non è richiesta alcuna certificazione specifica per poter operare come dog sitter o operatore in asili e pensioni per cani, ottenere un titolo e soprattutto acquisire competenze specifiche offre agli ex detenuti la possibilità di vincere i tanti pregiudizi che li attendono una volta varcata la soglia del carcere.
«Una delle problematiche che affrontano le persone che hanno scontato il loro debito con la società e quella poi di non avere accesso talvolta al mondo del lavoro. Quindi questo può essere uno strumento», sottolinea Nati.
Il corso coinvolge 17 persone, tra cui 4 donne. La presenza di ambo i sessi nella stessa area è una novità anche in attività di questo tipo e rappresenta un passo avanti in favore dell’umanizzazione della pena. L’inserimento delle corsiste nel progetto consentirà loro di fruire di pari opportunità di formazione e di reinserimento sociale.
Quando il reinserimento sociale passa per gli animali
Progetto analogo era già stato realizzato dal Rotary a Roma con il coinvolgimento dei detenuti del carcere di Rebibbia. Molte però sono le iniziative per favorire il reinserimento sociale e professionale delle persone lasciate ai margini della società.
Coloro che commettono reati spesso vengono deumanizzati, e in qualche caso in virtù di ciò che hanno commesso si vorrebbe togliere loro ogni diritto di ritornare a una vita pienamente libera. Rifiutati dalla comunità di appartenenza, gli ex detenuti però trovano spesso un'ancora di salvezza nel lavoro di cura degli animali. Lo dimostra l'esperienza dell'isola carcere di Gorgona, dove i detenuti sono liberi di muoversi sull'isola per prendersi cura degli animali e della terra.
La ex "Alcatraz italiana" oggi accoglie una colonia agricola penale a libertà attenuata con circa 80 detenuti che nel corso della giornata possono svolgere attività nell'orto e con gli animali dell'ex macello. Un'esperienza che come ci hanno raccontato sta cambiando la loro prospettiva sul mondo che li attende all'esterno.