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30 Gennaio 2025
15:12

«Ho adottato un cane malato, grazie a lui ho smussato i miei spigoli»: il racconto di Pierpaolo

Prendersi cura di un animale malato può rappresentare un costo insostenibile. Pierpaolo Mandetta ci racconta la storia con Billi, cane malato di Ehrlichiosi e Leishmaniosi, salvato da morte certa: "Grazie a Billi ho scoperto tante cose anche su me stesso che non conoscevo. Ho fatto sacrifici che prima ritenevo impossibili e sono veramente grato di averlo avuto nella mia vita"

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Cosa significa provare in tutti modi a prendersi cura di qualcun altro ma temere di non poterlo salvare perché le cure costano troppo? Non esiste un dolore più grande di questo e nessuno dovrebbe sperimentarlo, soprattutto in uno Stato come l'Italia dove il sistema sanitario è universalistico, nonostante tutte le storture che lo caratterizzano. Eppure c'è una tipologia di famiglia costantemente esclusa da ogni supporto: quelle con animali.

Chi vive con un cane o un gatto sviluppa nei suoi confronti un attaccamento analogo a quello che si ha con gli altri membri della famiglia. Quando però un animale si ammala le spese sono alle stelle e non c'è alcuna rete di supporto, anzi, spesso il dolore che ne consegue viene minimizzato e ignorato come un problema di serie B. Lo sa bene Pierpaolo Mandetta, scrittore 38enne che nella vita gestisce un podere a Capaccio Paestum, provincia di Salerno. Qui, immerso nel verde della campagna cilentana ha incontrato il suo Billi: aveva gli occhi annebbiati da una brutta infezione e probabilmente sarebbe morto nel giro di poco se non lo avesse preso con sé. Invece, insieme hanno vissuto tre anni di gioia e amore, forse gli unici di Billi, scomparso recentemente.

Per Pierpaolo però non è sempre stato facile prendersi cura di lui, ma nonostante tutti i problemi, anche economici, non si è mai pentito: "Ho scoperto tante cose anche su me stesso che non conoscevo e ho smussato gli angoli più spigolosi del mio carattere. Ho fatto sacrifici che prima ritenevo impossibili, e li ho fatti arrabbiandomi, patendo un po' il dolore, però sono stati necessari. Mi sento una persona migliore e sono veramente grato di averlo avuto nella mia vita".

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Come è entrato Billi nella tua famiglia?

Billi viveva in una casa del mio paese, ci passavo spesso davanti e vedevo che stava sempre in un piccolo box recintato all'aperto, ed era un cane molto arrabbiato. Ogni volta che passava qualcuno abbaiava, ringhiava, ma solo perché non sapeva comunicare: quando ti avvicinavi ti rendevi conto che voleva le coccole ma non sapeva come chiederle perché probabilmente nessuno gliele aveva mai date.

Le cose sono continuate così fino al 2021, quando c'è stato un inverno molto, molto piovoso, e pensavo a lui che stava fuori, alla sua piccola cuccia senza niente dentro. Quando sono andato a vedere la situazione l'ho ritrovato in condizioni davvero disastrose: aveva il muso gonfio di pus, gli occhi erano quasi spariti e stava malissimo. Un'amica provava da fuori a dargli delle medicine.

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A quel punto non so neanche io bene perché ma l'ho preso con me. Non era il momento giusto, non volevo un cane perché era appena cominciata l'avventura del podere, quindi ero già in difficoltà economica. Sapevo che un cane sarebbe stato veramente troppo impegnativo, ma l'ho fatto comunque perché sapevo che se l'avessi lasciato così perché sarebbe morto di lì a poche settimane.

Quando lo hai preso con te ti sei accorto che non sarebbe stato facile

Sì, su tutti i fronti, aveva già 10 anni e sapevo che era malato. Era impossibile educarlo perché era stato tanto tanto tempo da solo e poi la sua malattia lo rendeva molto stanco. Nel suo passato non ha mai sviluppato capacità sociali, né con le persone né con gli animali quindi era come un eterno bambinone, per lui era difficile comunicare.

Poi c'è stato il capitolo veterinario: aveva di tutto e di più, quindi aveva l'Ehrlichiosi e anche la Leishmaniosi che aveva già compromesso i reni e un occhio. Abbiamo quindi cominciato tutta una serie di cure: l'ho portato a fare un primo bagno, poi le le siringhe, tutto con la museruola perché ringhiava spaventato. Però è stato bellissimo perché lui si è affidato completamente, nonostante avesse paura.

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L'Ehrlichiosi e la Leishmaniosi sono patologie molto comuni provocate da parassiti che spesso fanno desistere le persone dall'adottare cani malati perché si cronicizzano. Chi ha un cane con queste patologie affronta spese non indifferenti, tu come hai fatto?

Ero anche in difficoltà perché mi stavo prendendo cura del potere e non avevo un lavoro mio, quindi ho dovuto addossare le spese al mio compagno Massimo. Grazie a Dio abbiamo fatto una piccola raccolta fondi sui social e ho ricevuto davvero tanto aiuto. Abbiamo reso trasparente tutte le spese per lui, i medicinali, ed è stato davvero davvero bello sentire il calore delle persone.

Se non avevi le possibilità perché lo hai preso comunque?

Vorrei poterti fare vedere come ha reagito Billi alla sua prima passeggiata all'aperto, quando è passato da un cortile di pochi metri alla libertà. Da quel momento in poi, nonostante la malattia, nonostante tutte le difficoltà, non si è mai più fermato. La cosa che più amava al mondo era proprio passeggiare, si fermava solo per dormire e mangiare. Era come se non volesse più smettere di camminare per poter recuperare tutto quello che aveva perduto. E poi temevo che sarebbe morto se non avessi fatto niente.

La verità è che ci sono migliaia e migliaia di cani di cui lo Stato non si occupa, spesso i più sfortunati finiscono nei canili lager dove possono contare solo sui volontari che li accudiscono gratis, rimettendoci un sacco di soldi di tasca loro solo per amore. Ma non dovrebbe essere così. Succede quello che vediamo anche per i senzatetto: presi e spostati perché non devono essere visti in piazza. Non si fa così, non possiamo eliminare né le persone né gli animali solo perché vorremmo che non esistessero.

Le spese per prendersi cura dei cani sono sempre più alte: da una parte l'inflazione ha reso lo stile di vita degli italiani molto più precario e dall'altro sono aumentati i costi delle visite, delle sterilizzazioni. Io sono responsabile anche di una colonia felina e quando entra un nuovo gatto deve essere sterilizzato o castrato, e questi interventi costano quasi il doppio rispetto a pochi anni fa. Il problema c'è e qualcuno deve prendersene la responsabilità e affrontarlo.

Billi ha vissuto con te dal 2021, quando lo hai adottato, al novembre 2024 quando è morto. Cosa ti ha insegnato durante il periodo che avete vissuto insieme?

Ho imparato che è sempre sbagliato umanizzare i cani, e soprattutto che possono insegnarci a essere persone migliori. Prenderci cura di qualcun altro fa sempre bene e rende migliore la società in cui viviamo. Grazie a Billi ho scoperto tante cose anche su me stesso che non conoscevo e ho smussato anche degli aspetti del mio carattere che magari erano molto spigolosi. Ho fatto sacrifici che prima ritenevo impossibili: li ho fatti arrabbiandomi, patendo un po' il dolore, però sono stati necessari. Mi sento una persona migliore e sono veramente grato di questa esperienza.

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